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Messsaggero-Il premier frena le critiche contro Tremonti.

Nella notte lunga riunione del Consiglio dei ministri. Il Tesoro prima taglia e poi ripristina parte dei fondi delle Attività produttive Berlusconi striglia i ministri: basta veti Il premier frena ...

01/10/2002
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Il Messaggero

Nella notte lunga riunione del Consiglio dei ministri. Il Tesoro prima taglia e poi ripristina parte dei fondi delle Attività produttive
Berlusconi striglia i ministri: basta veti
Il premier frena le critiche contro Tremonti. Marzano minaccia: non ci sto
di MARCO CONTI

ROMA - Una maratona lunghissima. O sarebbe forse meglio dire, due consigli dei ministri in uno, visto che solo nella riunione di quest'oggi la legge Finanziaria acquisirà quella veste definitiva che permetterà a Silvio Berlusconi di consegnare il testo finale direttamente nelle mani del capo dello Stato.
Una lunga e non facile riunione notturna iniziata poco prima delle nove di sera con una serie di incontri bilaterali che Berlusconi, in compagnia di Gianni Letta, ha avuto con diversi ministri per appianare le forti tensioni accumulatesi negli ultimi giorni. Alle undici e mezza di notte, dopo una sorta di vertice di maggioranza, è iniziato il consiglio dei ministri. Da un lato i ministri che hanno visto sostanziosi ritocchi alle proprie disponibilità, dall'altro il superministro dell'Economia Giulio Tremonti appena rientrato dal G7 economico di Washington. In mezzo Silvio Berlusconi a far da pacere chiedendo ai singoli ministri, con toni ultimativi, di farsi ognuno carico della non facile situazione e accettare i tagli.
Con la faccia scura e una serie di cartelline sul tavolo, Berlusconi ha ricevuto prima della riunione dell'esecutivo buona parte dei ministri cominciando da Pisanu e Giovanardi. A seguire Fini, la Moratti, Martino e Sirchia. Il più irritato di tutti era il ministro alle Attività Produttive Antonio Marzano il quale ha da tempo imbracciato il fucile contro il suo collega di governo Tremonti. Tra Marzano e Tremonti non è mai corso buon sangue sin dai tempi del centrodestra all'opposizione. Ora fra i due è guerra aperta. Il ministro dell'Economia, armato di forbice, non si è fatto pregare due volte quando si è trattato di ridurre i fondi a via Veneto dopo aver tentato di sbarrare la strada allo stesso Marzano nella gestione degli stanziamenti per il Sud. Mentre i ministri Martino e Moratti in consiglio dei ministri sono entrati con l'idea di dar battaglia, Marzano ieri pomeriggio ha anticipato tutti facendo sapere che non intendeva votare la legge Finanziaria se il suo ministero fosse stato spogliato della gestione di alcuni fondi gestiti sinora integralmente dal suo ministero e dirottati al capitolo "bonus assunzioni".
Per tutta la giornata di ieri Gianni Letta ha lavorato di fino cercando di far deglutire a tutti i ministri i sacrifici di bilancio. Marzano è stato raggiunto telefonicamente dallo stesso presidente del Consiglio prima di lasciare Arcore per Roma. Il ministro alle Attività produttive ha espresso al premier tutta la sua contrarietà all'idea di stornare al suo dicastero una serie di fondi - dalla legge 488 a quella sull'imprenditoria femminile - fino ad ora di pertinenza esclusiva delle Attività Produttive. Tremonti, per venire incontro alle richieste di Marzano e dopo un pomeriggio passato in via XX settembre, è entrato in consiglio con una proposta di mediazione che riduce gli stanziamenti per il bonus assunzioni in favore della 488 e dell'imprenditoria femminile mentre la questione del fondo unico per il Sud verrebbe accantonata. Analogo lavoro di convincimento è stato fatto con la Moratti. Il ministro della pubblica Istruzione vuole far partire la sua riforma almeno in via sperimentale.
Prima della riunione del consiglio dei ministri si è tenuta a palazzo Chigi una riunione del Cipe con il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio rientrato da Washington insieme a Tremonti sull'aereo militare che è atterrato ieri mattina a Ciampino. Obiettivo della riunione avviare quella politica di controllo e contenimento dei prezzi che è sinora mancata e che, complice anche l'entrata in vigore dell'euro, ha portato ad un generale rialzo dei prezzi e ad una consistente fiammata dell'inflazione.


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