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Messaggero-Mia figlia, cavia da laboratorio

"Mia figlia, cavia da laboratorio" Le ansie di una madre, la replica della maestra: "Oggi sono più svegli" di RAFFAELLA TROILI ROMA - "Mamma, mamma, le maestre: scappiamo". No, l'anticipo p...

15/03/2003
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Il Messaggero

"Mia figlia, cavia da laboratorio"
Le ansie di una madre, la replica della maestra: "Oggi sono più svegli"
di RAFFAELLA TROILI

ROMA - "Mamma, mamma, le maestre: scappiamo". No, l'anticipo per Giulia non è stato una passeggiata. Non piange mai ma c'è stato un momento in cui ogni volta che durante un giro di quartiere vedeva all'orizzonte la sua scuola, gridava: "Scappiamo". Maria Tringali sentiva il cuore farle male. E i sensi di colpa tornare: "Sì, ho fatto di mia figlia un topino da laboratorio - si torturava - quando ancora poteva giocare". Ammette che un giorno ha pensato: "La prendo e la porto dalle suore". Era passato un mese, Giulia arrancava, "soffriva di questa diversità e noi con lei". Invece, la piccolina della classe ce l'ha fatta. E' una dei sette che hanno sperimentato l'anticipo dell'elementare nel 75° circolo didattico dell'Eur guidato dal preside Francesco Cataldi.
"Non è stato per niente facile - racconta la mamma - e per fortuna che a me sono capitati insegnanti splendidi, che si sono rimboccati le maniche. Perché è mancato completamente quel supporto universitario o comunque di esperti che era stato annunciato". Giulia è entrata in classe a ottobre (avrebbe compiuto 6 anni a gennaio), per l'occasione le è stata organizzata una festa di benvenuto. "Non ha avuto grandi problemi a socializzare, i compagni hanno cominciato a coccolarla, a fare i genitori, piuttosto le difficoltà sono emerse nell'assimilare. Ora, con sofferenza, sta andando. La ripresa è cominciata una ventina di giorni fa: è più serena, forse ha acquisito la consapevolezza che nel mondo esterno bisogna avere quella rabbia in più per farsi valere, al contrario dell'asilo". Ha ottenuto giudizi buoni nelle materie umanistiche, sufficienti per le altre. Stessa didattica, stessi percorsi, ha sperimentato inglese e informatica e come tutti i bambini s'è avvicinata al computer come a un gioco senza segreti. "Se potessi consigliare il ministro, le direi di aiutare di più gli insegnanti in questa prova e di creare le condizioni affinché i più piccoli non si sentano così soli tra i 'grandi". Quanto a me, non rimanderei Giulia a scuola in anticipo, aspetterei che fosse una delle tante. Perché la diversità l'ha pagata lei, poi noi genitori e gli insegnanti".
Promuove invece la sperimentazione e promuove Giulia, Simonetta Serromani: "I bimbi di oggi sono sempre più svegli e stimolati - dice l'insegnante - si adattano alle novità anche meglio di noi e questa è stata un'esperienza all'avanguardia che ci rende pronti per il prossimo anno. Forse anch'io mi aspettavo un supporto maggiore da parte dell'università, degli enti istituzionali. Neanche c'è stata una visita degli ispettori. Spero che da qui a giugno venga qualcuno a vedere quel che abbiamo realizzato perché la sperimentazione l'abbiamo fatta da soli". Sulle capacità di Giulia non ha dubbi: "I bambini vanno lenti, poi improvvisamente accelerano. Pensate che ha imparato a leggere e scrivere prima di altri". E con l'esperienza acquisita sul campo, consiglia di "potenziare i progetti di continuità tra materna ed elementare, di creare percorsi personalizzati per colmare presto eventuali lacune" e ai genitori di "affidarsi al consiglio degli insegnanti della scuola dell'infanzia per sapere se il bambino è pronto o no".



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