FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3925669
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Oltre 71 mila precari chiedono la cattedra Un esercito dal Sud

Oltre 71 mila precari chiedono la cattedra Un esercito dal Sud

Il premier: «Torniamo a credere nel futuro»

15/08/2015
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera


                Le tessere non ci sono ancora tutte, ma il puzzle delle assunzioni della riforma della scuola prende forma: l’80% dei precari che aveva diritto a presentare la domanda per un contratto a tempo indeterminato ha compilato l’istanza online per ottenere, entro il 1° settembre, l’ingresso giuridico nella scuola.
«Siamo molto soddisfatti — dice il ministro Stefania Giannini — la piattaforma ha funzionato e i candidati hanno capito l’importanza di partecipare». Si tratta di 71.643 iscrizioni, provenienti da uomini e (soprattutto) donne di tutta Italia, con una prevalenza di richieste dalle regioni del centro sud (il 60%), come previsto. «Per 71.643 persone si apre una concreta possibilità, fino ad oggi negata e tradita da anni di disinteresse da parte della politica. L’Italia torna a credere nel proprio futuro. Un futuro meno precario. Buon ferragosto» ha scritto il premier Matteo Renzi su Facebook.
Il boicottaggio non c’è stato, complici anche i sindacati che, pur contestando il piano di assunzioni, hanno spinto gli insegnanti a compilare la domanda per non rischiare di essere esclusi e non precludersi la possibilità di un ricorso in tribunale.
Sono Sicilia, con 11.864 domande, Campania (11.142), Lazio (7.125), Puglia (6.040), Calabria (4.314) le regioni da cui proviene la fetta più consistente di docenti pronti a occupare una cattedra, che per molti di loro sarà provvisoria: gran parte di questi neo assunti, infatti, andrà a ricoprire i posti dell’organico funzionale, quelli che saranno definiti entro ottobre dopo che le esigenze espresse dai dirigenti scolastici saranno incrociate con le preferenze degli insegnanti sulle province dove essere sistemati. Sono ruoli legati a progetti integrativi, molto diversi dal posto fisso destinato ai 29 mila che hanno già firmato un contratto nei giorni scorsi. «Abbiamo già immesso in ruolo molti più insegnanti dello scorso anno e con un mese di anticipo — conferma Giannini —. A metà settembre, con l’avvio delle lezioni, avremo coperto le cattedre vacanti e daremo più continuità didattica ai nostri ragazzi». In realtà nel 2014, con il normale turn over, ne erano stati ammessi 23 mila, quindi non una cifra così inferiore: ma è vero che a questi già inseriti a tutti gli effetti vanno aggiunti i 16 mila posti vacanti rimanenti.
Per coprirli gli Uffici scolastici regionali chiameranno direttamente gli insegnanti che hanno punteggi più alti entro la prima metà di settembre: è la telefonata in cui tutti i precari sperano. «Sono più a terra che mai», scrive in Rete una docente dopo aver presentato la domanda, «all’idea di ricominciare daccapo, mettere da parte famiglia e affetti più cari».
Qual è il destino di chi è arrivato alla scadenza del 14 agosto senza candidarsi? Non sarà espulso dalle aule: la chiusura delle graduatorie a esaurimento non avverrà — se non altro perché vi ristagnano i maestri dall’infanzia, i 23 mila che saranno assunti con l’attuazione delle deleghe — e continuerà ad avere supplenze. Un destino che a molti (16 mila secondo l’Anief) è parso meno peggio dell’emigrazione forzata.
Valentina Santarpia