FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3770673
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-Ventimila No ai buoni scuola

Manifesto-Ventimila No ai buoni scuola

Ventimila No ai buoni scuola Erano in tanti ieri gli studenti in piazza a Venezia contro la legge regionale che favorisce le scuole private. E intanto, in vista del referendum abrogativo di domenica...

02/10/2002
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Ventimila No ai buoni scuola
Erano in tanti ieri gli studenti in piazza a Venezia contro la legge regionale che favorisce le scuole private. E intanto, in vista del referendum abrogativo di domenica 6 ottobre, i vescovi veneti invitano i cittadini ad astenersi. "Ripartiamo - scrivono - dalla riforma Berlinguer".
MARINA DELLA CROCE
VENEZIA
Un'invasione pacifica, l'hanno chiamata. Di certo non silenziosa quella che ieri mattina si è impossessata delle strade di Venezia. Erano infatti tantissimi (20 mila secondo i promotori) gli studenti scesi in piazza contro la legge regionale "che finanzia le scuole private dimenticandosi delle scuole pubbliche", e di conseguenza per dire "Sì" al referendum abrogativo di quella legge indetto per domenica prossima in Veneto. E' la legge del "buono scuola", voluta dal governo regionale di centro destra, che il 6 ottobre avrà il responso popolare, ma sulla quale, un po' inaspettatamente, ieri hanno espresso i loro dubbi perfino i vescovi veneti. Dubbi e anche un'indicazione di comportamento agli elettori: "astenetevi", è questo il suggerimento delle alte gerarchie cattoliche. Il che, dato il pulpito da cui proviene, suona come una mezza bocciatura politica della giunta Galan. "Prendiamo atto - si legge nella nota vescovile - dell'orientamento ampiamente condiviso da diverse realtà cattoliche e da molte associazioni laicali di non recarsi alle urne. Riaffermiamo che questa è una presa di posizione costituzionalmente corretta e moralmente significativa, e non comporta il venire meno ad un dovere civico perché la disciplina del referendum non prevede l'obbligo del voto. L'astensione - concludono i vescovi - consentirà invece di continuare il cammino riformatore appena iniziato con la legge Berlinguer (la n.62 del 2000) e permetterà di approfondire ulteriormente la discussione sulla concreta garanzia della libertà educativa delle famiglie". La Chiesa veneta, prendendo atto della spaccatura che i buoni scuola hanno creato anche tra le associazioni cattoliche, invita dunque gli elettori a rimanere a casa, ma non la pensa così la folla di studenti (ma in piazza c'erano anche insegnanti e genitori) che ieri ha letteralmente inondato le strade del capoluogo veneto. La manifestazione, partita dalla stazione ferroviaria, si è poi divisa in due distinti cortei. Uno dell'Uds, l'altro dei Disobbedienti. Entrambi, da punti di vista diversi, hanno contestato radicalmente la cosiddetta legge sul "diritto allo studio" della regione Veneto, ma anche la riforma del ministro Moratti, nonché i tagli alla scuola previsti dalla Finanziaria. Significativa era la bara portata a spalla dagli studenti per dire che con il buono scuola in realtà "è venuto a mancare proprio il Signor diritto allo studio". "La scuola è un diritto, regione riga dritto", si leggeva su uno dei tanti striscioni che guidavano la protesta. "I buoni scuola sono trucchi, i diritti sono di tutti", era scritto su un altro, mentre alcuni studenti discribuivano cioccolatini ai passanti con la scritta "questi sì che sono buoni". Slogan anche contro la guerra.

Combattivo al punto giusto, il primo corteo ha quindi raggiunto campo Santa Margherita, mentre l'altro, composto essenzialmente da giovani dei centri sociali, altrettanto animato e rumoroso, "assediava" simbolicamente Palazzo Ferri, sede del consiglio regionale. "Oggi abbiamo svuotato di senso questo palazzo - dice Tommaso Cacciari, a nome del corteo antagonista - che non ha più legittimità". Dopo aver chiesto ai consiglieri regionali di opposizione di uscire dal palazzo in segno di dissenso alla legge sui buoni scuola , i Disobbedienti hanno raggiunto l'altro corteo che nel frattempo aveva terminato la marcia a Santa Margherita. "Con questa manifestazione - spiega Marco Palma, coordinatore dell'Uds del Veneto - vogliamo denunciare la gravità di una legge di `diritto allo studio' che in realtà favorisce soltanto coloro che frequentano gli istituti privati, mentre si dimentica del tutto degli studenti che frequentano le scuola pubbliche. Infatti - aggiunge - ai 25 mila studenti della scuola privata sono andati 15.108 buoni scuola pari a 17 miliardi e mezzo di vecchie lire, mentre gli studenti della scuola pubblica non possono usufruirne in quanto la legge dice che chi non spende più di 300 mila lire (euro 154. 93) per rette e tasse di iscrizione non ne ha diritto". "Quello di domenica in Veneto - sottolinea Claudia Pratelli, dell'Uds nazionale - è un referendum che in questo momento acquista una valenza nazionale nel quadro della protesta degli studenti contro la riforma Moratti, di cui viene contestato l'impianto di fondo, e in vista dello sciopero generale indetto dalla Cgil scuola in programma per il 18 ottobre". Il 14 ottobre, incroceranno invece le braccia gli insegnanti aderenti a Cisl, Uil, Snal e Gilda.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL