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Manifesto-Restituiamo un futuro alla scuola

Restituiamo un futuro alla scuola ALBA SASSO Dopo aver demolito con ostinazione ogni atto del precedente governo sulla scuola, dopo aver condotto un sistematico attacco all'autonomia , dopo aver riv...

12/04/2002
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il manifesto

Restituiamo un futuro alla scuola
ALBA SASSO
Dopo aver demolito con ostinazione ogni atto del precedente governo sulla scuola, dopo aver condotto un sistematico attacco all'autonomia , dopo aver rivelato col documento Bertagna la filosofia di fondo della proposta- meno scuola per tutti-, dopo aver digerito il flop degli Stati generali, dopo aver incassato un consenso dimezzato dalla conferenza Stato-Regioni e dopo aver questionato con i comuni sulla questione dell'anticipo nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare l'imperturbabile Ministro Moratti ha fatto approvare dal governo la sua proposta per la scuola, che è stata presentata questa settimana in Parlamento. Una proposta che affida alla delega quasi tutto il progetto e soprattutto quegli aspetti sui quali il Ministro sa bene di suscitare dissensi e proteste. E' assai grave sottrarre al parlamento la discussione su come sarà la scuola per i prossimi decenni, che è problema che riguarda l'intero paese, perché attraversa i temi dell'identità culturale, dei diritti di tutti e di ciascuno, dell'idea di sviluppo economico e sociale. Ed è ancora più grave aver già fatto scelte che definiscono i confini e vincoli all'interno dei quali si muoverà quella proposta, col decreto sull'inizio dell'anno scolastico, con la legge finanziaria, con la proposta di legge di modifica degli organi collegiali, con la ossessiva rimozione di tutte le riforme già avviate dal centrosinistra. E' una scuola a cui si taglia respiro: si riducono le risorse finanziarie, si riduce il numero degli insegnanti - come da anni auspicava Confindustria -, si torna indietro rispetto alla scommessa di della qualità della scuola pubblica, quella capace di mettere a valore differenze e diversità, di promuovere il diritto di tutti al bene istruzione. E con la proposta di legge sulla modifica degli organi collegiali si cancella il governo collegiale e democratico della scuola che di quelle finalità è garante, in nome di una scuola governata come un'azienda, appunto, e "condizionata" di volta in volta da interessi singoli e privati.

Una volta sistemati questi tasselli il percorso è obbligato e la filosofia del progetto resa più esplicita. E' un modello di scuola che rappresenta un'idea di società avara e arretrata: dove appunto le disuguaglianze sociali diventano il criterio con cui ridisegnare il sistema. E allora percorsi a due velocità già nella scuola di base, (che altro è questo anticipo pasticciato, questa implacabile volontà di valutare il "rendimento" fin dai primi anni della scuola elementare?) e percorsi rigidamente differenziati alla fine della scuola media.

Perché canalizzare precocemente e ridurre l'obbligo scolastico, come la proposta Moratti fa, significa segnare distanze incolmabili tra i due percorsi: quello di chi va a scuola, quello di chi va a imparare un mestiere. E' la scuola che vuole Tremonti, occasione di risparmio. E' la scuola che vuole Bossi, libera dal peso di tutte le diversità, segnata da una cultura miope e localistica. E' la scuola che vuole Moratti, ispirata a un familismo e a un privatismo clerico-aziendale, dove il pubblico sarà sempre più residuale e servirà, come si prevede per la sanità, a drenare risorse per il privato. E', infine, la scuola che vuole la parte più arretrata di Confindustria, quella che basa la sua competitività sulla riduzione dei salari, quella che non intende investire nella qualità del lavoro. Una proposta miope: un boomerang per il futuro del paese.

Non c'è modernità, non c'è possibilità di crescita per il paese se si rinuncia a costruire un luogo plurale e pubblico di formazione delle nuove generazioni, se c'è meno cultura per tutti, se si dismette l'idea che l'istruzione rappresenti una risorsa per la cittadinanza democratica, una leva potente per lo sviluppo dell'economia.

Ma che idea di società e di futuro c'è dietro questo modello di scuola? E quali disvalori metterà in circolo? Se questo progetto dovesse passare non perderebbero solo i singoli cittadini, perderebbe, in capacità di futuro, l'intero paese. E' per questo che una riforma del sistema scuola non può essere affidata per delega al governo. E la durezza dello scontro, la significatività della posta in gioco stanno moltiplicando luoghi e soggetti dell'iniziativa politica.

Il no a decidere per delega sulla scuola è stato tema essenziale della piattaforma politica del 23 marzo - e su questo la Cgil scuola ha raccolto in pochi giorni centinaia di migliaia di firme - e la scuola sarà tra i temi dello sciopero del 16 aprile. E' stata presentata al senato una mozione sul governo della scuola, sulle sue inadempienze. Si annuncia una forte battaglia di opposizione in parlamento sulla proposta Moratti e sul disegno di legge sugli organi collegiali.. C'è una grande spinta a inziative sulla scuola nei partiti del centro sinistra; si stanno mobilitando, anche su temi specifici - gli esami di stato, gli organi collegiali -, le associazioni dei docenti e dei genitori, si sta allargando una rete di scuole comprensive ( elementari e medie) non disposte a tornare indietro su riforme già praticate, si ripropone il movimento dei "fazzoletti bianchi per la democrazia nella scuola" con un nuovo appuntamento per il 22 e il 23 aprile. I movimenti giovanili- i primi a intervenire- continuano le loro battaglie, ci sono appelli di intellettuali, si moltiplica il popolo degli e-mail . Il 12 aprile si è autoconvocata la commissione che, nella scorsa legislatura, ha lavorato sul progetto culturale per la scuola riformata, il 13 aprile girotondi di cittadini circonderanno i luoghi istituzionali del governo della scuola, Ministero e provveditorati. E il tema democrazia e formazione sarà tra le prime iniziative dell'associazione "Aprile".

La grande tradizione, il patrimonio della scuola pubblica è linfa vitale per la democrazia del paese ed è come l'aria: nessuno è disposto a perderla.


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