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Manifesto-Andreotti non è sopra la legge

APPELLO Andreotti non è sopra la legge In seguito alla sentenza di condanna a carico del senatore a vita Giulio Andreotti, diciotto parlamentari del Comitato "La legge è uguale per ...

22/11/2002
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il manifesto

APPELLO
Andreotti non è sopra la legge
In seguito alla sentenza di condanna a carico del senatore a vita Giulio Andreotti, diciotto parlamentari del Comitato "La legge è uguale per tutti" hanno firmato un appello in difesa dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura. "Crediamo che una legge uguale per tutti sia alla base della convivenza civile in un sistema democratico e su questo presupposto ci siamo mossi in questi mesi. Davanti ai clamori e alle polemiche conseguenti alla condanna in secondo grado del senatore Andreotti, riteniamo di dover ribadire che un sistema democratico deve basarsi sul bilanciamento dei poteri, nel quale ogni mandato si deve esplicare nel pieno rispetto di tutte le regole, e che quindi nemmeno l'investitura del voto popolare può essere considerata prevalente e in questa ottica consideriamo che sia patrimonio inviolabile l'autonomia e l'indipendenza della Magistratura".

Ripetuto che per tutti la presunzione di non colpevolezza deve essere totale fin al compimento del giudizio, crediamo che non si possa usare il caso specifico per alimentare una polemica sulla credibilità della Magistratura e quindi scardinare l'ordinamento costituzionale, così come crediamo che il caso specifico non possa essere indicato come sintomo di malessere, crisi, non funzionamento o quant'altro della Magistratura.

Ad esempio, non si tratta di un disinvolto, arbitrario, interessato procedere di un Pm, ma si tratta di un giudizio emesso da un collegio composto anche da giudici popolari, di una decisione specifica che può essere anche "sbagliata" ma comunque si tratta di una decisione che deve essere accettata, può essere modificata e corretta, e può essere non condivisa e discussa, auspicabilmente alla luce di tutti gli elementi e quindi a sentenza depositata, nel pieno rispetto e nell'accettazione delle regole democratiche che abbiamo prima richiamato.

Una sentenza che viene modificata in appello non è sintomo di una patologia del sistema giudiziario, ma è la prova del suo funzionamento.

Si continua a parlare di giustizia senza dire cosa si vuole cambiare.

C'è il legittimo sospetto che continueremo a discutere di progressivi ridimensionamenti della Magistratura anziché affrontare i veri problemi della giustizia per tutti. Lo diciamo anche da garantisti, ma ancora una volta le garanzie debbono essere per tutti e non solo per alcuni.

Abbiamo invece assistito ad una serie incredibile di straripamenti, di aprioristiche assoluzioni politiche, di inammissibili giudizi di chi riveste cariche istituzionali, di accuse, evidentemente interessate, di processi televisivi, che peraltro sono un privilegio soltanto di alcuni condannati, che nei fatti sono diventati solamente, per testo e contesto, attacchi alla magistratura".

Per ulteriori adesioni: m.acciarini@ senato.it, a.battisti@ senato.it

Sen. Maria Chiara Acciarini, Sen. Alessandro Battisti, Sen. Daria Bonfietti,On. Valerio Calzolaio, On. Francesco Carboni, Sen. Renato Cambursano, Sen. Mario Cavallaro, Sen. Nando Dalla Chiesa,Sen. Bruno Dettori,Sen. Tana De Zulueta, Sen. Anna Donati, On. Giovanni Kessler, Sen. Marina Magistrelli, Sen. Achille Occhetto, Sen. Pierluigi Petrini, On. Roberta Pinotti, Sen. Albertina Soliani, Sen. Gianpaolo Zancan.


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