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Nuova Ferrara-Per la Cgil lo sciopero più difficile

Per la Cgil lo sciopero più difficile Il segretario Ruzziconi inasprisce la polemica con Cisl e Uil Ieri l'attivo provinciale per preparare la giornata del 18 ottobre. Il dirigente nazionale Passon...

09/10/2002
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Nuova Ferrara

Per la Cgil lo sciopero più difficile
Il segretario Ruzziconi inasprisce la polemica con Cisl e Uil
Ieri l'attivo provinciale per preparare la giornata del 18 ottobre. Il dirigente nazionale Passoni: una lotta dura e lunga

Il 18 ottobre la posta in palio è importante e nella Cgil ve ne è la consapevolezza e il timore. Achille Passoni, della segreteria nazionale Cgil, concludendo i lavori dell'attivo provinciale in vista dello sciopero generale ha dato la misura di questo appuntamento: "Questa volta ci conteranno davvero, in fabbrica e in piazza". E a quei delegati che un attimo prima avevano pronisticato un successo dello sciopero Passoni manda a dire che considerata "la campagna di oscuramento della Cgil, scomparsa dall'informazione, non si può dare per scontato che lo sciopero riesca".
Quel che è sicuro - ha concluso il dirigente nazionale - "è che questa lotta non finisce il 18, ma continuerà ancora perché in gioco c'è il futuro dell'Italia".
Gli obiettivi concordati a Parma prima delle elezioni fra Confindustria e Berlusconi (politica neoliberista e attacco ai diritti, assetto neocorporativo, divisione dei sindacati) hanno trovato perfetta aderenza nel Patto per l'Italia "che tocca l'articolo 18, mercifica il lavoro, frantuma l'unità sindacale". Nella battaglia per sconfiggere questa strategia la Cgil si trova al tempo stesso più forte e più esposta. Più forte - afferma Passoni - per la capacità di essere divenuta punto di riferimento di un mondo che va oltre la rappresentanza sindacale, più esposta perchè dall'opposizione di centrosinistra non viene una parola chiara. "Chiediamo all'opposizione politica di dire che ne pensa dello sciopero generale del 18. Se è giusto o se è sbagliato. A patto che non si dica che è sbagliato perchè non è unitario. Diteci se lo sciopero contro la Finanziaria e il disegno che c'è dietro è giusto oppure no. Basta con la teoria che l'unità è condizione per l'esistenza dell'Ulivo".
L'esame dettagliato della Finanziaria, figlia legitimma del Patto per l'Italia, l'aveva fatto il segretario provinciale Beppe Ruzziconi nella relazione di apertura, che non ha risparmiato dure critiche a Cisl e Uil: "C'è una lettura divaricante tra noi e Cisl e uil sul concetto di democrazia sindacale. Perchè non hanno portato in discussione tra i lavoratori il Patto per l'Italia"; "Ora si ricomincia a parlare di pensioni, perché ottenuta la divisione sindacale si può passare alle pensioni, tanto prima o poi Cisl e Uil molleranno anche su questo". Ne approfitta anche per replicare a Uil e Cisl-scuola provinciali (che scioperano il 14 ottobre con Gilda e Snals, dopo aver rifiutato la proposta Cgil di scioperare insieme all'inizio di novembre): "Vorrei ricordare loro che il piatto avvelenato non è il nistro ma quello della Moratti che era contenuto nel patto che Cisl e Uil hanno firmato il 5 luglio, stiano più attenti la prossime volte poichè, come si vede, certe scelte ricadono sui lavoratori che essi rappresentano".
Se, a proposito di Finanziaria, è dialetticamente facile contrastare alcuni provvedimenti (taglio alle finanze di comuni e regioni, ricadute sulla sanità, la scuola, blocco assunzioni), opporsi alle scelte in materia di mercato del lavoro (precarizazione del lavoro dipendente), denunciare come improbabili le previsioni (inflazione, rapporto deficit-pil, crescita economica), più arduo è argomentare contro il taglio dell'Irpef per i redditi più bassi. Ruzziconi, ma anche Passoni, ricordano che per i contribuenti erano previsti analoghi benefici già dai governi di centro sinistra. Ma la vera differenza la fa la prospetiva "Attenzione - osserva Ruzziconi - l'avvio della riforma fiscale va contrastato e fermato ora, in quanto essa ha l'obiettivo delle due aliquote e quando le più alte saranno portate al 33% il maggiore e reale benificio sarà per i redditi più alti. Sarà la fine della progressività e il conto lo pagheranno i più poveri".
Passoni ha pronosticato che in primavera i falsi della Finanziaria verranno a galla e sarà necessaria una manovra aggiuntiva, "che sarà giustificata con gli effetti negativi sull'economia provocati dalla guerra all'Iraq".
Numerosi gli interventi dei delegati e dei dirigenti. Ecco un campionario. Daniele Brusa (edili): "Abbiamo l'obbligo di inserire nei contratti la clausola della democrazia, le piattaforme le approvano i lavoratori e idem le ipotesi di accordo. Se Cisl e Uil non ci stanno, si rompe". Davide Fiorini (Flai): "Sullo sciopero del 18 aspettiamo ancora la posizione dell'Ulivo". Isabella Galesini (funzione pubblica): "Per il nostro contratto mi auguro sia mantenuta la piattaforma unitaria, non dobbiamo abituarci a lottare da soli, la divisione dei sindacati è vissuta come una sconfitta dai lavoratori". Glauco Melandri (Fiom, Stayer): "Va bene l'unità, ma tra i oggi metalmeccanici è impossibile visto che sul terreno decisivo della democrazia sindacale siamo lontani". Rita Turati (segretaria Spi): "Dobbiamo spiegare bene che stanno sgretolando il sistema fiscale colpendo al cuore il valore solidaristico della fiscalità generale". Samanta Mazzoni (tessili): "Non è facile informare, per noi è impossibile fare assemblee pagate se non sono convocate unitariamente e Cisl e Uil non ci stanno. Ma nel nostro settore finora la risposta è stata molto positiva, anche sull'articolo 18, benchè quasi tutte le aziende siano sotto i 15 dipendenti". Gabriella Ursino (scuola): "Stanno cercando di boicottare il nostro sciopero anche facendo circolare l'idea che sia illegittimo. Non sarà facile, ma faremo in modo che vi siano tante scuole chiuse il 18 ottobre".


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