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Messaggero-L'esperto Usa: il sistema italiano è ingiusto e troppo rigido

UNO STUDIO SU 25 PAESI L'esperto Usa: il sistema italiano è ingiusto e troppo rigido RIMINI - Sono l'eccessiva rigidità e l'ingiustizia i principali mali del sistema scolastico italiano. Lo ha d...

24/08/2002
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Il Messaggero

UNO STUDIO SU 25 PAESI
L'esperto Usa: il sistema italiano è ingiusto e troppo rigido
RIMINI - Sono l'eccessiva rigidità e l'ingiustizia i principali mali del sistema scolastico italiano. Lo ha detto davanti alla platea di Cl a Rimini il professor Charles Glenn, docente della Boston University e padre del buono-scuola negli Stati Uniti, presentando uno studio relativo ai sistemi scolastici di 25 Stati in tutto il mondo.
"La rigidità - ha spiegato Glenn - è un problema specifico dell'Italia e si riferisce particolarmente al criterio di nomina degli insegnanti nelle scuole pubbliche. Il fatto che nelle scuole statali non siano in condizione di selezionare gli insegnanti, rende impossibile avere un progetto educativo chiaro, che è elemento cruciale per l'efficacia del sistema scolastico in una società pluralista come quella italiana. Il problema delle nomine dei docenti in Italia è estremamente grave e impedisce la necessaria flessibilità del sistema".
Sui problemi di reclutamento dei docenti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno fatto grandi dichiarazioni d'impegno, ma i nodi principali non sono stati sciolti. L'Ulivo tentò una riforma, che è ancora parziale. Ha introdotto la laurea per tutti, compresi i maestri, ma non ha intaccato il vecchio e macchinoso sistema delle graduatorie. A ciò si aggiungono le difficoltà del "mercato" della scuola, con professori frustrati da anni di attese per entrare in ruolo, che si fanno la guerra per una manciata di punti. Sempre l'Ulivo aveva cominciato ad introdurre il principio delle lauree abilitanti, per evitare i concorsoni da un milione di aspiranti. Ma al riguardo c'è ancora molta strada da fare.
"Per quanto concerne, invece, il problema dell'ingiustizia" secondo Glenn esso è comune agli Stati Uniti, all'Italia e alla Grecia. "In questi paesi - ha detto lo studioso - è impossibile per i genitori scegliere il tipo di educazione e la scuola per i propri figli, in quanto non ricevono risorse per l'educazione privata. Italia, Stati Uniti e Grecia sono i soli paesi contemplati dalla ricerca dove questa violazione dei diritti umani non è stata eliminata".
"Tuttavia - aggiunge Glenn - c'è di che sperare per il futuro: negli Stati Uniti la Corte suprema ha approvato l'introduzione dei buoni scuola, ed in Italia alcuni governi regionali hanno destinato risorse supplementari per i genitori, ma non c'è ancora nessuna decisione a livello di politica nazionale". L'autore della ricerca ha infine rilevato che "negli ultimi 6 anni il governo italiano ha più volte parlato di autonomia delle scuole, ma senza risultati ancora sufficientemente concreti".
Anche sui buoni scuola l'Italia attende decisioni del governo. Berlusconi, già prima del suo insediamento, aveva promesso che con i buoni o con altra forma da stabilire, avrebbe agevolato le famiglie che volevano mandare i figli alle private. Ma anche questa è materia esplosiva e oltre tutto richiede finanziamenti che al momento, con i conti in rosso dell'istruzione, non è il momento di tirare in ballo. Così, mentre l'esecutivo prende tempo, le Regioni prendono iniziative. E' il caso della Lombardia e del Veneto, che hanno già introdotto forme indirette di finanziamento.


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