FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3778979
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-La scuola secondo Moratti

Manifesto-La scuola secondo Moratti

La scuola secondo Moratti Nessun finanziamento e vecchie proposte riciclate: è la "nuova" riforma della scuola d'infanzia, elementare e media. Protestano sindacati e opposizione: "E' solo uno spot ...

13/09/2003
Decrease text size Increase text size
il manifesto

La scuola secondo Moratti
Nessun finanziamento e vecchie proposte riciclate: è la "nuova" riforma della scuola d'infanzia, elementare e media. Protestano sindacati e opposizione: "E' solo uno spot del governo"
IAIA VANTAGGIATO
Otto miliardi di euro scaglionati in cinque anni più un decreto legislativo che - salvo imprevisti - dovrebbe portare all'attuazione della riforma della scuola dell'infanzia, elementare e media. E non è che l'inizio, perché entro due anni arriveranno i prossimi decreti attuativi. "Con questa riforma - annuncia il premier - abbiamo attuato il nostro programma elettorale". Peccato che gli investimenti siano solo annunciati e che comprendano le risorse già previste dalle leggi finanziarie del 2002 e del 2003 e finora mai erogate. E peccato, soprattutto, che anche ieri di Tremonti si siano perse le tracce. Perché ci sarebbe piaciuto che a illustrare quello che Letizia Moratti ha definito "un piano ampio, articolato e finalizzato alla modernizzazione del sistema", fosse stato il ministro dell'economia. L'unico in grado di dire se questi otto miliardi di euro esistano davvero oppure no. Nella seconda delle ipotesi i progetti di Donna Letizia andrebbero ancora una volta in fumo: niente lotta alla dispersione scolastica, nessun rafforzamento della formazione tecnica superiore né valorizzazione del personale docente e non docente, nessun contributo al servizio nazionale di valutazione né al potenziamento dell'attività informatica. Quanto al potenziamento delle attività motorie e ludico-sportive degli studenti, manco a parlarne.

Ah già, precari. Finisce che con tutte queste novità ce ne dimentichiamo pure noi: "E' incredibile - tuona Giovanna Grignaffini, capogruppo dei Ds in commissione cultura alla camera - che Moratti non abbia fatto loro alcun cenno né che abbia deciso di glissare sulle strutture scolastiche fatiscenti e su un inizio d'anno scolastico quanto mai tribolato".

Come per Tremonti, del resto, anche del piano di finanziamento sembrerebbe non esserci traccia alcuna: "Non è un caso - commenta il segretario generale della Cgil scuola Enrico Panini - che lo schema del decreto non sia preceduto da alcuna legge ordinaria di finanziamento. Questa è la palese conferma che siamo di fronte ad un provvedimento autofinanziato". Di "propaganda, privatizzazione e precariato" parla anche Maria Chiara Acciarini, capogruppo Ds nella commissione cultura del senato: "otto miliardi di euro solo annunciati e mai stanziati". Anche secondo Titti De Simone sarebbe interessante riuscire a capire dove il governo intenda prendere questi soldi "visto che nel Dpef non ce n'è traccia alcuna. Questi finanziamenti sono solo specchietti per le allodole". E per non sembrarvi troppo a sinistra, ci spostiamo un po' più al centro. "Sulla scuola solo spot ma fondi zero - commenta secco il responsabile cultura della Margherita Enzo Carra - tanto che il Dpef già approvato non contiene nessuno stanziamento in favore della scuola".

E tuttavia, il giorno di gloria a Donna Letizia non ci fa il cuore di rovinarglielo. Dai e dai - potremmo dire - alla fine quasi ce l'ha fatta. E, finalmente acquietata, ha trionfalmente presentato la sua riforma. Che prevede piani di studio personalizzati, maggiore autonomia degli istituti, centralità dell'insegnamento dell'italiano e della matematica, nascita del docente tutor, formazione degli insegnanti, monte ore flessibile, introduzione di inglese e informatica sin dal primo anno della scuola primaria nonché obbligo di una seconda lingua europea a partire dalla prima media (perché non l'ebraico o l'iracheno?), abolizione dell'esame di stato alla fine della quinta elementare e anticipo graduale delle iscrizioni.

Va da sé che - stando a quello che dice il ministro - si manterranno il tempo pieno e il tempo mensa: per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, le famiglie potranno scegliere tra un minimo di 24 e un massimo di 30 ore settimanali (per il pieno, speriamo, e non per la mensa); alle 27 ore obbligatorie previste per la scuola primaria se ne aggiungeranno 3 di attività e insegnamenti opzionali per un totale di 30 ore; 6 in più quelle previste per la secondaria di primo grado. E per la gioia di tutte le mamme - che si vedranno invase da truppe armate di ragazzini cucine e terrazze - anche corsi di cucina e giardinaggio. Perché è alle famiglie, soprattutto, che Letizia ha pensato: "Saranno loro - ha detto - a decidere il percorso formativo dei figli. Così saranno responsabilizzate nel decidere gli anticipi e nel cooperare con le scuole per le attività didattiche e la compilazione del `portafoglio' delle competenze personali". Se poi ci scappa, come ci scapperà, qualche corso supplementare a pagamento, tanto meglio.

Questa è una bomba, non una riforma. E hanno ragione i consiglieri regionali di Fi Lorenzo Zirri e Leopoldo Provenzali a definirla epocale: mai prima d'ora si era vista una riforma così priva di innovazioni. A cominciare dall'ormai leggendaria figura del docente tutor che dovrebbe occuparsi delle attività didattiche e curare i rapporti con le famiglie e con gli alunni. Cos'altro hanno fatto, finora, i docenti? Quanto all'inglese e all'informatica - ribadisce la deputata Ds Alba Sasso che definisce la "riforma epocale" un ritorno al passato - "sono in realtà esperienze già realizzate dalla scuola italiana". E sui piani di studio personalizzati non c'è voce che sia discordante: "Nascondono in realtà una riduzione dell'orario obbligatorio di lezione nella scuola pubblica".

Unanime, il coro dell'opposizione e dei sindacati boccia i provvedimenti e minaccia battaglia. La Cgil definisce il decreto sbagliato nel metodo e nel merito e preannuncia assemblee nelle scuole e una grande manifestazione nazionale contro un decreto che - secondo Panini - "riesce addirittura a peggiorare la legge stessa; una legge autofinanziata con decine di migliaia di posti soppressi, con le mancate immissioni in ruolo e l'inqualificabile peggioramento delle condizioni di lavoro dei precari". Di concreto, incalza Pecoraro Scanio, ci sono solo i soldi alle private e annuncia che, lunedì prossimo, i Verdi saranno davanti alle scuole "per informare i genitori delle bugie di Moratti e Berlusconi"; anche i Cobas scenderanno in piazza il 26 settembre contro la "controriforma" che - come afferma Piero Bernocchi - porta finalmente a casa il risultato cui tanto teneva: lo smantellamento della scuola pubblica attraverso la drastica riduzione della sua qualità e del tempo-scuola.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL