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Messaggero: Gelmini: «Tempo pieno per 50mila ragazzi in più»

Il ministro: +8% rispetto all’anno scorso. Fioroni (Pd): ma ora è diventato un parcheggio

11/09/2009
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Il Messaggero

di GIULIA ALESSANDRI

ROMA Più classi di tempo pieno per tutti, da Nord a Sud. A pochi giorni dall’apertura dell’anno scolastico (lunedì in 12 regioni) il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha fatto il punto su uno dei servizi più richiesti dalle famiglie. La mensa. Secondo i dati forniti dalla responsabile della Scuola quest’anno «per effetto del taglio delle compresenze e dell’introduzione del maestro unico» alla primaria si siederanno a mensa 50.000 bambini in più, 35.000 in prima e 15.000 nelle altre classi. In tutto, ha spiegato il ministro, alla scuola elementare sono state attivate ulteriori 2.191 classi di tempo pieno rispetto al 2008/2009, 1.505 solo in prima. Il ministero parla di un +8% di bambini che usufruiranno della mensa e di un +2% totale di aumento delle classi. Mai, secondo viale Trastevere, «si era registrato un simile incremento da un anno all’altro». Per la Gelmini sono smentiti, così, gli allarmi della sinistra sull’introduzione del maestro unico. E per il ministero c’è anche una novità importante da sottolineare: l’incremento di tempo pieno in molte regioni del Sud: +5,2% in Sardegna, +3,7% in Basilicata, + 2,3% in Puglia. Tutto merito dell’introduzione, nelle prime classi, del maestro unico, secondo Gelmini: «lo ha scelto - ha detto - il 69,6% delle famiglie». Il 58,6% ha voluto, infatti, le 30 ore (con due giorni di mensa), l’11% le 24 e le 27 ore. A conti fatti, comunque, anche nelle 30 ore i maestri sono più di uno: ogni insegnante può coprire fino a 22 ore al massimo. E il 30,4% delle famiglie ha voluto il tempo pieno tradizionale con due docenti. Secondo quanto segnalano sindacati e associazioni dei genitori, poi, anche quest’anno molte domande di tempo pieno non sono state accettate. Ad aprile lo stesso ministro aveva fornito un dato: rispetto al 2008/2009 la richiesta è umentata «del 3,5%», aveva detto Gelmini al Senato. Se c’è stato un aumento del 2% delle classi, l’1,5% della domanda è rimasta inevasa. Vale a dire, facendo un po’ di conti, che oltre 500 classi richieste non sono state formate. Lo confermano i dati che vengono dal territorio. «A Roma - spiegano dalla Cgil - l’Ufficio scolastico ci ha comunicato che 300 bambini non avranno il tempo pieno. In altre province sono anche di più». Nella Capitale sono state penalizzate le aree del litorale e alcune periferie. A Bologna mancano all’appello 12 classi richieste e non concesse, a Modena si distribuiranno 400 pasti in meno, fanno sapere dal Pd. «E comunque - spiega Paolo Mazzoli, presidente dell’Associazione scuole autonome del Lazio - il ministro aveva annunciato un aumento del tempo pieno fino al 30%, siamo molto lontanti da quella promessa. Tuttavia un incremento anche minimo ci rallegra, sempre meglio che ulteriori tagli».
Anche i genitori si dicono delusi. Per il Moige l’aumento di tempo pieno è “irrisorio” rispetto alle promesse fatte. Per il Coordinamento dei genitori democratici guidati da Angela Nava «il tempo pieno non è affatto lievitato, si è solo consolidato. Non c’è un balzo statistico, c’è solo un incremento in rari casi. Bisognerebbe avere la tara tra domande ricevute e quelle accolte per capire cosa è accaduto davvero». Vediamo i numeri: l’aumento medio di tempo pieno è stato del 2% quest’anno. Nel 2008/2009, prima delle riforme della Gelmini, era stato dello 0,6% per un totale di 611 classi in più, contro le oltre 2.000 di quest’anno. L’incremento c’è. Tuttavia lo stesso premier Berlusconi, negli scorsi mesi, ha promesso, come effetto delle riforme, un +50% di tempo pieno quando il maestro prevalente sarà a regime. Per ora siamo molto lontani. Tanto che il Pd attacca il ministro: “la Gelmini si autoincensa”. Per l’ex ministro Beppe Fioroni “è finita l’era del tempo pieno e cominciata quella del doposcuola”. Il ministro ha anche annunciato di voler aprire a breve un confronto con le scuole sulla riforma delle superiori. Saranno utilizzati sia i canali Internet per comunicare (con una apposita web tv) che i tradizionali incontri sul territorio. Il ministero vuole raccogliere critiche e proposte. Ma bisogna fare presto: a dicembre Gelmini vuole cominciare a fare orientamento per le famiglie.


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