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Mattino-Prof più buoni Ma agli scritti voti da piangere

Prof più buoni Ma agli scritti voti da piangere SALVO SAPIO Effetto commissione interna. In attesa dai dati sugli orali, appena iniziati, è tempo di valutazioni definitive sull'impatto dei profe...

03/07/2002
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Il Mattino

Prof più buoni Ma agli scritti voti da piangere
SALVO SAPIO
Effetto commissione interna. In attesa dai dati sugli orali, appena iniziati, è tempo di valutazioni definitive sull'impatto dei professori "di casa propria" nei confronti degli alunni. I dati, manco a dirlo, arrivano dal sito Studenti.it (quello finito nell'occhio del ciclone per la questione della presunta fuga di notizie), in collaborazione con Mno (Mynet Opinion), con una verifica del livello d'aiuto, se cioè i commissari interni sono stati effettivamente più "buoni" con i candidati. E pare proprio che se ci sono stati più aiuti, c'è stata anche più severità nel giudicare gli scritti.
Alla domanda "chi ti ha aiutato di più nelle prime due prove dell'esame" il 44,73% degli intervistati ha dichiarato di essere stato aiutato da più o meno tutti i commissari interni, un altro 18,42% è stato aiutato da singoli commissari che non si sono fatti vedere dai colleghi. Solo il 7,8% degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto sostegno dall'esterno: amici, familiari e fidanzati. Un "fortunato" 2.6% ha ricevuto invece aiuti sia dai commissari interni che da persone che si trovavano fuori dalla scuola. I fautori della correttezza agli esami possono consolarsi con il 26,3% dei candidati che ha dichiarato di non essersi avvalso dell'intervento di nessuno, facendo un esame più o meno regolare.
Se sono aumentati gli "aiutini" sembrano essere calati i voti. Quelli delle prove scritte, resi noti dalle commissioni prima dell'inizio degli esami orali, sono infatti risultati più bassi di quanto molti maturandi prevedessero: complessivamente intorno ad un punteggio di 30-34. Eppure, quest'anno la percentuale di studenti che si è presentata agli esami con una media dell'8 è stata superiore rispetto al passato. Secondo i primi dati dell'Osservatorio sugli esami di Stato dell'Istituto nazionale di valutazione (Invalsi) - che ha compiuto un'indagine campionaria su 400 classi - la percentuale di studenti con una media superiore all'8 nell'ultimo anno di corso ha superato quest'anno il 17%, contro il 16% del 2001 e il 15,5% del 2000. Contemporaneamente, però, l'Osservatorio ha anche registrato un aumento degli studenti con una media inferiore al 6 nell'ultimo anno: oltre il 14% nel 2002, contro poco più del 10% nel 2001 e del 13% nel 2000. Quanto ai crediti, quest'anno ha realizzato il punteggio massimo pari a 20 quasi il 7% degli studenti, contro poco più del 5% nel 2001 e 2000. Ma d'altra parte, circa il 26% dei ragazzi ha realizzato un punteggio inferiore a 12. Ed ora ad impazzare sono i calcoli in vista del voto finale. A fronte della "debacle" degli scritti per molti studenti tutto si giocherà sull'esame orale ed in tanti, per raggiungere il fatico punteggio di 60/100, sperano che a pesare sia soprattutto la tesina. Estate caldissima, quindi, per i ragazzi ma anche lunga. Quanto infatti alla data di conclusione, tutto dipenderà dalle singole commissioni e dal carico di lavoro per i presidenti. Gli esami dovrebbero concludersi per fine luglio, ma nelle scorse settimane alcuni docenti hanno ventilato un possibile slittamento dei tempi fino ad agosto.
Una presunta facilitazione che favorirebbe, in particolare gli istituti privati. Ecco che la Cgil-Scuola ha avviato una vera e propria campagna contro i nuovi esami. In primis la protesta silenziosa richiesta ai docenti (un fazzoletto bianco da mettere bene in vista durante l'esame per manifestare il proprio dissenso) poi una lettera del segretario Enrico Panini dai toni bellicosi. "Con il nuovo esame di stato, mentre gli effetti sul bilancio dello stato saranno minimi, enormi saranno le conseguenze sulle prospettive di studio e di lavoro di chi frequenta la scuola secondaria superiore. Basti pensare che chi frequenta le scuole non statali sarà avvantaggiato. Infatti, nelle paritarie sarà valutato dai docenti che sono retribuiti dall'istituto presso il quale lo studente paga l'iscrizione e le rette di frequenza, mentre nella scuola legalmente riconosciuta, non paritaria, non sarà più valutato da docenti statali individuati a sorteggio. Formalmente gli esami continuano a definirsi di Stato, ma di fatto diventano simili alle prove finali di un ciclo di studi. Inoltre, i commissari esterni statali erano i garanti, in nome e per conto dello Stato, della qualità del percorso di studi effettuato e quindi della ufficialità della certificazione rilasciata. Per questo gli esami di maturità erano esami di stato. Ora si arriva al punto che privati cittadini, gli insegnanti delle scuole paritarie, diventano anch'essi commissari di Stato. Da qui ad avviare una campagna per fare perdere la validità legale al titolo di studio il passo è breve".


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