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La Stampa-CARO PROFESSORE: CHE COSA È NECESSARIO INSEGNARE

(Del 11/6/2002 Sezione: Cultura Pag. 20) CARO PROFESSORE: CHE COSA È NECESSARIO INSEGNARE E QUAL È IL MODO MIGLIORE PER FARLO CON I GIOVANI D'OGGI Cambiare il mondo si deve e si può ...

11/06/2002
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La Stampa

(Del 11/6/2002 Sezione: Cultura Pag. 20)

CARO PROFESSORE: CHE COSA È NECESSARIO INSEGNARE E QUAL È IL MODO MIGLIORE PER FARLO CON I GIOVANI D'OGGI
Cambiare il mondo si deve e si può

CARO professore, poiché credo che gli insegnanti di oggi, al di là del loro compito didattico, possano ancora rappresentare per i ragazzi, come in passato, una guida spirituale supportata dal sistema scolastico formale, un'autorità indispensabile alla formazione di un giovane e al raggiungimento della sua maturità, esaminiamo insieme la formula migliore per far sì che questo avvenga. La mia proposta è la seguente: l'insegnante diverrà un punto di riferimento per i suoi alunni se saprà creare un legame tra il patrimonio storico, culturale e artistico del passato e la realtà attuale tramite il dibattito e l'approfondimento di dilemmi morali. Come si è detto il patrimonio culturale del passato viene oggi illustrato da eccellenti programmi televisivi in modo professionale ed esauriente. Anche documentari storici appassionanti, con la partecipazione di esperti e talvolta anche di testimoni e di persone coinvolte in grandi eventi, permettono agli studenti di farsi un'idea viva e composita su quanto è successo. L'insegnante non deve, e nemmeno può, competere con tutto questo. È vero, egli è un agente del sapere ed è tenuto a trasmetterlo agli studenti ma possiede anche qualcosa che solo lui può dare. Non bisogna infatti dimenticare che una classe rappresenta una realtà fisica, una sorta di territorio autonomo nel quale si instaura tra insegnante e allievi un rapporto che nessun programma televisivo può sostituire. In una tale realtà l'insegnante potrà trovare, con un po' di sforzo intellettuale, punti di contatto tra Dante o Shakespeare e Pirandello o Calvino, tra la prima guerra mondiale e un articolo giornalistico sul conflitto arabo israeliano, tra le statue di Michelangelo e quelle di Giacometti o addirittura i recenti progetti urbanistici della città in cui vive. E tutto ciò non in nome di una dottrina accademica costituita ma come un'avventura spirituale da vivere con gli allievi così da conglobare passato, presente e forse anche futuro in un'unica esperienza integrativa. Il mio insegnante di storia al liceo, "colpevole" di aver fatto nascere in me una passione infinita per la storia e divenuto con gli anni un insigne docente universitario di storia greca e romana, iniziava le sue lezioni commentando, per esempio, le partite di calcio del fine settimana per riallacciarsi poi alla descrizione dei giochi olimpici della Grecia classica o alle lotte dei gladiatori romani. Un abbinamento simile era indimenticabile e trasformava il mondo in un'esperienza unica di luoghi e tempi comuni. Ma come effettuare questi collegamenti? Esclusivamente su un piano tecnico, associativo, o anche infondendovi un significato più profondo? A questo punto io suggerirei di ricorrere ai dilemmi morali, alle perplessità e ai dibattiti di tipo etico come strumento per creare analogie e nessi tra argomenti diversi. I dilemmi morali che l'insegnante liceale vecchia maniera non si ritraeva dall'affrontare durante le lezioni di filosofia, di storia, di letteratura e, in anni recenti, anche di psicologia, sociologia e scienze politiche, gli permettevano di porsi a un livello più alto. Il professore quindi non era più un mero agente del sapere ma anche colui che lo esaminava alla luce della coscienza, che pretendeva un cambiamento morale e dava la prova di poterlo mettere in atto. Un programma di questo tipo è di difficile attuazione nelle università ma si presta a essere realizzato nei licei dove ragazzi e ragazze formano classi omogenee e raggiungono un livello di vera intimità grazie ai lunghi anni trascorsi insieme. Tecniche di insegnamento, supporti didattici, retribuzioni e periodi di vacanze degli insegnanti, metodi di esame, contatti con la comunità, collaborazione con i genitori e altro ancora sono temi importanti, seri e costantemente dibattuti all'interno del sistema scolastico. Ma l'importanza dell'insegnante come figura educativa non dipende dal sistema scolastico bensì dalla capacità dello stesso di risvegliare le coscienze degli alunni riguardo a interrogativi morali. Infatti al di là delle regole e degli obblighi che l'insegnante è tenuto a rispettare egli possiede uno spazio di manovra autonomo e se riuscirà a infondere nei suoi alunni la sensazione che non solo è necessario cambiare il mondo per migliorarlo ma che la cosa è realmente possibile potrà trovare un posto nel Pantheon personale di ciascuno di loro così come i miei insegnanti di liceo occupano un posto particolare nel mio a distanza di anni.


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