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Manifesto-Scuola, il governo si morde la coda

Scuola, il governo si morde la coda Niente nomine né ricorsi senza le firme dei dirigenti statali che, sino all'8 ottobre, potranno occuparsi soltanto di atti amministrativi ordinari. In virtù del...

24/08/2002
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il manifesto

Scuola, il governo si morde la coda
Niente nomine né ricorsi senza le firme dei dirigenti statali che, sino all'8 ottobre, potranno occuparsi soltanto di atti amministrativi ordinari. In virtù della legge Frattini. La scuola precipita sempre più nel caos
IAIA VANTAGGIATO
Il pasticciaccio brutto di viale Trastevere rischia, ormai, di diventare il giallo dell'estate. Nonché grancassa dell'inettitudine amministrativa di un intero governo. La scuola resta, al momento, la prima vittima ma l'indiziato del giorno non è Moratti. Il colpo di scena che conduce alla svolta delle indagini arriva ieri: sotto inchiesta cade il ministro della funzione pubblica Franco Frattini e soprattutto la legge da lui firmata e varata l'8 agosto scorso. Un vero ciclone che scoperchia il tetto del ministero dell'istruzione risucchiando graduatorie e residue speranze di nomina. Un ciclone che - dopo la scuola - rischia di abbattarsi su tutta la pubblica amministrazione. Meglio conosciuta come "Spoil System", la legge Frattini riordina - si fa per dire - la dirigenza statale, permettendo a ogni nuovo governo di fare piazza pulita dei vertici amministrativi nominati dall'esecutivo uscente. Lo spiega bene l'ex ministro alla funzione pubblica Franco Bassannini: "Hanno voluto azzerrare la dirigenza per avere uomini fedeli agli ordini di partito. La paralisi dell'amministrazione - non più moderna ma asservita - sarà totale".

Lo "Spoil System, infatti, concede sessanta giorni di tempo - a partire dall'entrata in vigore della legge - per decidere riconferme o eventuali sostituzioni. Prima di allora - questo il punto - nessun dirigente statale può compiere "atti amministrativi straordinari". E a tutt'oggi, per inciso, nessun dirigente è stato ancora riconfermato o sostituito.

Combinazione vuole che "atti amministrativi straordinari" vengano considerati tanto l'eventuale ricorso del dicastero dell'istruzione al consiglio di stato contro la sentenza emessa dal Tar del Lazio quanto la firma di nuove nomine - cioé la revisione delle graduatorie - in caso di rinuncia al ricorso. Due sole strade aveva Moratti dinnanzi a sé e proprio quelle due strade le sono state sbarrate. E a transennarle, di nuovo, è stato un ministro del suo governo.

Un governo indisponente che si morde la coda e gioca a pallamano, sordo alle voci della dialettica parlamentare. Un governo - semplicemente - ciuccio e presuntuoso: l'allarme sullo "spoil system", infatti, era stato lanciato a luglio da un ordine del giorno - naturalmente respinto - con cui l'opposizione chiedeva garanzie speciali e tempi di applicazione più lunghi proprio per i dirigenti generali del settore dell'istruzione e in funzione di un regolare avvio dell'anno scolastico. Una deroga negata sulla quale Letizia Moratti farebbe bene a fare marcia indietro: senza le firme dei dirigenti amministrativi l'empasse sarebbe totale. Solo a loro, infatti, spetta il compito di rappresentare lo stato: nelle liti, nei giudizi, nei ricorsi. Questioni sulle quali nulla possono - almeno per il momento, vista l'aria - capi di gabinetto o di dipartimento. E tantomeno ministri, ancorché unti dall'"unto del Signore".

"Si rischia la paralisi definitiva", tuona Enrico Panini della Cgil che definisce "avvelenati" i frutti della legge Frattini e "drammaticamente paradossale" la situazione in cui si trovano migliaia di supplenti alla vigilia dell'inizio delle lezioni. Come dire, il tempo stringe e forse sarebbe il caso di "evitare ulteriori tentennamenti" e applicare immediatamente la sentenza del Tar del Lazio. Il governo, forse, ne acquisterebbe in credibilità. La scuola pubblica ne acquisterebbe e basta.

Contro i proclami vittoriosi e le ormai patetiche dichiarazioni di Letizia Moratti - 23 agosto, ore 18.59: "Tutto pronto per il regolare avvio dell'anno scolastico. La sentenza del Tar non tocca le graduatorie" - insorge anche la senatrice Ds Maria Grazia Pagano che taccia il ministero di "totale e imbarazzante ignoranza" e giudica ridicola la minimizzazione dei problemi di una scuola che "non può essere amministrata come una azienda perché è una istituzione democratica". Democratica, sì. Ha detto democratica.

In Sicilia, intanto, il rinvio delle lezioni provoca lapilli e lava più dell'Etna e la Cgil grida alla strumentalizzazione: "Stanno tentando di approvare la legge sul buono scuola - afferma Santo Inguggiato - e cercano di infliggere un ulteriore colpo alla scuola pubblica". Pubblica, sì. Ha detto pubblica.

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