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Nuova Sardegna-Il vero dramma riguarda la situazione dei precari

Il vero dramma riguarda la situazione dei precari" SASSARI. "Siamo molto amareggiati perch...

13/09/2003
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Nuova Sardegna

Il vero dramma riguarda la situazione dei precari"


SASSARI. "Siamo molto amareggiati perchè l'anno sta cominciando nel peggiore dei modi. E si profila all'orizzonte il progetto che inesorabilmente porterà alla scomparsa della scuola pubblica". Si preannuncia un altro autunno caldo per la scuola, almeno a sentire le parole dei rappresentanti della scuola, infuriati per la situazione dei docenti precari ma, più in generale, per la riforma Moratti che "è costruita fin dalla sua nascita per indurre i cittadini a preferire le strutture private. Una politica subdola alla quale sarà difficile opporsi".
Il malcontento sembra essere diffuso un po' ovunque e a tutti i livelli. A cominciare dalla disposizione secondo la quale ogni cattedra avrà d'ora in poi una disponibilità 'rigida' di 18 ore. "Questo fatto - spiega Lalla Odoni, della segreteria Cgil Scuola - ha creato uno sconquasso in tutti gli istituti superiori del territorio, soprattutto sotto il profilo della programmazione. Il La Marmora, ad esempio, a causa di questo provvedimento si è ritrovato con sedici docenti in sovrannumero che sono stati trasferiti in sedi lontane dopo tanti anni di servizio. E nelle altre scuole le 18 ore hanno totalmente scardinato la continuità dell'attività didattica. I consigli di classe sono stati stravolti e così tanti altri elementi che facevano parte integrante del sistema della pubblica istruzione".
Ma è quando si parla di precariato che dal sindacato arrivano le accuse più dure. "Da due anni non si fanno più immissioni in ruolo - dice Odoni -. Un fatto gravissimo che ha mandato nella disperazione un gran numero di persone che aveva investito nella scuola capacità, professionalità e tanto entusiasmo. Tutto dipende dalla politica scolastica degli ultimi anni, volta a foraggiare la scuola privata a danno di quella pubblica". Ma critiche arrivano anche per quanto riguarda l'abolizione dell'obbligo scolastico: "I ragazzi, finite le medie, possono tranquillamente abbandonare gli studi".
"Per non parlare del personale Ata che è così risicato nell'organico da rendere difficile il lavoro nelle segreterie. In questo modo le scuole non possono funzionare in modo corretto". Si prepara dunque un autunno di contestazione "nel quale - dicono i rappresentanti sindacali - occorrerà essere molto uniti".


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