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Orario ridotto e si pranza sul banco Ritorno in classe a ostacoli per i liceali

Lezioni brevi, settimana lunga, pranzo al banco e mezza scuola che resta online: gli istituti superiori tornano in presenza con un altro blocco di regioni, partendo subito con una giornata di proteste, e l'organizzazione della didattica cambia volto

17/01/2021
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Il Messaggero

 Lezioni brevi, settimana lunga, pranzo al banco e mezza scuola che resta online: gli istituti superiori tornano in presenza con un altro blocco di regioni, partendo subito con una giornata di proteste, e l'organizzazione della didattica cambia volto. Così domani, soprattutto per le grandi città, ci sarà la prova del nove: il vero grande test riguarda i trasporti, con bus e metropolitane che viaggiano al 50% e devono comunque dimostrare di saper reggere il carico. Altrimenti saranno guai.
RIENTRI IN CLASSEDomani tornano infatti in classe i ragazzi e i docenti delle Regioni Lazio, dell'Emilia Romagna, del Piemonte e del Molise. E questo gruppo va ad aggiungersi ai ragazzi che sono già rientrati tra il 7 e l'11 gennaio, in Abruzzo, Toscana, Valle d'Aosta, Bolzano e Trento. La Puglia ha deciso, nelle ultime ore, di prorogare il rientro di un'altra settimana come Liguria e Umbria, mentre dovranno aspettare febbraio gli studenti delle scuole superiori della Basilicata, della Calabria, della Sardegna e del Veneto. Ma si tratta di un calendario in continua evoluzione, tra ordinanze regionali e interventi del Tar, a decidere sulle date di rientro sono sempre più spesso i giudici dei tribunali amministrativi. Basti pensare ai casi di Calabria e Lombardia, della Puglia nei mesi scorsi, e ora al caso del Friuli Venezia Giulia dove l'ordinanza del governatore Massimiliano Fedriga, che aveva disposto la didattica a distanza alle superiori fino al 31 gennaio, è stata bocciata dal Tar a cui si sono rivolti alcuni genitori. Stesso iter ha interessato l'Emilia Romagna dove ventuno genitori si sono appellati all'ordinanza del presidente Bonaccini che rinviava al 25 gennaio la riapertura in presenza delle scuole superiori: i giudici hanno deciso che si torna domani. E la scuola si spacca tra chi vuole rientrare quanto prima e chi, invece, preferisce restare in didattica a distanza per evitare tanti problemi che comunque andranno a compromettere il normale svolgimento delle lezioni. Il distanziamento anti Covid è necessario a bordo e i mezzi di trasporto pubblico viaggiano al 50% della capienza. Marciano a mezzo servizio e rischiano di andare in tilt nelle ore di punta, dalle 7 alle 9 del mattino: in una grande metropoli come Roma il rischio è alto visto che il trasporto pubblico rischia di andare in sofferenza anche con le scuole chiuse. Per questo le scuole dovranno accogliere dal 50 al 75% dei ragazzi in presenza e li faranno arrivare in classe su due turni nettamente separati: uno alle 8 e uno alle 10. Non potrebbe funzionare infatti lo scaglionamento messo in campo all'inizio dell'anno scolastico, a settembre, con diversi ingressi ogni quarto d'ora. Ma se lo scaglionamento può rendersi utile per il servizio di trasporto pubblico, potrebbe invece complicare la vita degli studenti e dei docenti: far entrare le classi a metà significa lasciare online l'altra metà con possibili disagi legati alla rete internet. Far entrare i ragazzi alle 10 invece equivale a farli uscire alle 15 se non oltre, riducendo il tempo necessario allo studio. E così, per limitare i problemi orari, le scuole stanno adottando lezioni da 40 o 50 minuti, si sta in classe anche il sabato e, soprattutto, si pranza al banco con un pasto portato da casa.
PANINI DA CASAL'emergenza Covid ha di fatto spazzato via tutte le polemiche legate al pasto da casa: un tema che fino allo scorso anno infiammava gli animi, coinvolgendo anche in questo caso i giudici perché molte famiglie per evitare la mensa e per portare i panini da casa facevano ricorso al Tar. Ora si può fare, anzi si deve fare, senza porsi troppe domande. Chiedono invece maggiori sicurezze gli studenti stessi, che domani metteranno in piazza diverse proteste: non uno sciopero organizzato a livello nazionale ma tante mobilitazioni sui territori, soprattutto dove si rientra in classe. A cominciare da Roma, promettono di dare battaglia con sit-in e lezioni all'aperto come stanno facendo dalla scorsa settimana. Il primo giorno di lezione del 2021 rischia quindi di iniziare in salita. I disagi infatti ricadono soprattutto sui ragazzi che, in questi mesi di didattica a distanza e nei prossimi con lezioni ridotte dovranno trovare il tempo di recuperare le lacune didattiche. Perché in questi giorni, comunque si stanno svolgendo i consigli di classe per la consegna delle pagelle.
Lorena Loiacono