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LETTERA AI GENITORI DA PARTE DEGLI INSEGNANTI DELL'ITC P. SRAFFA DI ORBASSANO

LETTERA AI GENITORI DA PARTE DEGLI INSEGNANTI DELL'ITC P. SRAFFA DI ORBASSANO LA SCUOLA: SOLO UNA VOCE DI CONTABILITÀ SU CUI RISPARMIARE IN OGNI MODO, A SCAPITO DELLA QUALITÀ Con la pres...

05/05/2003
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LETTERA AI GENITORI DA PARTE DEGLI INSEGNANTI DELL'ITC P. SRAFFA DI ORBASSANO

LA SCUOLA: SOLO UNA VOCE DI CONTABILITÀ SU CUI RISPARMIARE IN OGNI MODO, A
SCAPITO DELLA QUALITÀ

Con la presente ci preme comunicare alle famiglie che a partire dal prossimo
anno la qualità dell'offerta formativa della nostra scuola - come di tutte
le altre scuole superiori, ugualmente coinvolte - subirà un duro colpo. Nel
mese di aprile il Ministero dell'Istruzione ha fatto pervenire a tutte le
scuole i prospetti degli ORGANICI (cioè del numero massimo di insegnanti)
formulati, istituto per istituto, sulla base di una norma della Legge
Finanziaria che prevede l'obbligo di "ricondurre a 18 ore di insegnamento"
tutte le cattedre: in questo modo verranno eliminate le cattedre dei docenti
precari e quelle formate da "spezzoni" su più scuole (parecchie migliaia) e
le loro classi andranno a saturare l'orario dei colleghi di ruolo,
eliminando le cosiddette "ore a disposizione".

È bene che si sappia che tale provvedimento - che, per chi non sa come
funziona realmente la scuola, potrebbe sembrare una semplice, anche
ragionevole, misura di razionalizzazione per risparmiare sui costi del
comparto scuola (ma sulla pelle di migliaia di lavoratori, occorre non
dimenticarlo) - in realtà produrrà danni notevoli (e duraturi) sulla
didattica e sul funzionamento stesso della scuola superiore. Portare a 18 le
ore di insegnamento frontale per tutti i docenti (per inciso, ricordiamo
che, oltre alle ore con i ragazzi, il lavoro di un docente prevede l'obbligo
delle riunioni collegiali, la preparazione delle lezioni, la correzione
delle verifiche, l'aggiornamento), in realtà, significa scompaginare le
cattedre "ordinarie", cioè l'insieme delle classi e delle materie impartite
da ogni singolo docente sulla base delle ore previste dall'ordinamento di
ogni indirizzo per ogni disciplina. Facciamo l'esempio della cattedra di
lettere (cioè di italiano e storia) per spiegarci meglio. In un Istituto
Tecnico Commerciale come il nostro, l'ordinamento prevede che in prima e
seconda agli studenti siano impartite 5 ore di italiano e 2 di storia; così
la cattedra "ordinaria" di lettere nel biennio è costituita da 2 classi, con
7 ore in prima e 7 ore in seconda; totale 14 ore. Essendo l'"orario
cattedra" stabilito dalla legge di 18 ore, ogni insegnante di lettere del
biennio è tenuto ad avere in orario 4 ore "a disposizione" per la
sostituzione dei colleghi assenti (per malattia, perché in viaggio di
istruzione con una classe o in uscita didattica). La cattedra "ordinaria" di
lettere nel triennio è costituita da 3 ore di italiano e 2 di storia in una
classe terza, e altrettante in una quarta e in una quinta; totale 15 ore. Il
docente di lettere del triennio è tenuto a completare l'orario con 3 ore a
disposizione. E questo vale per ogni disciplina. Solo in qualche caso
(perché possibile in base alle ore stabilite dall'ordinamento) le cattedre
sono di 18 ore "piene". In altri casi - la cosa dipende dal numero delle
iscrizioni - inevitabilmente qualche cattedra è costituita da classi di
sezioni diverse (le classi prime sono sempre più numerose delle quinte). Si
tratta di cattedre scombinate, instabili; quelle che il gergo ministeriale
definisce cattedre "interne". Tutti i genitori conoscono l'importanza di
avere, per i propri figli, insegnanti stabili sulle sezioni (gli stessi
insegnanti nel corso degli anni). È quella che noi chiamiamo "continuità
didattica". La continuità didattica è importante anche per i docenti, che
così possono seguire nel corso del tempo allievi che conoscono, articolare
la loro programmazione, usare in modo proficuo i libri di testo ed il
materiale didattico. Qualcuno di voi sicuramente avrà dovuto subire con
fastidio una "girandola" di insegnanti per i propri figli in qualche
materia. Trasferimenti a parte, la cosa non è mai dipesa dalla volontà dei
docenti: diversi insegnanti dello Sraffa, con cui avete a che fare magari da
anni, non sono "stabili", pur avendo superato diversi concorsi, solo perché
i vari responsabili del Ministero dell'Istruzione (e del Tesoro, che da
tempo detta legge in materia di scuola e impone drastici tagli) hanno
bloccato le "immissioni in ruolo". E questi colleghi farebbero volentieri a
meno della "girandola" (che, tra l'altro, per molti di loro comporta il non
pagamento dello stipendio dopo il 30 giugno).
Ora, il Decreto sulle 18 ore sta trasformando nelle scuole le cattedre
"ordinarie", cioè "verticali", su corsi completi, sulle sezioni, in cattedre
"interne", cioè "orizzontali", trasversali, oblique; come dicono i vostri
figli con il loro colorito ma efficace linguaggio giovanile, fatte "a
muzzo". Così italiano viene separato da storia, diritto da economia ed i
vari spezzoni vengono assegnati a docenti differenti, a riempimento delle
loro ore a disposizione.
Ogni scuola ha sempre cercato, per comprensibili motivi, di costituire
cattedre ordinarie su corsi completi. Tutti quelli che operano nella scuola
sanno che le cattedre "interne" hanno sempre rappresentato un problema
aggiuntivo ai mali ordinari della scuola (problemi nella definizione
dell'orario, di continuità didattica, di composizione dei consigli di
classe, di adozione dei libri di testo). Ebbene, il metodo utilizzato dal
Ministero per "ricondurre tutte le cattedre a 18 ore di insegnamento"
amplifica a dismisura i "problemi", li rende sistematici, permanenti. Con le
cattedre "interne", è vero, qualche conto (di quelli economici, del
risparmio) torna. Quello che non torna è tutto il resto: professionalità,
esperienza, programmazione, continuità didattica, collegialità dei consigli
di classe, scelta dei libri di testo, occupazione. In breve: la qualità
della scuola. Molti studenti cambierebbero praticamente ogni anno gli
insegnanti perché, per fare quadrare i conti delle 18 ore, d'ora in poi
occorrerà sempre e solo costituire cattedre interne, scombinate.
Questo decreto risponde ad una logica puramente contabile e non didattica.
Noi pensiamo che debba essere ritirato, perché incompatibile con una scuola
di qualità. La scuola è un bene pubblico che la collettività deve assicurare
a tutti i cittadini nel migliore dei modi.
Riportiamo il contenuto di una mozione votata dal Collegio Docenti
all'unanimità (3 astenuti):
"La costituzione di cattedre a 18 ore - dispositivo che comporta
l'eliminazione delle cattedre ordinarie e l'accorpamento casuale delle
classi su cattedre interne al solo fine del raggiungimento del numero 18 -
renderà impossibile continuare a produrre una scuola di qualità per i
seguenti motivi:
1) Si perderà in modo permanente la continuità dei docenti sui corsi;
2) gli allievi cambieranno gli insegnanti delle diverse discipline
praticamente ogni anno;
3) perdendo la titolarità sui corsi, i docenti non potranno più articolare
nel corso degli anni i contenuti e le attività previste dalle proprie
discipline;
4) la programmazione dei Consigli di Classe sarà resa più problematica;
5) verrà meno la funzione dei singoli docenti di adottare libri di testo
liberamente scelti per le proprie classi;
6) verrà meno il valido apporto di colleghi in situazione di precariato
(come condizione lavorativa), ma di fatto presenti nell'Istituto da anni, in
quanto le ore delle loro discipline verranno distribuite tra i colleghi di
ruolo);
7) sarà impossibile proseguire consolidate esperienze di recupero nelle
classi del biennio (i moduli per classi parallele, possibili solo attraverso
l'utilizzo delle "ore a disposizione");
8) verrà a mancare la continuità dei docenti di sostegno sugli alunni
portatori di handicap (14 nell'anno scolastico in corso, 24 il prossimo
anno), situazione aggravata dal fatto che, in virtù dei tagli, si prevede
anche l'inserimento di due alunni diversamente abili per classe;
9) venendo a mancare le "ore a disposizione" per la sostituzione dei
colleghi assenti, è prevedibile per il prossimo anno una situazione di
maggiore caos per le classi scoperte, con non indifferenti problemi di
sicurezza".

Diamo atto alla Preside dell'Istituto che si sta adoperando per cercare di
limitare i danni "riverticalizzando" il più possibile le cattedre, per
garantire la maggiore continuità possibile. Tuttavia, stante il meccanismo
dell'attribuzione delle cattedre in base al "numero 18", abbiamo la certezza
fin da ora che non sarà più possibile garantire la continuità didattica per
tutte le classi: alcune sezioni avranno sempre docenti "ballerini", con
grave danno per quella parte dell'utenza che se li vedrà cambiare ogni anno.

Ci scusiamo per la lunghezza di questo scritto. Ma riteniamo giusto che
tutti voi sappiate come stanno le cose, dal momento che i mass media non ne
parlano, in quanto la scuola "non fa notizia". E, se ci vedrete prendere
iniziative di "lotta" (in sintonia con altre scuole) anche eclatanti, ciò
non significa che siamo improvvisamente impazziti: è che ci teniamo alla
qualità del servizio offerto dalla scuola pubblica e anche alla qualità e
alla dignità del nostro lavoro.
Orbassano, 2 maggio 2003 Gli insegnanti dell'ITC "P. Sraffa" di Orbassano


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