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Manifesto-Università in rivolta contro la riforma Moratti

Università in rivolta contro la riforma Moratti Contro l'abolizione dei ricercatori lezioni sospese e sciopero di docenti e precari in decine di atenei La legge è pronta La ministra negozia con i ...

01/10/2004
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il manifesto

Università in rivolta contro la riforma Moratti
Contro l'abolizione dei ricercatori lezioni sospese e sciopero di docenti e precari in decine di atenei
La legge è pronta La ministra negozia con i rettori ma non arretra. Le opposizioni chiedono il ritiro del ddl, sindacati e precari pronti allo sciopero generale
MATTEO BARTOCCI
ROMA
Nelle università infuria la protesta contro la legge Moratti sulle università, contestatissima riforma che abolisce il ruolo dei ricercatori e precarizza ancora di più i rapporti di docenza negli atenei. La legge è ancora in commissione cultura alla camera ma la settimana prossima sarà pronta per l'aula. Ieri Letizia Moratti ha incontrato i rettori della Crui, ai quali ha garantito 143 milioni di euro in finanziaria e la promessa di non bloccare le assunzioni per gli atenei. Restano intatte le divergenze sulle deroghe alle assunzioni del 2004 mai attuate e il nodo del ddl sullo stato giuridico dei docenti, sul quale la Moratti ha sibillinamente confermato la sua "disponibilità a proseguire nel confronto di merito sui punti di discussione".

Il ddl però è pronto dalla fine di luglio e ormai attende solo il parere della commissione bilancio. Entro la settimana prossima il testo quindi potrebbe essere pronto per l'aula, con tanto di nomina del relatore. Ma essendo una una legge di spesa - e a causa dell'intasamento sulle riforme - la sua discussione potrebbe essere rimandata a dopo l'approvazione della finanziaria. Dietro le quinte c'è già un accordo di maggioranza per approvarla entro la fine dell'anno anche al senato. Ma il mondo accademico non ci sta e il fronte della protesta sembra quanto mai compatto.

Tutti i sindacati e le associazioni di docenza hanno annunciato uno sciopero generale degli atenei e una manifestazione nazionale a Roma il giorno stesso in cui il ddl Moratti approderà in aula. E sono ormai decine gli atenei in cui si estende il rifiuto da parte di ricercatori e docenti degli incarichi di supplenza e affidamento per la didattica.

Adesioni record in molte facoltà e rinvio dell'anno accademico con lezioni sospese a Firenze, Ferrara, Bologna, Padova, Roma1, Roma2, Palermo, Pisa, Università della Calabria, Venezia, Napoli Federico II, L'Aquila, Lecce, Milano Statale e Siena. Il senato accademico di quasi tutte queste università ha approvato mozioni di sostegno alla protesta e chiesto il ritiro del ddl. Si mobilitano anche Modena, Trieste, Milano Bicocca, Potenza, Torino (Politecnico), Sassari e Cagliari.

In piazza anche le università più piccole. All'università della Basilicata a Potenza tre facoltà su quattro hanno approvato all'unanimità lo sciopero delle supplenze e dei corsi. Per gli atenei del sud la situazione è più grave, come spiega il ricercatore Paolo Fanti: "La nostra università è come Melfi, dove gli operai lavoravano di più e venivano pagati di meno". Fino al 6 ottobre assemblee di ateneo a Firenze, Pisa, Torino e Padova. Martedì prossimo assemblea anche alla Statale di Milano, dove il documento di protesta è stato già sottoscritto da oltre 400 tra borsisti, docenti e ricercatori precari e di ruolo. Didattica rinviata all'11 ottobre all'università Federico II di Napoli - dove il senato accademico chiede ai presidi di "discutere con gli studenti le conseguenze del ddl Moratti" - e di 15 giorni a Palermo - dove la protesta è altissima a ingegneria, agraria, medicina, scienze, lettere, farmacia, architettura e scienze della comunicazione. A Napoli un'assemblea con oltre 200 ricercatori ha criticato la qualifica (tra il vago e l'onorifico) di "professore aggiunto" e chiesto lo sblocco delle assunzioni con la definizione di uno statuto giuridico dei ricercatori. A Firenze i docenti hanno indetto una settimana di stop dal 18 al 23 ottobre.

Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil, riassume così: "La protesta dilaga a macchia d'olio, appena il ddl Moratti arriverà in aula organizzeremo lo sciopero generale con una manifestazione nazionale a Roma".

Anche Titti De Simone, del Prc in commissione cultura, parla di una "mobilitazione diffusa, il dissenso al progetto Moratti arriva da tutti i livelli della docenza e dalle rappresentanze sindacali, con un collegamento positivo tra i ricercatori precari e quelli di ruolo". De Simone lancia una proposta: "Il 19 ottobre è previsto lo sciopero generale della scuola, non sarebbe male allargarlo anche agli atenei". Il Prc preme per un ritiro immediato del ddl Moratti. Anche i Ds in commissione cultura chiedono alla ministra di "ritirare o almeno di bloccare l'iter del provvedimento", che - secondo il deputato Andrea Martella - "è inefficace e dannoso, penalizza i ricercatori e non favorisce il ricambio generazionale negli atenei".


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