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Manifesto-Sabato Cgil in piazza a Milano: Saremo mezzo milione

Sabato Cgil in piazza a Milano: "Saremo mezzo milione" Manifestazione anche in Belgio. E venerdì contro la guerra in 31 paesi sciopera la Confederazione dei sindacati europei MANUELA CARTOSIO MIL...

12/03/2003
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il manifesto

Sabato Cgil in piazza a Milano: "Saremo mezzo milione"
Manifestazione anche in Belgio. E venerdì contro la guerra in 31 paesi sciopera la Confederazione dei sindacati europei
MANUELA CARTOSIO
MILANO
Sarà l'ultima grande manifestazione per la pace prima che le bombe inizino a cadere o la prima dopo lo scoppio effettivo della guerra? L'interrogativo pesa come un macigno sulla manifestazione nazionale della Cgil che sabato prossimo si terrà a Milano. Nata come mobilitazione per i diritti, a partire dalla difesa dell'articolo 18, la giornata ha cambiato titolo: "Per la pace e per i diritti". Non si tratta di una "aggiunta", spiega Carlo Ghezzi, segretario della Cgil nazionale, "la pace viene prima di tutto". Tra le due parole "il nesso c'è ed è forte", dice Susanna Camusso, segretaria della Cgil lombarda, "la pace è il diritto universale per eccellenza, la guerra distrugge vite umane e, insieme, distrugge le condizioni sociali ed economiche in cui può affermarsi il diritto delle persone ad avere migliori condizioni di vita e di lavoro". La guerra fa vittime anche dove le bombe non cadono, riguarda e condiziona l'equilibrio del mondo, cioè "tutti". Per sabato la Cgil punta a portare a Milano mezzo milione di persone. Ha organizzato 34 treni speciali, 2 voli charter, 2mila pullman e fissato tre punti di concentramento (Duomo, Cadorna, Loreto) per le ore 14. I cortei confluiranno in piazzale Duca d'Aosta, di fronte alla Stazione centrale, dove Guglielmo Epifani terrà il comizio conclusivo. Quella di sabato sarà una grande manifestazione "per evitare la guerra e a tutela dei diritti dei lavoratori", ha detto ieri Epifani dopo aver consegnato al presidente del Senato le 500 mila firme raccolte dalla Cgil a sostegno dei diritti. Le ragioni del no alla guerra il numero uno della Cgil le ha riassunte così: "Non ci può essere un mondo in cui il più forte decide come e quando colpire il più debole, dove non c'è rispetto per gli organismi internazionale, dove il potere delle armi afferma il potere economico". Quella di sabato, sottolinea Ghezzi, è una manifestazione "benedetta" dalla Ces, la confederazione dei sindacati europei. Si manifesterà anche in Belgio e, cosa senza precedenti, venerdì ci sarà uno sciopero generale europeo contro la guerra. Una fermata di 15 minuti, attorno a mezzogiorno, "simbolica ma importantissima, anche se pochi ne parlano e qualcuno ci ironizza sopra". Decisa all'unanimità dalla Ces, coinvolgerà 31 paesi europei. "Mentre l'Europa sulla guerra si spacca, il mondo del lavoro contro la guerra si unisce". Cgil, Cisl e Uil stanno suggerendo alle Rsu modi e forme per dare risalto al no alla guerra: "Suonare le sirene e, magari, anche le campane della chiesa vicina".

Dal vicino Piemonte la Cgil porterà a Milano 20 mila persone. Il segretario regionale Vincenzo Scudiere ha verificato "di persona" che "il rifiuto della guerra va ben oltre le prese di posizioni dei governi e le indicazioni che vengono date". Per questo non ci sono state difficoltà a spiegare perché una manifestazione indetta per i diritti sia diventata una mobilitazione contro la guerra. Dei diritti non ci si dimentica, sull'articolo 18 il governo ha ribadito di voler andare avanti. Ma la pace, è ovvio, avrà "la prevalenza". A maggior ragione quella di sabato non sarà una manifestazione solo della Cgil, l'adesione sarà "trasversale". Quanto allo sciopero di un quarto d'ora di venerdì, "si accetta il simbolo, ma in caso d'attacco all'Iraq la reazione nei luoghi di lavoro sarà più consistente". "Da queste parti c'è una manifestazione tutti i giorni, si fanno manifestazioni persino di quartiere", racconta Gianguido Naldi, segretario della Fiom dell'Emilia Romagna. Per andare a Roma il 15 febbraio non erano bastati treni e pullman. "Stiamo lavorando a tutto spiano per far riuscire bene anche la manifestazione di Milano". Però, ammette Naldi, la "trepidazione" è tanta, si vive alla giornata, attaccati al filo di quel che succede all'Onu e con la certezza, allo stesso tempo, che comunque Bush la guerra ha già deciso di farla. Lo sciopero di venerdì sarà travolto dal precipitare degli eventi? Il segretario della Fiom spera di no e aggiunge che il quarto d'ora, seppur simbolico, segna "un salto di qualità". Il no alla guerra, che dilaga da settimane nelle strade del mondo, "entra" nei luoghi di lavoro di tutta Europa.

Piccola notazione: nessuno dei sindacalisti che abbiamo sentito ha citato tra i punti della manifestazione di sabato la posizione del governo italiano sulla guerra, ha chiesto - come ha fatto ieri Rutelli - "dove sta Berlusconi?". Nella sua irrilevanza, sta con Bush.


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