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Liberazione-Università di Siena, contestata Moratti e la sua riforma

Assemblea e mobilitazione unitaria al rettorato. Anche il corpo docente e non docente si ribella Università di Siena, contestata Moratti e la sua riforma CM Gli studenti: "Ciampi non mollare....

04/12/2002
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Liberazione

Assemblea e mobilitazione unitaria al rettorato. Anche il corpo docente e non docente si ribella
Università di Siena, contestata Moratti e la sua riforma
CM
Gli studenti: "Ciampi non mollare. La finanziaria non deve passare". Ma la ministra tira dritto
Un vero blitz quello della Moratti alla cerimonia di apertura dell'anno accademico all'Università di Siena alla presenza di Ciampi. Per lo meno è stata interpretata così la sua presenza dagli studenti che non è risultata neppure troppo gradita. Mentre Moratti ribadiva il proseguimento dell'attuazione della sua riforma garantendo - parola di ministro - l'esame di tutti i problemi "sinora emersi in modo da apportare gli opportuni correttivi", gli studenti dentro il rettorato le voltavano le spalle e quelli sotto le grosse finestre urlavano: "Ciampi non mollare, la finanziaria non deve passare".
"Ieri circolava qualche notizia - racconta Sonia, coordinatrice degli studenti di Siena - ma non c'era bisogno che il ministro si presentasse a sorpresa. La mobilitazione era già stata decisa perché i problemi della scuola nascono da tempo. Le abbiamo più volte chiesto di incontrarci. Anche oggi (ieri, ndr) glielo abbiamo urlato dalla finestra. Ma pare si sia volatilizzata nel nulla. Questa riforma non ci piace ma siamo qui per dialogare". Evidentemente Moratti non la pensa così. Il suo obiettivo resta quello di "garantire una maggiore flessibilità al sistema in funzione dei diversi corsi di laurea" partendo dalla constatazione che "la riforma non è ancora completata" ma "nel suo complesso è stata ben accolta". Per realizzare un'università di qualità - aggiunge il ministro - c'è bisogno di recuperare risorse che possono giungere anche da investimenti della società civile (leggi privati, ndr). Moratti va avanti per la sua strada, tappandosi anche le orecchie, dato che le sarebbe bastato ascoltare gli slogan urlati sotto le finestre del rettorato, per capire il vero clima che tira nelle varie scuole d'Italia. I soggetti del corpo docente e non docente chiedono una chiara e decisiva inversione di rotta. Moratti fa orecchie da mercante anche al "grido d'allarme" lanciato da Piero Tosi nella sua veste di presidente della conferenza dei rettori. "Un'università con finalità pubbliche - aveva detto nel suo discorso Tosi - ha bisogno di adeguate risorse dello Stato. Oggi ci battiamo per la sua sopravvivenza". Le scuole sono quasi ovunque occupate. "A Siena - conferma Nicoletta - sono in occupazione l'istituto tecnico Tito Sarrocchi, il Galilei e presto si aggiungeranno il classico e un altro istituto". Sotto accusa la finanziaria che prevede tagli all'istruzione. Decurtamenti che, al Cnr, sono già costati l'uscita dai consorzi europei. Chissà se l'intenzione del governo è quella di portare anche l'intero sistema scolastico italiano fuori dall'Ue. "La mobilitazione di oggi (ieri, ndr) a Siena - dice ancora Sonia - intende mettere a fuoco tutti i problemi che gravitano intorno all'istruzione". Uniti sotto lo stesso vessillo, a tutela di un'istruzione pubblica, ieri, erano quasi cinquecento. Una mobilitazione nata spontaneamente, anche se decisa in un'assemblea autoconvocata alla facoltà di Lettere, che è partita da piazza Tolomei per poi dirigersi sotto il rettorato. Accanto agli studenti quasi tutte le realtà sociali della cittadina toscana. Dalla sinistra giovanile all'unione studenti, ma anche Attac e social forum per far capire - come ribadiscono i giovani comunisti senesi - che "la scuola è di tutti e combattere questa riforma significa porsi contro l'appiattimento culturale che si va facendo strada nel paese". Al presidente è stata consegnata anche una bandiera riportante il testo dell'articolo 11 della Carta ("L'Italia ripudia la guerra..., ndr) per ricordargli che sotto scacco vi sono alcuni principi fondamentali della Costituzione da non mettere troppo in discussione.


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