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La Stampa-Conto alla rovescia per la scuola, riforma entro febbraio

TESTO E' UGUALE A QUELLO PASSATO IN SENATO NEL NOVEMBRE SCORSO Conto alla rovescia per la scuola, riforma entro febbraio Oggi sarà presentata alla Camera, respinti i 700 emendamenti dell'opposizi...

06/02/2003
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La Stampa

TESTO E' UGUALE A QUELLO PASSATO IN SENATO NEL NOVEMBRE SCORSO
Conto alla rovescia per la scuola, riforma entro febbraio
Oggi sarà presentata alla Camera, respinti i 700 emendamenti dell'opposizione

6/2/2003

ROMA

Il calendario è quello fissato e voluto dalla maggioranza: la riforma della scuola vedrà la luce, con ogni probabilità, entro febbraio. Ieri, infatti, respinti i 700 emendamenti presentati dall'opposizione, la legge delega è passata alla commissione Cultura e dopo gli adempimenti formali oggi inizierà il suo iter in aula, dove dovrà affrontare per prima cosa le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Rifondazione e dall'Ulivo. Il testo congedato è quello stesso passato al Senato nel novembre scorso. L'intenzione della maggioranza è quella di affrettare i tempi quanto più possibile, in quanto la delega affida al ministro dell'Istruzione 24 mesi per varare i decreti legislativi con i quali si darà materialmente vita alla riforma che, nell'articolato attuale, prevede solo linee-guida. Inutile dire che l'opposizione è insorta di fronte a questo fare quadrato della maggioranza, ha parlato di "blindature" e (nel caso della Cgil) ha anche proclamato una manifestazione con sit-in davanti alla Camera per il giorno 11 febbraio. Andrea Colasio, capogruppo della Margherita in commissione ha criticato quella che a suo avviso è l'eccessiva ampiezza della delega: "Durante la discussione sugli emendamenti - ha detto - la maggioranza pur condividendo alcune delle nostre proposte ci ha chiesto di ritirarle e di trasformarle in ordini del giorno per l'aula, cosa che faremo. Il problema è che la materia su cui stiamo legiferando riguarda principi di ordine costituzionale, come il diritto all'istruzione, ed è strabiliante che ci si affidi a dei semplici ordini del giorno anziché a delle norme legislative". "La maggioranza - ha replicato la relatrice Angela Napoli (An) - aveva concordato di approvare questa legge delega così come ce l'aveva trasmessa il Senato, evitando un nuovo passaggio a Palazzo Madama. Questo per consentire al ministro di far scattare da subito i 24 mesi entro i quali dovrà emanare i decreti delegati di attuazione della riforma". Ma, ovviamente, le rassicurazione della relatrice non hanno rassicurato nessuno e gli animi ieri sera erano più agitati che mai. Per i Verdi, il passaggio in Commissione "segna un'altra tappa della vicenda surreale e onirica che è stata ed è questa contro-riforma dell'Istruzione". I momenti più significativi della riforma sono per i Verdi "un misto di arretratezza e ideologia, che non risponde alle aspettative e agli interessi di nessuno, e tanto meno alla necessità di crescita civile, democratica e anche economica del nostro Paese". La parola "arretratezza" in effetti è stata assai ricorrente nel linguaggio delle opposizioni: "Viene riproposto un modello anni `50 - ha commentato il segretario della Cgil Guglielmo Epifani - che già faceva capire chi avrebbe comandato e chi avrebbe subìto", con palese riferimento al duplice canale istruzione-formazione. Anche la Cisl-scuola, il maggior sindacato della scuola, se l'è presa con la "blindatura" e ha detto in una nota che "la chiusura pregiudiziale all'apporto sia della maggioranza che dell'opposizione ai contributi migliorativi del testo di qualsiasi disegno di legge all'esame del Parlamento, è sempre un grave atto politico ed istituzionale. Ciò risulta ancor più inaccettabile quando si tratta di decidere il destino del nostro sistema di istruzione e formazione, il futuro cioè delle giovani generazioni e quindi dell'intero Paese". Man forte al ministro è giunta invece dagli studenti di Alternativa studentesca: "Se la Cgil minaccia un sit-in di protesta - ha detto il segretario Simone Paini - ne faremo un altro anche noi, perché non vogliamo privarci, per difendere interessi corporativi o ideologici, di una scuola moderna, fondamentale per il nostro futuro".

Raffaello Masci


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