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La Stampa-immissioni in ruolo a rischio

Immissioni in ruolo a rischio di Antimo Di Geronimo Le assunzioni a tempo indeterminato per il prossimo anno scolastico slitteranno al 1° settembre 2003. Fino ad oggi, infatti, il governo non h...

18/07/2002
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La Stampa

Immissioni in ruolo a rischio

di Antimo Di Geronimo

Le assunzioni a tempo indeterminato per il prossimo anno scolastico slitteranno al 1° settembre 2003. Fino ad oggi, infatti, il governo non ha ancora provveduto ad autorizzare il contingente per le immissioni in ruolo e, dunque, con ogni probabilità, non si farà in tempo a provvedere alle assunzioni a tempo indeterminato entro il 31 luglio prossimo. Ciò determinerà, di fatto, uno slittamento all'anno successivo, attraverso il meccanismo della retrodatazione giuridica della nomina.

Lo stipendio dopo un anno
La normativa vigente prevede, infatti, che le immissioni in ruolo effettuate dopo il 31 luglio non possano comportare anche l'assegnazione della sede. Operazione, quest'ultima che slitta al 1°settembre dell'anno successivo. Così come pure il diritto allo stipendio. Dunque, tutto rimandato al 2003 e, nel frattempo, anche coloro che saranno immessi in ruolo, dovranno accontentarsi degli eventuali incarichi di supplenza, che si stanno disponendo in questi giorni. In gergo tecnico, questo meccanismo viene denominato: "assunzione con datazione giuridica al 1°settembre 2002 e datazione economica al 1° settembre 2003". Un'espressione che, tradotta dal burocratese, vuol dire che il diritto all'immissione in ruolo vale dalla data della stipula del contratto, ma si comincia a lavorare e a percepire lo stipendio dall'anno successivo.

I docenti sono troppi
Il rinvio delle operazioni di assunzione sembrerebbe dovuto alla necessità di stringere la cinghia per far quadrare i conti pubblici. La scuola, infatti, sarebbe uno dei principali buchi neri del nostro bilancio, proprio perché negli anni scorsi non è stato possibile tenere sotto controllo le spese per il personale. E, per questo motivo, il governo ha dovuto provvedere a tagliare 8500 cattedre già con la Finanziaria di quest'anno. In più, per diminuire ulteriormente il numero degli incarichi di supplenza, è stato disposto l'affidamento degli spezzoni ai docenti di ruolo, abrogando la precedente disciplina che consentiva tale affidamento solo dopo l'esaurimento delle graduatorie dei supplenti. Il tutto, sempre per fare fronte alle necessità di contenimento della spesa pubblica.

Riforme e bilancio
Necessità di bilancio che, peraltro, pongono una seria ipoteca anche sulla possibilità di realizzare le riforme. Tant'è vero che il governo ha dovuto mettere le mani avanti anche nel Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef), specificando che il "il progetto di cambiamento sarà sostenuto da un piano pluriennale di misure finanziarie da verificare nella loro compatibilità con i conti pubblici". Insomma, via libera alle riforme, ma solo se ci saranno i soldi per sostenerle. E intanto è guerra di cifre sul numero delle immissioni in ruolo che il Ministero del Tesoro sarebbe in procinto di autorizzare. A fronte dei 21mila posti che il dicastero dell'Istruzione avrebbe intenzione di chiedere, il ministro Tremonti avrebbe fatto capire chiaramente che la cifra totale potrebbe essere addirittura inferiore ad un terzo delle richieste.


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