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La Stampa it: Grembiule e voto in condotta: ecco come sarà la nuova scuola

Il cattivo comportamento potrà compromettere la promozione.

02/08/2008
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La Stampa

Grembiule e voto in condotta: ecco come sarà la nuova scuola

Il cattivo comportamento potrà compromettere la promozione.

Berlusconi: «La Gelmini sta anche ragionando sul ritorno della divisa»

ROMA

Ampio consenso dal Governo, ad iniziare dal premier, concordi anche le associazioni dei genitori e gli studenti cattolici, freddezza e scetticismo invece dall’opposizione e dagli studenti di sinistra: sono queste le prime reazioni alle intenzioni del ministro del Miur, Mariastella Gelmini, di reintrodurre il sette in condotta attraverso un ddl presentato oggi al Cdm.

Il progetto di ritorno ad un maggiore rigore ed autorevolezza dei docenti è piaciuto innanzitutto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo cui «una maggiore compostezza è assolutamente indispensabile e l’introduzione del voto sulla condotta è già un segnale in questo senso».

Il premier ha sottolineato che il provvedimento frenerà l’imperversare del bullismo: «c’è attesa per fermare questi fenomeni assolutamente negativi che si stanno verificando nelle nostre scuole». Il ddl prevede infatti sanzioni di allontanamento superiore a 15 giorni fino al termine dell’anno scolastico con esclusione dallo scrutinio o dall’esame per gli alunni «con comportamenti riconducibili - ha detto sempre Berlusconi - a ipotesi di reato come violenza privata, minaccia, percosse, ingiurie, reati di natura sessuale, incendio o allagamento».

Nel nuovo statuto c’è poi l’obbligo per le scuole di modificare i regolamenti interni per consentire l’applicazione del nuovo e più rigoroso regime sanzionatorio verso gli studenti. L’Unione degli studenti, che fa capo alla sinistra giovanile, ha già annunciato di voler contrastare il ddl proprio perché in disaccordo con quello in vigore oggi dal 1998 dopo anni di battagli studentesche.

Roberto Iovino, coordinatore dell’Uds, ha sottolineato che «il voto di condotta ai fini della bocciatura è stato abolito con l’istituzione dello statuto dei diritti degli studenti, una grande conquista del movimento studentesco e della democrazia nelle scuole».

Il riferimento dell’Uds è allo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, (art. 4 del Dpr 249/98) nel quale si fa esplicito riferimento al fatto che «nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto».

Per gli studenti di sinistra mettere in discussione questa norma rappresenterebbe un «tornare ai vecchi decreti regi, istituiti sotto la disciplina fascista. Ci sembra un ritorno al passato - sottolinea Iovino - che già il ministro Moratti aveva provato a mettere in atto, senza successo». Ma non tutti gli studenti si opporranno al ritorno del sette in condotta. Oggi il Movimento studenti cattolici ha emesso una nota tramite chi ha fatto sapere che «ritiene sia necessario tutelare gli studenti meritevoli anche nel comportamento: per questo sosteniamo la reintroduzione sulla valutazione della condotta».

Alterne le reazioni anche dall’opposizione politica. Secondo Antonio Rusconi (Pd), capogruppo per i democratici in commissione Cultura al Senato, il ddl «può essere positivo che il comportamento concorra alla valutazione complessiva dello studente», ma non possiamo dimenticare che il ministro Gelmini «in questi due giorni di dibattito alla Camera sui tagli contenuti nel Dl 112, che sono pari a 8 miliardi di euro non si è fatto vedere e non ha fatto sentire la sua voce. Anche questo - ha concluso il senatore Pd - vuol dire rispettare le regole». Dello stesso parere è il senatore Fabio Giambrone, vicepresidente del gruppo Italia dei Valori e membro della commissione Istruzione, secondo cui il ddl approvato dal Consiglio dei Ministri per reintrodurre il voto sul comportamento a scuola non andrebbe oltre «il solito fumo negli occhi con operazioni di facciata.

»Il ritorno del voto in condotta - ha detto l’esponente dell’Idv - può essere infatti un deterrente per contrastare gli episodi sempre più frequenti di teppismo e bullismo negli istituti, ma la linea del rigore, intrapresa dal ministro Gelmini, purtroppo non si accompagna al rinnovamento della scuola italiana che ha bisogno di risorse e investimenti, non di tagli indiscriminati«, ha concluso Giambrone.

Nelle prossime settimane il Ministro Gelmini avrà il difficile compito di mediare le diverse posizioni. Il responsabile del dicastero di viale Trastevere ha infatti spiegato che »intenderà incontrare le associazioni scolastiche interessate«.

Il Moige - il Movimento italiano genitori - ha già fatto sapere che però sosterrà il ddl: »è uno strumento che consente una valutazione più ampia della crescita e della maturazione dei ragazzi: è inconcepibile avere nella nostra scuola ragazzi magari capaci, bravi, ma fuori dalle regole educative. Questi sono i passi giusti per restituire alla scuola l’autorità che merita attraverso l’ordine, la legalità e il rigore«.

Resta da conoscere la posizione dei sindacati, che per il momento hanno preferito rimanere in silenzio: il ministro comunque li incontrerà il prossimo 6 agosto, in occasione della presentazione del piano di »razionalizzazione« del comparto scuola alle parti sociali. È probabile che in quell’occasione facciano sapere la loro anche sul voto di condotta. Oppure se concentrarsi esclusivamente sui forti tagli che si abbatteranno sul comparto nei prossimi tre anni.


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