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La Stampa-Lo psicologo: sbagliato insegnare troppo presto la lingua straniera

IN PRIMA ELEMENTARE PUO' CREARE ANCHE SERI PROBLEMI Lo psicologo: sbagliato insegnare troppo presto la lingua straniera ROMA C'È chi, come un gruppo di studiosi della Università Prenatale de...

03/02/2002
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La Stampa

IN PRIMA ELEMENTARE PUO' CREARE ANCHE SERI PROBLEMI
Lo psicologo: sbagliato insegnare troppo presto la lingua straniera

ROMA C'È chi, come un gruppo di studiosi della Università Prenatale della California, ritiene che l'uomo possa apprendere il linguaggio fin dal grembo materno. Si pensava a una ricerca del genere anche a Bologna. "Gli studiosi americani sostenevano che i bambini nati dopo essere stati "educati" in utero fossero in grado d'imparare di più - spiega il ginecologo Carlo Flamigni -, ma a Bologna ci è sembrata una costruzione monumentale su modeste basi scientifiche". Ma l'apprendimento precoce, per esempio di una lingua straniera, fa bene o fa male a un bambino? "Tutto dipende da come lo si gestisce", sostiene Federico Bianchi di Castelbianco, psicologo e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma.

Dottor Bianchi, come vede gli scolari di prima elementare alle prese con una lingua straniera?

"Avranno problemi. Molti di loro arrivano alle elementari senza avere sperimentato la scuola materna. Significa dover apprendere, di colpo, non soltanto a leggere e scrivere l'italiano, ma anche a socializzare, a stare fermi nei banchi, ad ascoltare l'insegnante. Immaginiamo che cosa possa essere aggiungere, a tutto questo, lo studio di una nuova lingua".

Eppure, i bambini stranieri che vivono in Italia hanno già fatto questa esperienza.

"E proprio dall'osservazione dei piccoli bilingue possiamo dire, con certezza, che bisogna stare attenti a certe scelte in ambito scolastico. I figli dei funzionari stranieri della Fao che si trovano, improvvisamente, in una scuola italiana, o i figli di immigrati, vivono situazioni di grandissima confusione che incide sull'apprendimento a tutti i livelli: sono bambini che pensano in una lingua e devono scrivere in un'altra. Abbiamo anche notato che, in genere, questo stato di caos recede intorno agli otto anni. Ecco perché ritengo che sarebbe più opportuno introdurre lo studio di un'altra lingua in terza elementare o, comunque, rendere sicuro il transito dei bambini, per un paio d'anni, alla materna".

Quali effetti potrebbe avere un carico di studio troppo pesante a questa età?

"Dislessia (incapacità di leggere e scrivere, ndr), perdita di autostima, non voler più partecipare alla vita scolastica, disturbi generati dall'ansia: situazioni assai pericolose se vissute all'esordio del percorso scolastico".

E' anche vero che la mente del bambino è più plastica. Come gli si dovrebbe insegnare una lingua straniera?

"Se è vero che il piccolo ha grande plasticità lo è altrettanto che ha grande fragilità, quindi occorre non esagerare. L'approccio a una lingua straniera dev'essere, inizialmente, parlato e non scritto, per evitare quelle interferenze con l'italiano che poi generano confusione. Bisogna abituare i bambini al suono diverso, a fare l'orecchio a un nuovo modo di esprimersi, attraverso le canzoncine, le fiabe, i giochi. Inorridisco di fronte a coloro che costringono i figli a seguire un corso di lingua pre-elementare o che li mettono a studiare davanti al computer. Il bambino deve apprendere insieme con gli altri bambini, quasi come se fosse un gioco. E, anzi, andrebbero aumentati gli spazi di attività creative, musica, arte, disegno, teatro, per alleggerire i tempi di apprendimento e per non gravare sugli scolari con discipline troppo strutturate. Insomma, bisogna andare per gradi, con grande delicatezza. Così i ragazzini arriverebbero alle medie, e all'incontro con la seconda lingua straniera, senza troppi problemi".