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Ministro, così la scuola muore

Cambiano i governi, ma l’attacco alla scuola resta sistematico, micidiale. Il perbenismo del ministro Profumo diventa un’aggravante

14/10/2012
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Pubblico giornale

Fabio Luppino

 

Cambiano i governi, ma l’attacco alla scuola resta sistematico, micidiale. Il perbenismo del ministro Profumo diventa un’aggravante. Tremonti-Gelmini avevano un’idea precisa: tagliare, ridimensionare, marginalizzare. Il mondo della scuola sapeva di avere un nemico. Il tecnico dal passo felpato si dice amico dell’istruzione, conoscitore, «ho insegnato anch’io». Ecco, dove e in che tempi, signor ministro?

Profumo ha confermato ogni cosa della terribile riforma Gelmini e, anzi, prosegue in perfetta consonanza. L’idea di portare a 24 ore (senza alcun incremento retributivo) l’orario settimanale dei professori discende semplicemente da una ragione contabile e porterà, se dovesse trovare un Parlamento prono al momento dell’approvazione della legge di stabilità, enormi drammi sociali. Il risparmio quantificato è pari a un miliardo, Tremonti ne fece 8 in tre anni, siamo lì.
La Cgil parla di effetti devastanti. Vediamo perché.

Volgarmente si dice che gli insegnanti lavorino poco e anche il ministro che chiede più collaborazione avvalora questo luogo comune. L’orario attuale è di 18 ore: restano fuori le preparazioni dei compiti, la correzione degli stessi, la preparazione delle lezioni, le riunioni di dipartimento, i collegi dei docenti, il ricevimento genitori, i consigli di classe.

Vogliamo quantificare? L’arma letale delle sei ore in più si configura in due modi. 1)Per non avvalersi dei supplenti; 2) Conferendo gli spezzoni di ore agli insegnanti di ruolo, 18 +6. Sia nel primo, sia nel secondo caso si ha la cancellazione dei precari dalla scuola. Nel secondo caso, quando le 24 ore diventerebbero “frontali” la scuola tutta verrebbe a perderci. Il termine frontale è utilizzato dai professori per definire le ore passate in classe con gli alunni. Un insegnante di lingue con una classe in media tra i 27-30 alunni in cui svolge, grazie a Gelmini solo due ore per classe, si troverebbe ad avere, in caso di ore frontali, 360 alunni. Bene, caro ministro, ci spieghi lei come dovrebbe collaborare secondo la sua visione delle cose… I professori sono tenuti a fare addirittura dei piani alunno per alunno. Ci spieghi ancora, ministro con 360 alunni… A tutti i docenti è demandato il compito di individuare eventuali dislessie, disgrafie, disprassie. E elaborare percorsi formativi ad hoc. In una scuola in cui gli insegnanti di sostegno non ci sono quasi più e che ha deciso che per questi disturbi specifici dell’apprendimento non ci debba essere un professore ad hoc. Ma si immagina, signor ministro, se poi tutto questo si colloca in un contesto sociale difficile dove anche tutti gli altri hanno bisogno di essere recuperati esistenzialmente…

Con le 24 ore si creeranno disoccupati tra i professori di ruolo, uno su quattro: prima perdenti posto, poi in mobilità. Poi fuori. Lo sa questo Profumo? Così come vuole abolire i diplomifici vietando lo spostamento da Torino a Reggio Calabria. Ma lo sa che i diplomi si pagano e che i professori nelle scuole paritarie si sfruttano a 8 euro l’ora? E ancora. Lasciare fuori i precari dalla scuola e indire demagogicamente un concorso. Perché? Ci sono soldi, forse, per fare un concorso inutile e dannoso? La sua lontananza dalla cosa delicata che amministra, signor ministro, è il colpo più grave per la scuola pubblica di oggi.


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