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La Provincia-Novità nel decreto sulla formazione dei docenti che attua la riforma.

scuola Novità nel decreto sulla formazione dei docenti che attua la riforma. In aula anche insegnanti a tempo che possono non essere confermati Addio maestro, in cattedra solo con la laurea Il minist...

26/02/2005
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La Provincia

scuola Novità nel decreto sulla formazione dei docenti che attua la riforma. In aula anche insegnanti a tempo che possono non essere confermati Addio maestro, in cattedra solo con la laurea Il ministro promette: "Entro cinque anni lavoro sicuro ai 200mila docenti precari" - Ma i sindacati sono sul piede di guerra

Una classe di una scuola italiana

ROMA In cattedra sì, ma solo con la laurea. Anche il maestro - quello che girava fra i banchi degli scolari, figura romanticamente raccontata dalla penna di De Amicis nel libro "Cuore" - dovrà possedere il massimo titolo di studio. È una delle novità del decreto legislativo sulla formazione iniziale dei docenti, attuativo della riforma della scuola del ministro Moratti, approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento prevede anche un anno di tirocinio nelle scuole con l'assistenza di un tutor e nuovi criteri per l'accesso alla professione (a numero chiuso) che terranno conto della programmazione territoriale in base ai bisogni. I primi maestri potrebbero essere pronti a partire dall'anno scolastico 2008-09. Il ministro dell'istruzione Letizia Moratti, che sempre ieri ha annunciato l'assorbimento nei prossimi cinque anni dei 200 mila docenti precari, ha assicurato che "avremo docenti più qualificati e più giovani. E per via della programmazione daremo certezze sul posto di lavoro agli aspiranti insegnanti". I corsi di preparazione all'insegnamento si occuperanno anche dei livelli di apprendimento dei giovani e di elementi di metodologia oltre che di relazione. Alcuni sindacati hanno espresso parere negativo sul provvedimento. Il segretario generale Cislscuola, Francesco Scrima, ha espresso dissenso "all'atteggiamento censorio" che si maschera dietro "intervento all'apparenza neutrale e meramente cognitivo" dell'introduzione della figura del tutor finalizzata alle attività formative. Nei giorni scorsi il ministero, dice in una nota la Cisl, "ha avviato una rilevazione rivolta a tutte le istituzioni scolastiche sul personale adibito alla funzione tutoriale e alle modalità di svolgimento delle stesse". Questo intervento risulterebbe secondo i sindacati incoerente e contraddittorio rispetto alle stesse indicazioni della Moratti che ha affermato come la funzione tutoriale potesse essere introdotta in modo graduale solo dopo gli esiti della trattativa in corso sull'art 43. "È intollerabile - ha detto Scrima - che da una parte afferma di riconoscere il ruolo della contrattazione e dell'autonomia delle scuole, mentre dall'altra assume iniziative verticistiche e unilaterali che violano il sistema delle relazioni sindacali, mortificando la professionalità dei docenti". I Cobas parlano di precarizzazione del lavoro docente e la Flcgil ritiene che sull'assorbimento dei precari non è che "l'ennesimo rinvio". Pur esprimendo parere positivo, la Lega invita il governo ad essere "più coraggiosi sulla chiamata diretta". "È ridicolo - afferma Maria Chiara Acciarini (Ds) - che un ministro in carica da 4 anni parli di assunzioni nei prossimi 5 anni. Si è accorta che non ha più tempo, che siamo alla fine della legislatura?". Per Mario Mauro (Fi), il provvedimento "è invece una svolta nelle procedure per il reclutamento del personale docente e risolve il problema annoso del precariato". Ecco le principali novità del decreto legislativo. PERCORSIFORMATIVI I nuovi percorsi formativi sono a numero programmato e sono ripartiti tra le università secondo il numero che si prevede di coprire per concorso nelle scuole statali della regione stessa. Ai corsi si accede attraverso selezione dopo aver conseguito la laurea di primo livello o il diploma accademico di primo livello. - Saranno realizzati Centri di ateneo o di interateneo che hanno lo scopo di organizzare il tutorato, lo svolgimento delle prove di accesso, il raccordo con le scuole e le altre istituzioni formative del territorio. I centri stipuleranno specifiche intese con le scuole o con reti di scuole. Alla fine del corso, dopo la laurea magistrale o il diploma accademico di secondo livello, è previsto un esame di stato con valore abilitante, che garantirà a coloro che lo superano la certezza dell'assunzione. IPOSTI La programmazione dei posti avviene a cadenza triennale in base a stime previsionali che tengono conto del numero dei posti di insegnamento, degli alunni (anche disabili) e del turn-over. Il ministro ripartisce poi anno per anno tra le università nelle singole regioni un numero di posti pari a quelli che si prevede di coprire nelle scuole della regione maggiorato del 10%. I vincitori del concorso sono assegnati alle scuole della regione, nelle quali svolgono un periodo di applicazione della durata di un anno tramite un apposito contratto di inserimento formativo al lavoro, con assunzione di responsabilità di insegnamento sotto la supervisione del tutor. Al termine dell'anno, ed a seguito della valutazione positiva, i docenti stipulano con i dirigenti scolastici un contratto di lavoro a tempo indeterminato.


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