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La Stampa-Ds, Fassino propone una guida unitaria

PROVE DI DISGELO ALLA DIREZIONE DEL PARTITO Ds, Fassino propone una "guida unitaria" Sull'"apertura" del segretario incombono però le divisioni riguardo alla guerra. Il Correntone e Cofferati (ma...

04/02/2003
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La Stampa

PROVE DI DISGELO ALLA DIREZIONE DEL PARTITO
Ds, Fassino propone una "guida unitaria"
Sull'"apertura" del segretario incombono però le divisioni riguardo alla guerra. Il Correntone e Cofferati (ma anche D'Alema) sono per il "no" in ogni caso. Napolitano vuole adeguarsi alle decisioni Onu

4/2/2003

ROMA

Le apparenze ingannano spesso e volentieri, soprattutto in politica. E' accaduto ieri, per esempio, nella riunione della direzione Ds convocata da Piero Fassino non solo per discutere di guerra, referendum, riforme e giustizia, ma anche - e in special modo - per accelerare sulla proposta di guida unitaria del partito. Il segretario ha molto insistito su questo punto. "Credo - ha detto nella relazione - che sia dovere del gruppo dirigente nazionale lavorare per giungere a forme di guida unitaria che corrispondano a una forte domanda di unità che proviene dal nostro partito". E nella replica il leader della Quercia è stato ancor più esplicito: "Mi faccio carico - ha affermato - di associare i compagni delle due minoranze, con forme di consultazione permanente, in tutte le principali decisioni che la segreteria assumerà". Questo, ha poi precisato, è "un primo passo per costruire gradualmente una guida unitaria del partito". E poiché nessuno, nel correntone, ha risposto con un "no" secco, ma c'è chi ha sorvolato, chi ha sparigliato, chi ha proposto altro e chi, infine, ha ammiccato, Fassino ha potuto dire che "tutti" avevano aderito al "suo appello". Guida unitaria all'orizzonte, dunque, per i Ds? Dopo che Antonio Bassolino ha esplicitato il suo "sì", che Walter Veltroni lo ha lasciato intendere e che Sergio Cofferati ha riaffermato la propria disponibilità a entrare in un eventuale ufficio di programma dell'Ulivo, a tutta prima si potrebbe rispondere affermativamente a questo interrogativo. A tutta prima, appunto. Perché poi in realtà le cose sono andate in maniera alquanto diversa. Come dimostra il fatto che maggioranza e correntone non siano riusciti a mettersi d'accordo su un ordine del giorno unitario riguardante la guerra. Già, la guerra continua a dividere non solo i Ds ma l'Ulivo tutto. Oggetto del contendere, l'eventuale appoggio delle Nazioni Unite al conflitto. Che fare in quel caso? La parola d'ordine di Cofferati e del correntone è un "no", "senza se e senza ma". Perciò Onu o non Onu. Ma nella maggioranza ci sono sensibilità diverse a questo riguardo. C'è Giorgio Napolitano, secondo il quale se ci fosse l'avallo delle Nazioni Unite bisognerebbe rivedere la posizione di contrarietà alla guerra. E c'è Massimo D'Alema che invece ritiene che occorra comunque opporsi. In mezzo c'è Fassino, che non a caso ieri non ha affrontato la questione. Si è scagliato contro il conflitto unilaterale e preventivo, ha ribadito che la guerra "non è inevitabile", ha accusato il governo Berlusconi di "vassallaggio nei confronti degli Usa", ma poi - lasciandosi ancora ogni strada aperta, anche quella dei "sì" alla guerra con l'avallo dell'Onu - ha aggiunto: "Il solo soggetto che ha la titolarità e la responsabilità della conduzione e della gestione di questa crisi sono le Nazioni Unite. Noi puntiamo sull'Onu". Stessa dinamica, del resto, nell'Ulivo, dove la preparazione di una mozione unitaria in vista del dibattito con Berlusconi appare impresa ardua. Bertinotti ha proposto al centrosinistra una mozione unitaria. I verdi hanno accolto la proposta e sono attestati sulla linea del "no senza se né ma". Durissimi anche i comunisti italiani. La Margherita, invece, è per il "sì" alla guerra dell'Onu. I Ds sono divisi. Un bel rompicapo che la Quercia, per parte sua, ieri non ha risolto. Giangiacomo Migone, del correntone, aveva preparato un ordine del giorno. La responsabile Esteri della segreteria Marina Sereni lo aveva accettato, ma una parte della maggioranza non lo voleva. Morale della favola, non si è votato niente. Nemmeno la relazione del segretario. Nella minoranza mancava molta gente, perciò il correntone non se l'è sentita di votare un proprio documento, onde non apparire in calo. E d'altra parte il segretario non poteva proporre la guida unitaria e poi far approvare la sua relazione con il voto contrario di quelli che vorrebbe associare nella conduzione del partito. Le distanze, dunque, restano. Anche se il cima è indubbiamente migliorato. Ma ieri, nel correntone, solo Giovanni Berlinguer sembrava propendere per la guida unitaria. Fabio Mussi ha assicurato che lo spirito dell'appello del segretario non verrà lasciato cadere, ma di guida unitaria non ha parlato. Semmai, ha ipotizzato, si potrebbe inventare un "luogo per avviare un confronto tra maggioranza e minoranza del partito". Pietro Folena, contrarissimo, tanto per chiarire la sua posizione ha chiesto che i Ds facciano asse con la Cgil e per sparigliare ha proposto di votare subito un documento comune. Tipo quell'ordine del giorno di Migone indigeribile per mezza maggioranza. Gloria Buffo ha ironizzato: "Noi - ha detto - poniamo al segretario questioni politiche e lui dice che ci telefona per consultarci". E non è che nella maggioranza vi sia maggior disponibilità, sotto sotto. Massimo D'Alema ha parlato di un "passo avanti", ma è scettico sulla guida unitaria. I fassiniani, in direzione, invece del tiro al piccione si sono dedicati al tiro a Cofferati e alla Cgil. Lo stesso Fassino, dopo la premessa di rito ("sono lieto che Sergio voglia scendere in campo con l'Ulivo") ci ha tenuto a ricordare più volte che è il Cinese, in fondo, che è venuto sulle sue posizioni. Insomma, le asce di guerra sono state sotterrate, ma il calumet della pace, i Ds chissà quando e se mai lo fumeranno.

Maria Teresa Meli


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