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Manifesto-Sindacato-Le divisioni tra noi sono troppo profonde-Epifani, Pezzotta e Angeletti parlano del futuro

SINDACATO "Le divisioni tra noi sono troppo profonde" Epifani, Pezzotta e Angeletti parlano del futuro P. A. "Io non chiederò certo alla Cgil di scioperare per l'applicazione del Patto per l'It...

12/11/2002
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il manifesto

SINDACATO
"Le divisioni tra noi sono troppo profonde"
Epifani, Pezzotta e Angeletti parlano del futuro
P. A.
"Io non chiederò certo alla Cgil di scioperare per l'applicazione del Patto per l'Italia, che non ha firmato", dice Pezzotta, segretario generale della Cisl. "A me basterebbe che scioperaste voi contro quel Patto", risponde Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. "E certo, perché per voi l'importante è solo scioperare, mentre per noi l'obiettivo è fare accordi", replica Pezzotta. Questo scambio di battute tra il segretario della Cisl e il segretario della Cgil è la chiave di lettura più diretta per comprendere lo stato attuale dei rapporti tra Cgil, Cisl, Uil. Lo scambio di battute fra i tre segretari generali, Epifani, Pezzotta e Luigi Angeletti, segretario della Uil, c'è stato ieri durante un dibattito al Cnel, organizzato dall'associazione Eguaglianza ' libertà, fondata da Pierre Carniti e Tonino Lettieri. I tre segretari generali si sono trovati insieme, in pubblico, per la prima volta dopo i lunghi mesi della rottura. All'ordine del giorno del dibattito (coordinato da Marco Cianca, giornalista del Corriere della sera), c'era proprio l'unità sindacale, un'espressione che riecheggia situazioni lontane e che viene declinata oggi in modo molto diverso dai dirigenti confederali rispetto a quei principi e a quelle pratiche degli anni `60 e `70 a cui ha fatto riferimento lo stesso Cianca nelle sue domande; la vera esperienza davvero unitaria del sindacalismo italiano - è stata la tesi che ha messo d'accordo un po' tutti ieri - è stata quella della Flm unitaria, il sindacato dei metalmeccanici. Un'esperienza che però non si è generalizzata e che molti giovani delegati che militano oggi nel sindacato non hanno neppure vissuto e che conoscono solo per sentito dire. Le condizioni di quel tipo di unità, oggi, sembrano siano svanite per sempre. Ma è una rottura definitiva e profonda, che parte più dalla base che dai dirigenti? O saranno le cose -la drammatica vertenza Fiat, la finanziaria, il contratto del pubblico impiego, per esempio - a determinare un nuovo tipo di unità d'azione?

Le certezze sono inferiori ai dubbi. La Cgil non viene neppure più invitata dal governo e dal ministro Maroni, la concertazione è passata da 40 organizzazioni a tre, Cisl, Uil e Confindustria. Ma oggi anche la Cisl ammette di essere insoddisfatta per la finanziaria e per la mancata applicazione del Patto per l'Italia e degli accordi successivi presi con il governo e la Confindustria senza la Cgil. "Io sono sempre insoddisfatto - ha detto Pezzotta - quando non si applica un accordo che ritengo positivo". Il segretario cislino ha detto che è ovvio che ora non si può chiedere alla Cgil di dare battaglia per applicare quel Patto, che è stato una delle fonti della rottura attuale. Ma quel Patto, per il segretario della Cisl, era comunque positivo e la Cisl si impegnerà "fino alla fine per farlo rispettare".

Sia la Cisl, che la Uil difendono insomma le loro scelte e non si sentono di aver tradito la causa ("Io non sono un traditore", ha detto esplicitamente ieri Pezzotta). Cisl e Uil rivendicano insomma tutte le loro scelte recenti, anche se con qualche difficoltà oggettiva, vista la situazione aleatoria e di completa incertezza delle regole che il governo Berlusconi pratica ogni giorno. "Con questo governo - è l'ammissione di Angeletti - siamo costretti a una trattativa continua". Pezzotta e Angeletti non accettano neppure il suggerimento di applicare quanto meno delle regole per far vivere la nuova "competizione pluralastica" che ha sostituito l'unità sindacale. Le regole non bastano, hanno detto sia Angeletti che Pezzotta, perché le trasformazioni impongono un ripensamento generale sul modello contrattuale, le relazioni industriali e perfino sul ruolo del sindacato nella società. Detto questo però l'unità è un'altra cosa.

Guglielmo Epifani ha spiegato ieri che non si tratta di capricci di dirigenti o di scelte politiciste. Quello che divide i sindacati è qualcosa di molto profondo: la concezione della democrazia (devono essere i lavoratori alla fine a votare sugli accordi), la concenzione della rappresentanza degli interessi (la Cisl ribadisce la rappresentanza dei soli iscritti); la diversa concezione del ruolo da giocare nel mercato del lavoro visto che Cisl e Uil pensano di essere parte attiva negli enti bilaterali e la Cgil è contraria. Poi ci sono dei fatti, degli eventi-ferite, come l'accordo "separato" del 5 luglio, l'accordo separato per i metalmeccanici, la rottura Fiat, le tre piattaforme per il contratto dei metalmeccanici. Certo, ha detto Epifani, ci sono anche punti di unione, come il contratto dei pubblici. Ma per ritrovare una vera unità bisogna ripartire dai fondamentali. E non è detto che sarà possibile nel prossimo futuro.

A concludere, in cinque minuti, Pierre Carniti che ha citato Kierkegaard. "Un uomo si era perso e, visto un boscaiolo, chiede: scusi qual è la strada per Londra? Il boscaiolo risponde: per andare a Londra lei deve tornare indietro perché sta andando nella direzione opposta". Morale della favola di Carniti: speriamo che sappiate dov'è Londra.


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