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Nuova Sardegna-Scuola, alla ricerca dell'istruzione perduta

Scuola, alla ricerca dell'istruzione perduta Oggi sciopero degli insegnanti organizzato da Gilda, Cisl e Uil. Venerdì in piazza con la Cgil In città doppi turni e dispersione scolastica tra le pi...

14/10/2002
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Nuova Sardegna

Scuola, alla ricerca dell'istruzione perduta
Oggi sciopero degli insegnanti organizzato
da Gilda, Cisl e Uil. Venerdì in piazza con la Cgil
In città doppi turni e dispersione scolastica tra le più alte d'Italia Riduzione delle classi e disabili

r.p.

CAGLIARI. La scuola in rivolta. Il pericolo di settecento classi in meno, emarginazione dei disabili, nessun nuovo insegnante in ruolo e tagli al personale amministrativo: questi solo alcuni dei tanti problemi di cui soffre la scuola sarda e cagliaritana in particolare, con uno dei primati più alti di dispersione scolastica. In molte scuole superiori si fanno ancora i doppi turni. E la Sardegna tutta è al primo posto nel meridione per mancanza di scolarizzazione. Oggi lo sciopero indetto dalla Gilda a cui hanno aderito Cisl, Uil e Snals; e venerdì 18 sciopero generale e manifestazione Cgil, con la scuola in prima fila.
"La scuola non deve mai essere considerata come un'area di spreco dove poter tagliare a piacimento. Ridurre gli organici a Cagliari e in Sardegna vuol dire: non solo diminuire le unità lavorative, ma arrecare gravi danni al tessuto sociale dell'isola e incrementare la dispersione scolastica", ha affermato Pino Ciulu (segretario regionale della Cisl-scuola) durante la presentazione dello sciopero di oggi. Negli ultimi quattro anni la scuola sarda ha perso 3.500 posti di lavoro. Solo quest' anno sono state tagliate 316 unità. Tutto a "discapito del servizio complessivo offerto alla collettività, senza dimenticare che la Sardegna non può contare sugli investimenti di Fondazioni e imprese come accade nel nord Italia". Insomma: l'autonomia dei dirigenti scolastici è ridotta all'osso perchè non ci sono soldi. Inoltre dei 6.046 collaboratori scolastici (gli ex bidelli), ogni anno e per tre anni ne sarà sfoltito il due per cento, "con buona pace per la vigilanza nelle scuole". Anche per la pulizia, si tende a incentivare gli appalti a ditte esterne, "ma il risparmio ipotizzato è del tutto fittizio e intanto aumenta la precarizzazione". In questo quadro, che vede Cagliari tra i fanalini di coda della Sardegna, la Cisl lancia un appello al presidente della Giunta regionale, Mauro Pili, per firmare un nuovo accordo di programma con lo Stato in grado di rilanciare la scuola isolano.
La Regione, poi, ogni anno spende circa sessanta milioni di euro per finanziare la legge per il diritto allo studio. "Ma, dopo il disimpegno dello Stato, non sono più sufficienti. Così offriremo ai cittadini una scuola di serie C", ha precisato più volte Ciuli. Per tutti questi motivi la Cisl invita, oggi, allo sciopero.
Fra quattro giorni altra protesta, con la scuola in prima fila, della Cgil. Sciopero con manifestazione che si annuncia massiccio perchè inserisce l'istruzione nel più vasto problema delle carenze di sviluppo. Una società senza formazione e ricerca, ha spiegato l'altro ieri la Cgil-scuola durante la presentazione, è una società monca. La crisi della Fiat è soprattutto assenza di tecnologia. "Il gruppo torinese infatti - ha sottolineato Giorgio Asuni, responsabile della Camera del lavoro di Cagliari - negli anni scorsi ha puntato tutto sulla riduzione del costo del lavoro. E i risultati si vedono".
Per molti, in città, il diritto allo studio è ancora una chimera. Circa il cinquanta per cento degli studenti delle "superiori" è pendolare. Il che significa alzarsi presto la mattina e tornare a casa tardi con, in più, i compiti da fare. Poi vi sono gli istituti tecnici e professionali dove è necessario fare esercitazioni anche il pomeriggio con gli studenti che nell'intervallo per il pranzo non sanno dove andare. "L'istruzione è un problema di civiltà, un diritto universale che deve essere difeso da tutti i lavoratori e non solo dagli insegnanti. Il trascurare la formazione e la ricerca sono errori strategici che si pagano", ha affermato (e afferma) la Cgil scuola in vista dello sciopero generale del 18 ottobre. Per questo sindacato non ha senso separare la lotta alla quarta delega, la scuola, da quelle sul mercato del lavoro, sul fisco e sul sistema previdenziale.
"Il governo con questa finanziaria sta affossando la scuola - ha precisato Peppino Loddo, segretario regionale della Cgil scuola - si va verso la riduzione dell'età dell'obbligo scolastico". In città la lotta contro la dispersione scolastica (gli studenti che si iscrivono e poi non terminano il ciclo di studi) e la non scolarizzazione anche nell'età dell'obbligo è alta. Da qui il timore che la situazione peggiori visto che "siamo l'unico Paese europeo - ha sottolineato Loddo - che al posto di aumentare l'età dell'obbligo e incentivare le ragazze e i ragazzi verso la scuola, vuole diminuirla facendo sì che dopo i dodici anni di età, le alunne e gli alunni possano scegliere tra una scuola di avviamento al lavoro e la continuazione di una formazione di base". Insomma: ritorna il vecchio avviamento. Da qui l'invito della Cgil allo sciopero del 18.


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