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Messaggero: In piazza per protestare contro la finanziaria e per chiedere maggiori risorse

50 mila insegnanti e lavoratori della scuola - secondo gli organizzzatori dell'iniziativa - hanno protestato a Roma

28/10/2007
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Il Messaggero

ROMA - In piazza per protestare contro la finanziaria e per chiedere maggiori risorse, rispetto degli impegni contrattuali, e lotta al precariato. Per questo 50 mila insegnanti e lavoratori della scuola - secondo gli organizzzatori dell'iniziativa - hanno protestato a Roma per sollecitare il governo a favore della scuola pubblica e di qualità. E sempre oggi i lavoratori del settore, sia i docenti che il personale tecnico e amministrativo, hanno scioperato. Secondo i sindacati di categoria l'adesione all'azione di lotta è stata del 65-70%. L'affondo al premier Romano Prodi è venuto dal leader della Cisl Raffaele Bonanni che dal palco ha detto: «Abbiamo avuto solo miserie che equivalgono a 8 euro al mese, ci sembra perfino una provocazione. Non sono state predisposte le risorse necessarie per il rinnovo del contratto 2008-2009. È la prima volta che ciò accade nella storia della Repubblica». E poi: «Spero che Prodi si faccia sentire perchè venerdì ci sono stati 100 mila impiegati pubblici in piazza. Ora ci sono i dipendenti della scuola, mi auguro che dica che le parole date saranno mantenute».
I manifestanti hanno sfilato per il centro della capitale fra palloncini e musica. Dietro le note di “Dove vanno i marinai” il corteo è partito da piazza Bocca della Verità per arrivare a Piazza Navona, questa volta sulle note dell'Inno di Mameli. Lo striscione della Flc-Cgil, Cisl-scuola e Uil-scuola recitava «Per una scuola pubblica di qualità riconoscere e valorizzare il lavoro».
«Siamo scesi in piazza - ha affermato Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil - per lanciare un messaggio chiaro a Fioroni e a Prodi: sulla scuola non si scherza. Vogliamo le risorse per il rinnovo contrattuale e che si cominci a dire basta ad un insopportabile precarizzazione dell'insegnamento e della scuola». Secondo Paolo Pirani, segretario confederale della Uil: «Nella scuola non si può fare il gioco delle tre carte, il governo ha assunto degli impegni. Nei prossimi tre anni, invece, ci saranno due miliardi e mezzo in meno di risorse. Non si può fare scuola di qualità facendo le nozze con i fichi secchi. Queste persone meritano dal governo risposte a cui non possono essere fatte promesse vane». Dal sindacato sono arrivate critiche anche alla finanziaria: «E’ bulimica - ha sottolineato Francesco Scrima, segretario generale della Csil scuola - per la richiesta di impegno e responsabilità e anoressica per le attenzioni e pure gli investimenti». A suo avviso, questo sciopero «è la prima risposta contro la finanziaria che non prevede risorse per il rinnovo del contratto della scuola, privandola di un sacrosanto e legittimo diritto di vedere riconosciuto impegno e lavoro».
A. Ser.


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