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Manifesto-Suona la campanella, è l'ora di sciopero

Suona la campanella, è l'ora di sciopero Scatterà in Lombardia la prima protesta contro la scuola di tagli della Moratti. Sindacati compatti MANUELA CARTOSIO MILANO Nelle scuole della Lombardi...

21/08/2002
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il manifesto

Suona la campanella, è l'ora di sciopero
Scatterà in Lombardia la prima protesta contro la scuola di tagli della Moratti. Sindacati compatti
MANUELA CARTOSIO
MILANO
Nelle scuole della Lombardia la campanella suonerà il 10 settembre e la prima ora - carica di simboli - sarà subito di sciopero. Proclamato da Cgil, Cisl e Uil per mettere in chiaro che, se lo scorso anno scolastico era finito male, quello nuovo comincia peggio. Nel corso delle vacanze, infatti, è cresciuto il numero degli insegnanti "tagliati" dal ministero. Dovevano essere 1.185, nonostante i 12 mila allievi in più che ci saranno quest'anno in Lombardia, sono diventati quasi 2 mila. Un migliaio di insegnanti saranno cancellati alle materne e nella scuola dell'obbligo, altrettanti nei "progetti speciali" (volti a integrare stranieri e nomadi e a contrastare la dispersione scolastica). Cifre allarmanti, peggiorate dalla mancata autorizzazione da parte del ministero ad assumere a tempo indeterminato 12 mila docenti. Tante sono in Lombardia le cattedre "scoperte" (su scala nazionale sono 80 mila) che, quindi, resteranno tali e saranno "coperte" da supplenti vecchi e nuovi. La mancata immissione in ruolo, spiega Wolfango Pirelli, segretario regionale della Cgil scuola, fa capire che i tagli "non si fermeranno qui". Le quotazioni di Letizia Moratti sono precipitate, dentro alla maggioranza deve vedersela con i distinguo dei centristi su una "riforma" ferma ancora in commissione. "Ma sull'uso delle forbici il governo è compatto". Anche se la ministra "tecnica" dovesse fare le spese di un eventuale rimpasto, chi la rimpiazzerà non si scosterà dalla logica dei tagli.Lo sciopero, a cui aderirà anche lo Snals, coinvolgerà circa 100 mila insegnanti e il personale tecnico, amministrativo e ausiliario di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il sindacato l'ha piazzato alla prima ora dell'anno scolastico con due finalità. Avere un forte impatto sull'opinione pubblica, stimolare le famiglie a chiedersi perché gli insegnanti esordiscono con uno sciopero. Riaprire le ostilità con un ministro che, nonostante le ammaccature, vuole scardinare la scuola pubblica per trasformarla in un'azienda privata e classista.La scarsità di fondi e la fronda dei centristi hanno tolto a Lady Letizia il contentino di "sperimentare" parti di una riforma non ancora approvata dal parlamento. La sperimentazione resta ovunque avvolta nel mistero. Salvo che in Lombardia dove, grazie alla consonanza d'idee e interessi con Formigoni, la ministra qualcosa ha ottenuto. In 30 classi, per un totale di 700 alunni, si sperimenterà il secondo canale dell'assolvimento dell'obbligo scolastico, quello della formazione professionale. Per anticipare una legge che ancora non esiste non si attuerà una legge che invece c'è, la riforma Berlinguer che ha alzato l'obbligo scolastico a 15 anni. L'esperimento lombardo, di fatto, abbassa a 14 anni l'obbligo scolastico e anticipa uno dei capisaldi della contro-riforma: la divisione di classe tra ricchi che proseguono gli studi e i poveri che imparano a tirare la lima. Con la scusa della Lombardia-laboratorio, commenta Pirelli, alla nostra regione tocca sempre il ruolo di apripista del peggio, sia per la scuola che per la sanità. Per contrastare la sperimentazione, che alla Cisl non dispiace, la Cgil impugnerà presso il Tar le convenzioni tra scuole e centri per la formazione professionale.Chiediamo a Pirelli un pronostico sul futuro politico di Letizia Moratti. "Rischia parecchio; ai centristi cattolici l'abbassamento dell'età per materne ed elementari non va proprio a genio". Se la super-tecnica finirà disarcionata per mano di un Buttiglione, "sarà comunque un gran bene". Nessun ministro si è allontanato tanto dall'idea di scuola pubblica, ha snobbato tanto i lavoratori della scuola, azzerando i rapporti con i sindacati che li rappresentano. Difficile per il successore fare peggio.


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