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Manifesto-Quel decreto va impugnato

Quel decreto va impugnato" Parla Corrado Mauceri dell'Associazione scuola della Repubblica I. VA. Corrado Mauceri - del Coordinamento nazionale dell'Associazione per la scuola della Repubblica - ri...

04/09/2003
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il manifesto

Quel decreto va impugnato"
Parla Corrado Mauceri dell'Associazione scuola della Repubblica
I. VA.
Corrado Mauceri - del Coordinamento nazionale dell'Associazione per la scuola della Repubblica - ride per non piangere: "Pensi che anche Silvio Berlusconi - che ha due figli che frequentano le scuole private - potrà accedere ai contributi previsti dal decreto Moratti-Tremonti". Questa è vera democrazia: finalmente anche i pargoli del presidente del consiglio potranno andare a scuola.

Cosa pensa del decreto con cui il governo ha deciso di finanziare la scuola privata?

Tutto il male possibile anche perché non si tratta del primo passo in questa direzione. Altri finanziamenti erano già stati concessi sia dallo stato - grazie alla legge di parità approvata dal centrosinistra - sia, ancora, dalle regioni e dagli enti locali.

A quanto ammontano i finanziamenti già erogati?

Impossibile dirlo visto: regioni ed enti locali, anche in virtù di ragioni puramente burocratiche, sfuggono a qualsiasi controllo. Così che, a tutt'oggi, nessuno è in grado di dire a quanto ammonti l'onere complessivo degli stanziamenti a carico della finanza pubblica. E questo "in omaggio" al principio secondo cui le scuole private non possono comportare alcun onere per lo stato. E, dunque, all'articolo 33 della nostra Costituzione

Da questo punto di vista, però, la diabolica coppia Moratti-Tremonti è a posto: i soldi sono stati dati direttamente alle famiglie. E senza distinzione di reddito.

Sì, è stato un bel modo per aggirare l'ostacolo ma sempre di onere per lo stato si tratta. Quanto alle fasce di reddito, la Costituzione non dice "eccessivi" oneri, dice niente oneri e basta. E senza oneri significa che l'istruzione privata - che pure nel nostro ordinamento costituzionale ha diritto di esistere - non deve pesare sulla finanza pubblica né sotto forma di contributi né sotto forma di mancate entrate cioè di detassazioni.

Crede che la legge sulla parità varata, nel 2000, da Berlinguer abbia aperto la strada al provvedimento appena approvato?

Sì e per due motivi. Si è trattato della prima legge che - in modo esplicito - prevedesse il finanziamento a carico dello stato delle scuole private. Non che prima stanziamenti a loro favore non ce ne fossero ma venivano iscritti nel bilancio e non, per così dire, nella legge. Con Berlinguer il principio del finanziamenti delle private viene affermato, per la prima volta, con una legge dello stato.

E il secondo motivo?

E' quello più grave e concerne il principio in base al quale le scuole paritarie private farebbero parte del sistema nazionale di istruzione. Come se - in tutto e per tutto - potessero prendere il posto di quelle pubbliche. In questo modo, peraltro, viene loro riconosciuta la funzione di servizio pubblico.

Quello di Moratti e Tremonti è un decreto e non una legge. Dunque appellarsi alla Corte costituzionale non è una strada praticabile. Cosa contate di fare?

Dire, innanzitutto, che si tratta di un decreto illegittimo perché applicativo di una norma di legge - la finanziaria valida per il 2003 - palesemente anticostituzionale. Quindi - su questa base - impugnare il decreto davanti al Tar del Lazio e chiederne l'annullamento. Una legge non può essere impugnata ma il suo primo decreto attuativo, sì.

L'Associazione per la scuola della Repubblica terrà la sua prossima riunione nazionale il 7 settembre, a Firenze. Parlerete anche di questo?

Sì, e lanceremo un appello alla mobilitazione generale - cui speriamo rispondano tutte le organizzazioni democratiche e di sinistra che hanno gridato allo scandalo - per intraprendere nuove e concrete azioni legali.


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