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La Stampa-La scuola cambia in 4 Regioni

RIFORMATA LA FORMAZIONE PROFESSIONALE La scuola cambia in 4 Regioni Piemonte, Lazio, Molise e Puglia: sì alla Moratti ROMA Quattro regioni - Piemonte, Lazio, Molise e Puglia - ieri...

25/07/2002
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La Stampa

RIFORMATA LA FORMAZIONE PROFESSIONALE
La scuola cambia in 4 Regioni
Piemonte, Lazio, Molise e Puglia: sì alla Moratti

ROMA

Quattro regioni - Piemonte, Lazio, Molise e Puglia - ieri hanno firmato una intesa con il ministero dell'Istruzione, per sperimentare già dal prossimo settembre la riforma in materia di formazione professionale. Salgono così a sei le Regioni che anticiperanno al prossimo anno scolastico parti della riforma ancora in divenire: le altre due sono il Trentino Alto Adige e la Lombardia. L'iniziativa ha due conseguenze immediate: la prima è che l'obbligo scolastico si potrà assolvere già da settembre nella formazione professionale; la seconda, più politica, è un segnale forte al Paese: il governo intende spingere al massimo la riforma Moratti, procedendo dove possibile anche per vie amministrative, in attesa di una decisione del Parlamento. Per capire meglio la questione occorre fare un passo indietro. L'attuale normativa - quella votata dal centrosinistra - prevede che l'obbligo formativo arrivi fino ai 18 anni e - all'interno di questo - l'obbligo scolastico deve giungere almeno ai 15 anni di età. Facciamo un esempio: un ragazzo che ha finito le medie a 14 anni si deve obbligatoriamente iscrivere a una scuola superiore (liceo, istituto tecnico, eccetera). Se poi vuole accedere a un centro di formazione professionale, vi si può iscrivere dall'anno dopo, a 15 anni compiuti. Ora invece, il ddl di riforma della Moratti stabilisce un duplice canale paritario tra istruzione e formazione nell'ambito del quale assolvere all'obbligo scolastico. A questo punto entrano in ballo le Regioni. Ad esse è completamente delegata la formazione professionale (dopo la modifica del capo V della Costituzione, votata nella legislatura precedente) e in questa loro autonomia alcune hanno ritenuto di firmare un protocollo con il ministero per armonizzare la loro politica della formazione a quella auspicata dalla riforma Moratti. Così il cerchio si chiude. In sintesi dunque, la formazione professionale nelle sei regioni che hanno firmato accordi col ministero (le quattro di ieri più le due precedenti) sarà parte integrante dell'obbligo scolastico e ad essa potranno accedere pertanto anche i ragazzi che abbiamo appena finito le medie. L'intesa firmata ieri introduce anche un altro concetto del ddl di riforma, quello dell'"alternanza scuola-lavoro", altra materia in cui le Regioni possono autonomamente organizzarsi. Esse saranno aiutate da Confindustria, che sta mettendo a punto un accordo con il ministero dell'Istruzione, da formalizzare nei prossimi giorni. Dal punto di vista della politica dell'istruzione, la possibilità di assolvere all'obbligo scolastico attraverso la formazione professionale consente - ha spiegato la Moratti - anche di abbattere il tasso di dispersione assai alto nelle superiori: "Dei circa tre milioni di giovani tra i 14 e i 18 anni, circa 500 mila - ha detto il ministro - abbandonano il loro percorso scolastico molto presto. Attraverso la formazione e l'alternanza scuola-lavoro contiamo di arginare almeno in parte il fenomeno". La scelta della Moratti (e delle Regioni) di procedere nella direzione di una riforma di là da venire, è stata letta da alcuni (Enrico Panini della Cgil scuola, Daniela Colturani della Cisl scuola, ma anche dalla senatrice Maria Chiara Acciarini dei ds) come una forzatura. Ma la cosa - ha spiegato il ministro Moratti - è perfettamente conforme agli attuali ordinamenti, in quanto si tratta non di una decisione definitiva, ma di una mera "sperimentazione", prevista dall'articolo 11 del dpr 275.
Raffaello Masci


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