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Nuova Saredegna-No al decreto sulla sperimentazione

No al decreto sulla sperimentazione NUORO. Bocciata la Moratti. La sperimentazione non passa. Quasi tutti i docenti delle scuole elementari della città (e in parte anche della provincia) hanno d...

08/09/2002
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Nuova Sardegna

No al decreto sulla sperimentazione

NUORO. Bocciata la Moratti. La sperimentazione non passa. Quasi tutti i docenti delle scuole elementari della città (e in parte anche della provincia) hanno detto un "no" secco alla bozza di sperimentazione proposta dal ministro della Pubblica istruzione. Dopo alcune vivacissime assemblee ieri il verdetto finale è stato quasi unanime: i docenti hanno rispedito al mittente la figura dell'insegnante prevalente e il taglio di numerosi posti di lavoro.
In città il "grande rifiuto" è partito da tre circoli didattici su quattro. Hanno detto di no alla Moratti: le scuole elementari del Ferdinandno Podda, quella di Monte Gurtei e il Calamida. La scuola di Furreddu si pronuncerà lunedì, anche se si sa già che l'orientamento è per un altro rifiuto. Dalla provincia intanto sono arrivati anche i verdetti delle scuole elementari di Macomer, Bosa e Oliena che hanno respinto a maggioranza il modello di sperimentazione. Altre scuole come Orosei, Dorgali e Siniscola con altri istituti decideranno dopodomani. Ma ormai l'orientamento appare chiaro: la provincia di Nuoro si sta schierando contro quella che ritiene la riforma "strisciante" del ministro "mascherata" dal progetto di libera sperimentrazione.
A rompere il ghiaccio è stata, ieri mattina, la scuola elementare del Ferdinando Podda, dopo un vivacissimo dibattito aperto dalla direttrice Francesca Corrias che ha illustrato ai settanta insegnanti presenti la bozza di decreto del ministro Moratti sulla sperimentazione. Un mezzoretta per spiegare i punti salienti della proposta e i vantaggi che potevano derivarne. Poi la libera discussione, in un clima di grande partecipazione emotiva. Una decina di docenti si sono alzati e hanno preso la parola: in otto per smontare la bozza di sperimentazione e in due per sosternerla.
Alcuni dei contrari naturalmente hanno messo in risalto il "pericolo" di un ritorno al passato con la reintroduzione della figura dell'insegnante prevalente o unico. Altri invece hanno difeso strenuamente la formula "sperimentata e valida" dei moduli con tre insegnanti per ogni due classi e hanno anche aggiunto di non capire la "ragione educativa e tecnica" di una proposta di cambiamento che tenta di reintrodurre "attività che già si fanno". Un terzo gruppo di docenti poi ha difeso strenuanente il cosidetto terzo insegnante, declassato dalla Moratti ad un ruolo di supporto, di serie B rispetto ai due "prevalenti". Altri docenti infine hanno respinto l'anticipio di iscrizione alle materne e alle prime elementari dei bambini, perchè "non giustificato sul piano pedagogico e organizzativo".
Ad ogni intervento contro la bozza di decreto, naturalmente, giù scrosci di applausi convinti e appasionati, con fragorosi commenti a volte da curva sud anche da parte dei settanta presenti.
Il clima è cambiato quando sono intervenuti i due insegnanti che hanno parlato a favore. La sperimentazione è ormai in processo avviato - hanno detto i due - pertanto conviene esserci, più che no. Pena, una possibile emarginazione.
Mormorii in sala e poi repliche che sezionavano parte per parte la infelice bozza di decreto del ministro. Ma cosa andiano a sperimentare - ribattevano i contrari - se le nuove attività proposte, sono tali e quali a quelle che noi facciano da tempo. E giù l'elenco le cose fatte per l'alfabetizzazione informatica, il plurilinguismo, laboratori vari e lingua e cultura sarda. Gatta ci cova, quindi. Il ministro - secondo loro - ha secondi fini, con la sperimentazione in pratica intende aprire varchi verso un "ritorno al passato" andando verso una prospettiva che "taglia le classi e posti di lavoro". Altro che riforma della scuola.
Dopo due ore di dibattito intenso, a stento coordinato dalla direttrice, si è passato ai voti. E il verdetto finale è stato di: 2 voti in favore, 2 astenuti e tutti i rimanenti, la gran massa dei settanta, decisamente contro la sperimentazione.
In questo modo è caduta l'ipotesi del progetto di riforma in una scuola che sembrava avere tutte le caratteristiche (i cosiddetti prerequisiti) per candidarsi ad essere uno dei due istituti provinciali scelti per la sperimentazione. Il Podda infatti può contare su laboratori informatici, linguistici e continuità con materne e medie. Una scuola ideale, insomma, per entrare nel processo. E che invece non ha esitato e ha scelto di "bocciare" senza attenuanti il ministro della Pubblica istruzione: Letizia Moratti.


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