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La Stampa-"Serve una scuola più europea"

PRESENTATO CON IL MINISTRO MORATTI IL PROGETTO DI TREELLE "Serve una scuola più europea" Umberto Agnelli: per formare i dirigenti di domani ROMA - "La scuola deve educare e vi è l'urgenza di...

09/05/2002
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La Stampa

PRESENTATO CON IL MINISTRO MORATTI IL PROGETTO DI TREELLE
"Serve una scuola più europea"
Umberto Agnelli: per formare i dirigenti di domani

ROMA - "La scuola deve educare e vi è l'urgenza di un programma straordinario di educazione civile all'Europa che faccia conoscere la storia e le istituzioni della Ue e lo faccia presto, prima e durante il semestre di presidenza italiana del 2003 e in concomitanza con la Convenzione europea. Un sapere minimo, necessario per una cittadinanza europea consapevole ma anche una base indispensabile di partenza per una scuola italiana che inizi a formare la classe dirigente di domani". Già: più europei in una scuola più europea. E' una tesi che Umberto Agnelli, presidente dell'Ifil, sostiene da tempo e che ieri ha ribadito nel corso della presentazione del "quaderno" dell'Associazione Treelle (Long life learning, di cui è presidente) su "Scuola italiana, scuola europea?", che si è tenuto a Roma, presente il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti e due suoi predecessori, Luigi Berlinguer e Giancarlo Lombardi. La scuola italiana è, in effetti, abbastanza distante da quella europea. Sia Umberto Agnelli che Attilio Oliva (presidente esecutivo di Treelle) hanno sottolineato che l'Italia ha fatto passi enormi sulla strada della modernizzazione dell'istruzione, che negli ultimi trent'anni è stato il Paese che, insieme alla Spagna, ha fatto di più per incrementare il tasso di scolarità superiore. Però, nonostante lo sforzo lodevole, ci sono ancora delle differenze enormi che separano la nostra scuola da quella degli altri paesi Ocse (i paesi sviluppati). Su cento ragazzi tra i 15 e i 19 anni - per dire - quelli che frequentano la scuola sono 81 nella media europea, ma dieci di meno in Italia. Nella fascia di età 25-64 anni i cittadini muniti di diploma sono il 59% in Europa e appena 42% da noi, quanto al titolo universitario, da noi ce l'hanno 10 persone su 100 a fronte delle 26 in Europa. Non investiamo abbastanza soldi nella scuola? In effetti noi spendiamo meno del 5% del pil, contro il 5,8% dei Paesi europei, ma il problema della spesa scolastica in Italia, è che è mal distribuita, con un 95% (dei 35 miliardi di euro) che se ne va in stipendi al personale. Troppi docenti? Sì - sostiene la ricerca di Treelle - certamente, ma soprattutto male utilizzati: gli studenti dagli anni Sessanta a oggi sono diminuiti del 37% mentre i docenti sono aumentati del 40%. Abbiamo un professore ogni 11 ragazzi contro la media Ue di 1 a 16. I docenti poi non sono mai valutati, non hanno un aggiornamento costante e omogeneo sul territorio, oltre la metà di essi non ha mai fatto neppure un concorso ed è a scuola solo per la legge del "chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori", in latino "ope legis". Guadagnano poco i nostri docenti? E' vero: il compenso orario è di 31 dollari l'ora contro i 36 della media Ue, però, sottolineano i tecnici di Treelle, i nostri vanno in pensione con il 95% dello stipendio, gli altri appena col 70%. Un ultimo dato: per ogni studente noi spendiamo 60.800 dollari fino a 15 anni di età, gli altri ne spendono 43.500. Sintesi: nella scuola bisogna sì investire, ma soprattutto bisogna "ottimizzare" la spesa, evitando sprechi, valorizzando le eccellenze e facendo i conti tra ciò che si spende e il "prodotto" che si sortisce. Ci vuole insomma un sistema serio di valutazione: il ministro Berlinguer ci provò a metterlo in piedi, cominciò con gli insegnanti e attivò quel sistema di test riconosciuto valido in tutto il mondo, ma ci fu una sollevazione di scudi. Il ministro Moratti ne sta allestendo un altro, con maggiore prudenza, per non esacerbare gli animi. Comunque - la stessa Moratti lo ha ricordato anche ieri - un sistema di valutazione rigoroso e serio ci vuole: nella riunione che farà oggi con i sindacati per parlare del contratto, anche questo tema dovrà essere affrontato, insieme a quello della formazione e del reclutamento degli insegnanti. Altrimenti, altro che scuola europea.

Raffaello Masci


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