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La ricerca cambia volto: una donna a capo del Cnr

Donna della robotica, Maria Chiara Carrozza è stata nominata presidente del Consiglio nazionale delle ricerche ed è la prima donna, in 98 anni di storia, a ricoprire quel ruolo

13/04/2021
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Il Messaggero

Donna della robotica, Maria Chiara Carrozza è stata nominata presidente del Consiglio nazionale delle ricerche ed è la prima donna, in 98 anni di storia, a ricoprire quel ruolo. La nomina è arrivata ieri con il decreto della ministra all'Università, Maria Cristina Messa. «Sono orgogliosa e onorata - dice Carrozza - per aver ricevuto questo incarico così prestigioso. Sono stata nominata da una ministra che stimo moltissimo. Penso non ci sia nulla di più bello della ricerca scientifica. E mi impegnerò al massimo per ascoltare ricercatrici e ricercatori che lavorano per il nostro futuro».
E così il principale ente di ricerca italiano ha la sua guida, a due mesi dalla decadenza di Massimo Inguscio. La scelta è ricaduta su Carrozza - già ministra all'istruzione nel 2013 con il governo Letta - per la sua importante esperienza nel settore delle tecnologie più avanzate. Laureata in Fisica all'Università di Pisa, Carrozza ha conseguito il dottorato in ingegneria alla Scuola Superiore Sant'Anna dove è prof. ordinario di bioingegneria industriale e proprio lì è stata la più giovane rettrice italiana.
I RICONOSCIMENTINel 2017 è entrata a far della rosa internazionale delle 25 donne della robotica, per le sue ricerche pionieristiche nel campo della biorobotica, come quelle sui robot umanoidi, sulle protesi robotiche, sui sensori tattili e sulla pelle artificiale. Ha ricoperto incarichi di livello nazionale e internazionale ed ha insegnato e condotto ricerche in centri e università in Italia, Europa, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Cina. Con questo curriculum oggi, a 56 anni, si appresta ad assumere la presidenza del Cnr come prima donna nella storia dell'Ente in quasi un secolo. «Una donna che nomina un'altra donna: è il passaggio a una nuova era ha commentato la Carrozza dopo la nomina ricevuta dalla ministra Messa - essere la prima donna alla guida del più importante e grande centro di ricerca del Paese è una sfida e una responsabilità senza precedenti. Ma anche un cambio di passo e di prospettiva. Confido nell'aiuto e nella collaborazione di tutte le ricercatrici e i ricercatori dell'ente, nelle loro preziose indiscusse competenze e nel loro entusiasmo. Dobbiamo riportare al centro dell'attenzione sociale, economica e politica la ricerca, unico volano per la ricostruzione del Paese e il futuro dei giovani».
L'OBIETTIVOL'obiettivo, ambizioso, è rilanciare la ricerca italiana, troppo a lungo privata di attenzione e di risorse: «Il ruolo che il Cnr sarà chiamato a svolgere nei prossimi anni - ha spiegato la ministra Messa - sarà strategico per la crescita di tutto il Paese e per la competitività internazionale: dovrà essere un vero motore, in modo trasversale su tante tematiche e settori, per valorizzare e fare emergere le potenzialità che esistono nel sistema della ricerca italiana».
A proposito di potenzialità da valorizzare, si pensa all'effetto simbolico che una guida femminile nel mondo della ricerca può avere sulle giovani studentesse. La nomina della Carrozza potrà essere infatti di esempio anche per tante ragazze finora rimaste troppo distanti dalle materie tecnico-scientifiche: «la conosco e la stimo da anni ha dichiarato il ministro all'istruzione, Patrizio Bianchi - la scelta di una donna alla guida del Cnr è un'ottima notizia per il nostro Paese, che deve saper valorizzare tutte le sue competenze. È anche un messaggio di ispirazione per le nostre studentesse». L'Italia combatte infatti da anni con il divario di genere che porta le ragazze ad allontanarsi dalle materie cosiddette Stem: scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. Sul valore delle donne nella ricerca e della meritocrazia torna anche Inguscio, predecessore della Carrozza al Cnr: «È un bellissimo messaggio che il nuovo presidente sia una donna: nell'ente lavorano tante ricercatrici, molte con ruoli di direzione, ed è giusto che dopo 98 anni a capo dell'ente ci sia una donna. Dopo il riordino dell'ente, sono sicuro che le politiche di meritocrazia al servizio della ricerca continueranno a essere rafforzate».


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