La Stampa-Al via domani la maturità delle polemiche

via da domani la "maturità delle polemiche"
Contestata da ragazzi e insegnanti. La Moratti: questa formula è provvisoria

ROMA

Domani mattina, con il tema di italiano, 463 mila studenti inizieranno l'esame di Stato. Quando tutto sarà concluso - tra un mesetto - 450 mila di loro risulteranno promossi, se le statistiche di trend verranno rispettate. Un esame così poco selettivo è stato sempre oggetto di polemiche: figurarsi quello di quest'anno, voluto dal ministro Moratti che, per risparmiare sui costi delle commissioni, ha stabilito che fossero tutte interne col solo presidente esterno. Già quando la decisione fu presa, le opposizioni, capeggiate dall'ex ministro Berlinguer, insorsero denunciando una dequalificazione della prova d'esame che avrebbe avuto un riverbero negativo su tutta la scuola. Ieri queste stesse proteste sono state riprese: dai Verdi che in un comunicato hanno detto che "fare commissioni tutte interne serve solo a favorire le scuole private di bassa qualità, che non hanno più il controllo esterno, e a risparmiare soldi", ma anche dall'associazione di insegnanti Gilda che ha compiuto "un gesto di disobbedienza civile" ritardando di un'ora l'insediamento degli esaminatori. E comunque, per quest'anno, le cose andranno così: due prove scritte, una comune di italiano e una specifica per ogni indirizzo di scuola, più una terza prova "interdisciplinare" stabilita con un sistema di quiz o di questionari a risposta scritta, dalle singole commissioni. Il calendario prevede le prime due per domani e dopodomani, mentre la terza è spostata a lunedì 24. Le commissioni d'esame sono 22.446, i presidenti delle medesime 5.309, il che vuol dire che ciascuno presiederà 4-5 commissioni. Questo carico di lavoro ha comportato una lunga disputa sui compensi, che si è conclusa solo alla fine del mese scorso, quando il ministero ha confermato che i soldi per i commissari e i presidenti c'erano, che l'incremento del "gettone" sarebbe stato dell'1,7% rispetto a quello dell'anno precedente e che - nel caso degli indaffarati presidenti - ci sarebbe stato un "plus" del 7,5% per ogni classe oltre la seconda. Il contestato esame, comunque, dovrebbe essere "provvisorio". Si sa che il precedente contrassegnato con l'etichetta della provvisorietà, durò trent'anni, ma in questo caso - veramente - il passaggio dovrebbe essere effimero, in quanto la nuova riforma prevede che il servizio nazionale di valutazione provveda anche a definire le nuove modalità di esame. Per intanto sono stati gli studenti a giudicare i loro insegnanti. L'iniziativa è giunta dall'Unione degli studenti che ha rilevato l'opinione di quasi 30 mila ragazzi in oltre cento città, attraverso un questionario. Il senso è che nella scuola vengono negati "spazi di democrazia" ma che gli insegnanti nel loro insieme conoscono bene la loro materia anche se non la sanno insegnare. Il deficit sarebbe dunque di didattica. Quasi tre studenti su quattro (72%) hanno dichiarato che nella propria scuola "è stato negato il diritto di assemblea" e uno su due ha riferito di non aver mai ricevuto copia dello statuto delle studentesse e degli studenti a quattro anni dalla sua emanazione. Il 16% ha confessato di essere stato punito per aver preso parte a manifestazioni o altre iniziative di protesta. Quanto ai prof, il 41% ha affermato che solo la metà dei propri insegnanti sa spiegare in modo chiaro e comprensibile, il 28% ha riferito che lo sa fare una esigua minoranza, e c'è anche una percentuale dell'8% che è scontenta di tutti i propri insegnanti, nessuno escluso.
r. mas.