FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3769445
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-Autunno statale

Manifesto-Autunno statale

CONTRATTI Autunno statale Il governo conferma il blocco degli stipendi. Oggi l'incontro all'Aran PAOLO ANDRUCCIOLI Tra sindacati e governo ci potrebbe essere uno scontro, nonostante il Patto per...

03/09/2002
Decrease text size Increase text size
il manifesto

CONTRATTI
Autunno statale
Il governo conferma il blocco degli stipendi. Oggi l'incontro all'Aran
PAOLO ANDRUCCIOLI
Tra sindacati e governo ci potrebbe essere uno scontro, nonostante il Patto per l'Italia. L'oggetto del nuovo conflitto che non riguarda la sola Cgil è il rinnovo contrattuale di circa 3 milioni di dipendenti pubblici. Sono coinvolte categorie diverse - dai ministeriali, al personale della scuola - ma rese omogenee in questo momento dal punto di vista della rivendicazione salariale. Sarà decisivo quindi l'incontro di questa mattina nella sede dell'Aran per capire le reali intenzioni del governo e soprattutto per cercare di intuire se anche questa volta - nonostante le chiusure della vigilia e i proclami politici generali - ci potranno essere margini di compromesso, magari affidati, come altre volte al vicepremier Gianfranco Fini. Oltre agli interessi sindacali entrano infatti in gioco interessi politici vista la composizione dei dipendenti pubblici e le mire espansioniste di An e di una parte del Polo in questo settore. Decisive ovviamente anche le reazioni della Cisl, tradizionalmente molto attiva nel settore pubblico. Eppure le premesse sono pessime, perché finora gli interventi autorevoli dei rappresentanti del governo Berlusconi sono stati tutti all'insegna della chiusura, al limite della provocazione. Anche ieri il ministro del welfare e del lavoro, Roberto Maroni, ha confermato la volontà del suo governo di non discostarsi dal tasso dell'inflazione programmata. Il ministro ha polemizzato perfino con il segretario della Cisl, Savino Pezzotta che ha continuato in questi giorni di vigilia di trattativa a chiedere di alzare il tasso di inflazione a cui ci si deve riferire per stabilire l'entità degli aumenti contrattuali: "In tutti questi anni - ha detto Maroni - il modo di comportarsi è stato quello di partire dal tasso di inflazione programmato e poi recuperare l'inflazione. Se qualcuno ha cambiato idea lo dica chiaramente". Il riferimento al segretario Pezzotta non è velato. Il ministro - forzando un po' la ricostruzione del sistema delle relazioni sindacali nel pubblico impiego - ha detto che così è stata la politica dei redditi di questi anni. In realtà i contratti sono partiti dall'inflazione programmata per arrivare poi a un compromesso rispetto ai dati dell'inflazione reale. In ogni caso Maroni è stato chiaro e ha accusato la Cisl di voler disdire la politica dei redditi stabilita dagli accordi del `93 e del `98. Se con la Cisl Maroni è critico, con la Cgil continua a essere alquanto aggressivo. Parlando ieri a Varese, Maroni ha detto che "c'è una trattativa in corso, ma c'è un sindacato che spinge per rompere qualsiasi tipo di accordo. Il sindacato fa però il suo mestiere solo quando fa un negoziato forte sapendo che poi è suo interesse, come interesse nostro, arrivare a un accordo". La conclusione di Maroni, in perfetto stile berlusconiano, è all'insegna dell'ottimismo: i sindacati, ha detto, si convinceranno e si arriverà a un accordo come è già successo per il Patto per l'Italia e il Dpef. Ma questa volta non è detto che le cose vadano come vuole il ministro. La Cgil, che si sta preparando allo sciopero generale, si appresta a dare battaglia già da oggi all'Aran. "In questi mesi - spiega Laimer Armuzzi, segretario generale della funzione pubblica Cgil - si è determinata una inflazione reale di gran lunga superiore a quella programmata e prevista. Siamo al 2,4% che significa una media annuale sul 2,2%, ovvero almeno mezzo punto in più rispetto al previsto". E per il 2003 la situazione tenderà perfino a peggiorare dal punto di vista del gap tra inflazione programmata e inflazione reale. "Il governo - spiega ancora Armuzzi - prevede un'inflazione all'1,4%, ma in realtà i più ottimisti e fiduciosi prevedono un 2%, ovvero ancora più di mezzo punto di scostamento". L'interpretazione della trattativa di Armuzzi è opposta a quella di Maroni: se non si garantisce il potere d'acquisto, spiega il sindacalista, si è fuori dall'accordo del 23 luglio. "E' il governo, per primo, che sta rompendo quel patto". In realtà le posizioni del governo a proposito dei contratti non sono separabili dagli altri (tanti) errori del governo Berlusconi sul terreno della politica economica.

Palesi insofferenze si registrano anche in casa Cisl e in casa Uil. Ieri il segretario della Uil, Angeletti, ha detto che il suo sindacato non si sente vincolato al dato dell'1,4% di inflazione programmata. Anche per i sindacalisti della funzione pubblica della Cisl quel dato proprio non va bene. "Se il governo è arrivato a proporre il blocco delle tariffe - dice Nino Di Maio della Fps-Cisl - vuol dire che si ammette il cambiamento dei dati sull'inflazione. Se quindi si insiste su quell'1,4% noi non faremo nessun accordo".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL