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Liberazione-La brutta scuola

Migliaia di studenti a Roma protestano per il degrado degli istituti di ogni ordine e grado La Brutta Scuola Maria R. Calderoni Scuola-a-pezzi. Ma non per modo di dire. Dal Nord al Sud, pas...

21/11/2002
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Liberazione

Migliaia di studenti a Roma protestano per il degrado degli istituti di ogni ordine e grado
La Brutta Scuola
Maria R. Calderoni
Scuola-a-pezzi. Ma non per modo di dire. Dal Nord al Sud, passando per i piccoli centri, i ragazzi alla fine si sono arrabbiati, e scendono in strada coi loro cartelli e i loro striscioni scritti a mano col pennarello blu. Ma basta.
Perciò oggi a Roma, venuti da tutta Italia, sono qui a dire, ancora una volta, che la scuola pubblica in buona parte è: malridotta, maltenuta, malandata, scorticata, inadeguata, inospitale, decrepita, fatiscente, triste, piccola, sporca, umida, buia. Quando non pericolante.

La lista
Gli aggettivi in elenco non sono nostri: li abbiamo desunti, tutti in fila, scorrendo le pagine e pagine della DENUNCIA. Non solo quella, antica e reiterata anno per anno (e mai ascoltata) di Uil e Legambiente - si vedano anche quella fresca fresca datata 2002 -; ma anche quella nuovissima, colorita, beffarda, insieme allegra e impietosa che i ragazzini-studenti del Nord e del Sud, appunto, fanno correre e rimbalzare sulla Rete, per esempio in un sito che si chiama "Studenti. it. ". Davvero, se ne sentono delle belle, poveri ragazzi.

"Carenze di aule, crepe in molti dei muri interni, infiltrazioni d'acqua dal soffitto, scala anticendio inagibile", liceo scientifico Farinato, Enna. "Succursale nel garage", liceo scientifico Einaudi, Siracusa. "Non sono presenti uscite di emergenza, la caldaia non funziona, non funzionano né rubinetti né gabinetti. Colpo di grazia: le tubature sono in amianto", liceo ginnasio Nuoro. "Sono Simona. La mia scuola si trova in condizioni disastrose. Abbiamo i muri di cartongesso e la porta si blocca. I riscaldamenti? Un'utopia! Crepe profondissime! Macchie di umidità sul soffitto!", liceo ginnasio Ivo Oliveti, Locri. "Piove piove piove. Piove dalle lesioni del solaio, bisogna usare gli ombrelli nei corridoi. Ditemi voi se è possibile???", istituto tecnico Medi, Lecce. "Struttura fatiscente, completamente rovinata. Porte mancanti ai bagni (servizio self service, se vuoi una porta al tuo gabinetto devi prendertela da terra e appoggiartela", liceo scientifico statale Sbordona, Napoli. "Abbiamo stilato una lista dei danni ed è la seguente: porte difettose, porte bucate, tapparelle che non si abbassano/alzano, prese di corrente non a norma e fili scoperti, lampadine fulminate e plafoniere che si staccano, soffitto mezzo crollato, infiltrazione di acqua dal tetto, crepe numerose, finestre bloccate e pericolanti, intonaco che cade a pezzi, lavagna a muro rotta, parti del muro sgretolate, e fatevi un'idea voi per quanto riguarda i servizi igienici", liceo scientifico Talete, Roma. "La scuola è priva di uscite di sicurezza e l'uscita principale dà su un cortile interno per uscire dal quale bisogna passare da una galleria che trafora l'edificio stesso, in caso di terremoti si rivelerebbe una trappola per topi", liceo classico Leopardi, Recanati. "Siamo Beatrice e Antonio, nella sede del liceo scientifico, quello fatiscente, l'aula magna è già stata dichiarata inagibile, ma viene comunque utilizzata, le crepe solcano pareti e pavimento (che è il soffitto di altre classi...), piove dentro la maggior parte delle classi", liceo Ricci, Lugo. "La presenza di crepe, spesso profonde, non passa inosservata!", liceo ginnasio Calasanzio, Carcare (Savona).

Vi è piaciuto? (Ed è solo un assaggio della nutrita e colorita antologia).

Non nuovo
Ma sì, non è nuovo. il quadro non è sorprendente, anzi è noto e risaputo. Dossier ricchi di dati e tabelle giacciono su molti tavoli, ben in evidenza anche su quello del ministro Moratti. Proviamo a riassumere? Secondo il Quarto Rapporto (2002) sulle condizioni dell'edilizia scolastica della UilScuola, il 15 per cento dei nostri istituti - 41. 328 sedi con oltre 10 milioni di "utenti " - non è in regola rispetto alla sicurezza (un livello che è addirittura del 20 in Sardegna e Calabria e dell'8 persino in Emilia Romagna, regione pur considerata tra le migliori nel campo); solo il 40 per cento è in regola alla voce agibilità igienico-sanitaria; la prevenzione incendi interessa solo il 27 per cento delle scuole e tocca il 14 in Sardegna (al top il Friuli Venezia Giulia, che però raggiunge il 46 per cento).

Niente di nuovo, già lo sapevamo. Di nuovo c'è questo: che si muovono i ragazzi, i destinatari e i diretti fruitori di quel grande bene collettivo che è - dovrebbe essere - la scuola pubblica. Quella di tutti noi, quella dei nostri figli, di tutti i ragazzi italiani che non varcano i portoni previlegiati dai nomi francesi e inglesi e quelli dei college esclusivi dal costo inarrivabile.

Si muovono loro, in prima persona. E sulla bandiera della "lotta per la salvezza della scuola pubblica" - la vecchia, gloriosa bandiera che ha visto, nei decenni, mille volte mobilitarsi il movimento studentesco, dalle medie all'università - oggi iscrivono la lista nera e maledettamente concreta di tutto ciò che non c'è e ci vorrebbe. Di tutto ciò che manca e sarebbe assolutamente necessario. Di tutto ciò che è abbandonato, calpestato, lasciato degradare, invecchiare, corrompere. Le lavagne come i muri, i caloriferi e le tubature, le palestre e le scale di sicurezza, le biblioteche e i laboratori. Studenti in lotta per la loro "scuola quotidiana": a Messina, Siracusa, Enna, Foggia, Lecce Potenza, Campobasso, Siena, L'Aquila, Battipaglia, Caserta, Benevento; a Napoli (ma un pò in tutta la Campania) cortei, manifestazioni e sit in; così come in tutto il Nord.

Contro la fatiscenza, il degrado, i muri che crollano, gli intonaci scrostati, le aule cattive: è sotto questo segno, dunque, la manifestazione nazionale di oggi a Roma. Con le "eterne" domande: perchè il governo non ha previsto nessun finanziamento per la sicurezza scolastica nella Finanziaria 2002? Perché non c'è nessuna traccia di una qualsiasi Anagrafe dell'edilizia scolastica, a sette anni dalla entrata in vigore della legge che ne istituiva compiti e funzioni? Perché nella stessa Finanziaria 2002 non è stato previsto finanziamento alcuno alla voce edilizia scolastica?

Non di soli muri. Nei loro cartelli arrabbiati, in quelle email che sanno di allegria e ribellione, negli striscioni irridenti o appassionati questi ragazzi in realtà chiedono ben di più. Chiedono la dignità, il rispetto, il diritto.

La scuola, se non il mondo, salvata dai ragazzini?


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