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Meno nozioni e più pensiero critico Scuola: ecco il curriculum a 4 gambe

Il seminario con Charles Fadel organizzato dall’Associazione Treellle: le sfide per la scuola e gli studenti per un curriculum adatto al XXI secolo

23/09/2017
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Corriere della sera

Charles Fadel
Charles Fadel

Per affrontare i decenni che verranno gli studenti italiani dovranno studiare un po’ di meno e molto di più. Meno nozioni e forse meno discipline, ma molto più interconnesse. Dovranno uscire da scuola con meno conoscenze generiche ma con molta più capacità di usarle anche in situazioni nuove, di svilupparle e collegarle. Sono i principi del curriculum del XXI secolo di cui si discute da qualche anno. E di cui martedì nel seminario organizzato da Treellle di Attilio Oliva, insieme a Franco Bassanini, Francesco Profumo e Stefano Paleari, hanno discusso l’americano Charles Fadel, autore del fortunato volume «Four dimensional education» e Michael Stevenson, direttore della divisione educativa dell’Ocse. «Oggi un bravo ingegnere deve saper anche comunicare il suo lavoro, spiegarlo, diffonderlo. E non solo, non dimentichiamo che in un momento in cui la competizione è globale un ingegnere o un manager per essere pagato cinque volte quello che è pagato un manager, diciamo, cinese, deve produrre cinque volte di più o un prodotto che sia cinque volte migliore».

Il mondo che cambia

Partendo da questi presupposti Fadel pone la massima importanza sulla capacità dei ragazzi, una volta usciti da scuola, di essere creativi e innovativi, di sapersi adattare a cambiare posto di lavoro anche spesso e ad affrontare situazioni che cambiano.

Il pensiero critico e i problemi complessi

«Una volta quello che un professore insegnava ai suoi studenti restava vero per tutta la vita - ha spiegato Stevenson - oggi non sappiamo neppure quali sono le sfide per i prossimi anni. Diventa sempre più importante oltre ad aver nozioni e competenze, imparare anche ad estrapolare da ciò ce sappiamo soluzioni per situazioni e problemi diversi: la scuola deve sviluppare il pensiero critico e le qualità per prendere decisioni e per risolvere problemi complessi».

L’importanza del sapersi adattare

Ma non basta più neppure solo questo secondo Charles Fadel. Sono appunto quattro sono i pilastri del curriculum del XXI secolo secondo le ricerche del centro studi che ha fondato: conoscenze e nozioni, competenze che servono per usare quelo che si è imparato, competenze sociali che riguardano l’atteggiamento e l’impegno (dall’empatia alla pazienza alla leadership: character, nella descrizione di Fadel) e le meta competenze che servono per adattarsi alle circostanze (comunicazione, capacità di collaborazione).

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La sfida per la scuola

Come può la scuola adattarsi a queste nuove richieste del mondo del lavoro ma anche dei ragazzi? Secondo i dati di Fadel, che ha studiato soprattutto il mondo americano e anglosassone, 9 studenti su 10 vorrebbero che si cambiasse il modo di insegnare e che ci si dedicasse a insegnamenti più pratici e utili. «Bisogna cominciare a immaginare uno spazio e un tempo flessibile nella scuola, con progetti multidisciplinari e di gruppo», spiega Fadel ricordando che per alcuni versi basterebbe tornare ad ispirarsi un po’ al metodo Montessori.


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