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La Stampa-Ricerca, 10 punti per salvarla

APPELLO AL CAPO DELLO STATO DEI 51 SCIENZIATI ITALIANI DEL "GRUPPO 2003" Ricerca, 10 punti per salvarla Pelizzetti: non c'è sviluppo senza innovazione Sgravi fiscali per le imprese ...

13/02/2005
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La Stampa

APPELLO AL CAPO DELLO STATO DEI 51 SCIENZIATI ITALIANI DEL "GRUPPO 2003"

Ricerca, 10 punti per salvarla

Pelizzetti: non c'è sviluppo senza innovazione

Sgravi fiscali per le imprese che investono in ricerca, la chance di un 8 per mille destinato alla scienza, stipendi decenti per i giovani che passano la vita nei laboratori, una politica che favorisca il reclutamento dei talenti. Sono alcune delle richieste che il "Gruppo 2003" ha presentato a Roma al Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, in un manifesto-appello in 10 punti. Si tratta dei 51 scienziati italiani più citati al mondo nella graduatoria dell'Isi, la banca dati dell'Institute for scientific information di Philadelphia che fa fede in tutto il pianeta perché tiene conto dei lavori pubblicati sulle principali riviste scientifiche internazionali. Tra i 51 italiani del "Gruppo 2003", uno soltanto è rettore di un ateneo, ed è il "magnifico" dell'Università degli Studi, Ezio Pelizzetti, che ha ribadito ieri i contenuti dell'appello e la bontà dei 10 punti del Manifesto rivolto alle forze politiche.
Tra le richieste dei migliori "cervelli", al primo punto chiedono più "meritocrazia e valutazione". Questi scienziati le domandano ad ogni livello, dalla scelta dei progetti di ricerca da finanziare agli avanzamenti di carriera dei professori, fino a criteri di assunzione negli atenei che premino davvero i più bravi: "In Italia non è sempre così. L'anzianità o l'appartenenza a gruppi di potere (anche politico o accademico)" costituiscono spesso elementi premianti. Ricordano che "finanziare la ricerca non è un lusso ma una necessità. Il nanismo industriale italiano deriva dalla nostra storica incapacità a costruire sistemi industriali alimentati dall'innovazione come fattore propulsore dello sviluppo". Nei dieci punti, un programma di attrazione di ricercatori dai Paesi meno sviluppati, incentivi fiscali all'industria per investimenti in ricerca, e facilitazioni per le donazioni alle università, oltre al varo dell'8 per mille destinato alla scienza. Nelle parole di Pelizzetti c'è anche una rivendicazione orgogliosa: "Nonostante la povertà di finanziamenti pubblici e privati, dal lavoro dei ricercatori italiani continuano a provenire risultati di grande importanza sulla scena mondiale".\
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