Nell’Ungheria di Orban, a scuola solo libri pubblicati dallo Stato
Gli insegnanti contro: «Diffondono l’ideologia nazionalista contro i migranti e la Ue». Anche lo studio sul «gender» vietato per decreto governativo
Antonella De Gregorio
Controllo dei media, guerra alle ong, detenzione dei richiedenti asilo. E adesso, alla lista nera delle violazioni dei diritti fondamentali di cui l’Europa accusa il governo di Viktor Orban, in Ungheria, potrebbe aggiungersi la «censura» dei testi scolastici. A questo sembra puntare la disposizione contenuta nella riforma dell’istruzione pubblica, avviato dal governo ungherese, che mette al bando i libri pubblicati da editori privati: nelle scuole statali potranno entrare solo libri pubblicati dal Centro Statale dello Sviluppo dell’istruzione (Ofi).
Propaganda per il nazionalismo
Tra insegnanti e genitori cresce il disagio: i testi scolastici resi obbligatori - dicono - propagano il nazionalismo di Orban. Presentano ad esempio l’immigrazione come un pericolo per i valori tradizionali della nazione. Suggeriscono che la Ue sia un organismo contro quale il Paese deve difendersi. «Gli studenti imparano che i migranti sono pericolosi, e che la lotta della nazione ungherese contro gli stranieri è un valore assoluto», dice Laszlo Miklosi, presidente dell’Associazione degli insegnanti di Storia.
Un «Paese omogeneo»
La Cnn spiega con un esempio quanto il punto di vista del governo permei i testi di storia ungherese: la sezione «multiculturalismo» si apre con una foto di rifugiati accampati sotto una stazione ferroviaria di Budapest. A fianco dell’immagine, un discorso pronunciato dal primo ministro sui pericoli della migrazione e l’auspicio che l’Ungheria resti «un Paese omogeneo per cultura, mentalità, abitudini di civiltà»: «valori che non desideriamo sacrificare».
Controllo
Prima della riforma, erano i comuni ad avere il controllo delle scuole pubbliche del Paese, ma negli ultimi anni lo Stato ha assunto la responsabilità della gestione del sistema educativo, inclusa la fornitura di libri di testo. András Romankovics, uno dei cinque editori indipendenti di libri di testo e presidente dell’Associazione nazionale che rappresenta 20 editori, ha avvertito che senza una vera diversità di libri, l’educazione dei bambini è a rischio.
Libertà accademica
Soffre della riforma anche l’insegnamento superiore. L’università fondata dal miliardario filantropo e noto nemico di Orban, George Soros, la Ceu, ha dovuto trasferire tutti i suoi corsi a Vienna, perché il governo non ha rinnovato la sua licenza. Una nuova legge ha posto limiti molto stringenti alle università dell’Ue e di Paesi terzi, in contrasto con il diritto di libertà accademica, quello all’istruzione e la libertà d’impresa stabiliti dalle norme europee. Per questo a dicembre 2017 la Commissione europea ha deferito il Paese alla Corte di Giustizia della Ue.
Lo studio sul gender
E lo studio sul «gender» è stato vietato per decreto governativo, con le università di Sociologia che offrivano la materia relativa di insegnamento costrette a cancellare le cattedre: «Questo studio non coincide con la filosofia del nostro governo», ha detto il portavoce governativo Zoltan Kovacs. «Due casi che rendono chiaro che la libertà accademica non esiste più in Ungheria», dice la professoressa Eva Fodor dalla Ceu.
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