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Meno pubblicazioni e più sessioni L’abilitazione per i prof vale 6 anni

Sparisce il commissario Ocse, saranno tutti italiani. Il ministro «Il nuovo sistema responsabilizza gli atenei: la qualità delle assunzioni peserà sui fondi erogati»

27/07/2014
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Corriere della sera

Leonard Berberi

La terza sessione si farà. Ma con le nuove regole. La valutazione, per esempio, sarà sottoposta al parere di più organismi. Le pubblicazioni minime dei candidati scenderanno da dodici a dieci. Sparirà il commissario straniero dell’Ocse: doveva dare un contributo importante ai lavori, ma in qualche occasione ha finito per complicarli. L’abilitazione, poi, sarà valida per sei anni (non più quattro) per tutti: per chi sosterrà il prossimo esame e per chi, invece, è già abilitato nelle sezioni 2012 e 2013. Invece, chi non è stato giudicato idoneo nelle tornate precedenti potrà ripresentarsi dal 1° marzo 2015.

Dopo le polemiche e le denunce, le sentenze del Tar e le lettere anche degli esperti mondiali, un emendamento approvato nella commissione Affari costituzionali - e riscritto con l’accordo del governo e del ministero dell’Istruzione - cambia il «volto» dell’Abilitazione scientifica nazionale, la tappa obbligatoria per gli aspiranti docenti. «Il nuovo sistema rende più snella la selezione e responsabilizza gli atenei: la qualità delle loro assunzioni peserà sulla quota premiale del Fondo di finanziamento annuale», commenta il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

La terza sessione dovrà essere indetta «entro il 28 febbraio 2015» e si baserà, appunto, sulle nuove regole. Tra queste c’è anche quella che prevede un ruolo maggiore per l’Anvur (l’agenzia di valutazione della ricerca) e il Consiglio universitario nazionale. E ancora: il candidato potrà presentare la domanda in ogni momento e chi non risulterà abilitato potrà ripresentarsi «trascorsi 12 mesi dalla precedente candidatura». Resta però qualche nodo da sciogliere. Uno su tutti: la capacità delle «mediane» di giudicare davvero la produzione scientifica.