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Liberazione-Scuola, ancora più precari

Nemmeno i 21mila posti promessi potranno avere l'immissione in ruolo Scuola, ancora più precari Governo inadempiente sulle assunzioni stabili Fabio Sebastiani Ancora più precari nel mondo...

18/07/2002
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Liberazione

Nemmeno i 21mila posti promessi potranno avere l'immissione in ruolo
Scuola, ancora più precari
Governo inadempiente sulle assunzioni stabili

Fabio Sebastiani

Ancora più precari nel mondo della scuola. Il governo ha deciso un blocco "di fatto" delle assunzioni attraverso il mancato rispetto del 31 luglio come termine ultimo per l'immissione in ruolo di 21mila docenti (appena un quarto di quanto richiesto dai sindacati). Da settembre, quindi, i posti vacanti saranno ricoperti esclusivamente da supplenze annuali, e quindi con personale precario. Non solo, pochi giorni fa è arrivata una sentenza della Corte costituzionale che impedisce alla pubblica amministrazione di applicare le normative vigenti nel settore privato: in pratica, nessuna assunzione stabile dopo anni e anni di precariato nel mondo della scuola. A lanciare l'allarme sono i sindacati di categoria, Cobas compresi, che parlano di un inizio d'anno all'insegna della "precarizzazione".
Ad oggi, affermano Cisl Cgil Uil Snals e Gilda, il ministero non ha ancora indicato il contingente delle immissioni in ruolo per il prossimo anno e dal Tesoro giungerebbero segni nella direzione di una forte stretta sulla spesa scolastica. Le assunzioni richieste dal ministero dell'Istruzione, ricordano i sindacati, sono 21.000, "già molto al di sotto della soglia dei posti vacanti" (i sindacati ne avevano chiesti 80mila), ma nelle scorse settimane è "apparso chiaro che il loro numero sarebbe stato ridotto di molto". Un nuovo incontro tra il ministro ed i sindacati e' previsto per il prossimo 23 luglio. Le nomine in ruolo, ha scandito il leader della Cgil Scuola Enrico Panini, "non si faranno, oppure, le poche che verranno fatte non avranno decorrenza economica da settembre 2002 perché fatte dopo il 31 luglio". La situazione "è gravissima - ha detto - anche perché una decisione di questa portata non ha precedenti ed è l' "ouverture" di un inizio anno ampiamente a rischio prima ancora di partire". Panini ha quindi annunciato che la Cgil ha dato in queste ore mandato ai propri legali "per diffidare e denunciare il ministero dell'Istruzione per le mancate nomine ruolo, che rappresentano - ha detto - anche una interruzione di servizio pubblico, perché siamo in presenza di oltre 80 mila posti vacanti". Per un governo che "considera l'istruzione pubblica una merce, è ovvio considerare i posti di lavoro come una spesa superflua da ridurre: il diritto degli studenti a un'istruzione pubblica di qualità - ha commentato - non è fra gli impegni di questo ministero". I Cobas sono sul piedi di guerra e stanno già preparando le mobilitazioni del caso. "E dire che la Moratti - è scritto in un comunicato - si era insediata dicendo che avrebbe risolto il problema dei precari nella scuola". Critiche arrivano anche dalla Cisl Scuola: Per la prima volta, ha detto il segretario generale Daniela Colturani, si andrebbe verso la "totale precarizzazione di tutti i posti vacanti nella scuola, che verrebbero coperti con le supplenze annuali". Uno scenario, secondo Colturani, da "guerra tra poveri". "Siamo di nuovo in ostaggio - conclude - del Tesoro e la gestione della pubblica istruzione è ancora una volta affidata a questo dicastero".
Duro anche il giudizio del segretario generale della Uil Scuola Massimo Di Menna, che parla di un "colpevole ritardo" e di un "forte clima di sfiducia e incertezza tra i docenti". Ma c'è di più: "Se si andasse verso il blocco delle assunzioni, il risultato sarebbe un'ulteriore precarizzazione del lavoro nella scuola - già oggi il 10% dei docenti ha un rapporto di lavoro precario - senza alcun giustificato motivo sul fronte del risparmio, che per il prossimo anno risulterebbe comunque marginale". I posti da coprire, in altre parole, restano, ma, secondo Di Menna, "si sta procedendo con un'inaccettabile improvvisazione".
Dura la posizione del coordinatore della Gilda Alessandro Ameli: "C'è la chiara volontà di arrivare all'obiettivo "assunzioni zero": una scelta politica miope e insensata, sia perché in prospettiva non si prevede un turn-over del personale docente, la cui età media è tra i 50 e i 65 anni, sia perché non assumendo si avranno solo docenti scarsamente motivati".


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