La promessa: stabilizzare i precari Ma negli atenei si prepara la rivolta

flavia amabile
ROMA
Ci sono sei punti dedicati alla ricerca, l'università e in generale a tutta la formazione e l'istruzione, collocati al terzultimo posto del piano di rilancio che si sta mettendo a punto durante gli Stati generali in corso a Roma. Così il governo prova a rispondere alle aspettative del mondo della ricerca universitaria che sta insistendo per una riforma che permetta di ridurre il numero dei precari diventati la maggioranza di chi lavorano nelle università e nella ricerca italiane. Ma, se non ci saranno modifiche del piano, i ricercatori precari annunciano che andranno avanti nella loro battaglia. «Non vediamo alcuna discontinuità rispetto ai governi precedenti», sostiene Tito Russo della Flc-Cgil.
Il capitolo dedicato alla formazione è il settimo su nove. Si intitola «Investiamo nella formazione e nella ricerca» ed è formato da sei punti, tutti necessari e condivisibili ma inevitabilmente generici come in questa fase non può non essere qualsiasi aspetto del piano di rilancio che per il momento è stato solamente esposto in modo sintetico e dovrebbe subire comunque delle modifiche in base alle indicazioni che arriveranno dagli interventi degli ospiti di questi giorni. Si agirà attraverso interventi sul dottorato di ricerca e sulla valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori e delle lauree professionalizzanti. Si prevedono un Piano straordinario di reclutamento dei ricercatori, l'Incentivazione degli scambi europei anche per le scuole superiori e la creazione di ecosistemi dell'innovazione al Sud.