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La Nuova Sardegna-Molte elementari sono più avanti della Moratti

Molte elementari sono più avanti della Moratti" SASSARI. Lunedì si apre un nuovo anno scolastico, fra i tanti vecchi problemi e le pochissime novità. Fra le quali il "decretino" ...

14/09/2003
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Nuova Sardegna

Molte elementari sono più avanti della Moratti"
SASSARI. Lunedì si apre un nuovo anno scolastico, fra i tanti vecchi problemi e le pochissime novità. Fra le quali il "decretino" del ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, che, dopo il blocco del decreto di attuazione della riforma, ha introdotto l'insegnamento dell'inglese e dell'informatica già al primo anno della scuola elementare. Ma c'è da dire che per alunni e insegnanti delle scuole sarde, di fatto, non cambierà niente.
Nella stragrande maggioranza degli istituti le due discipline vengono impartite fin dal primo anno ormai da lungo tempo a livello sperimentale.
"Questa disposizione - spiega Vittorio Sanna, dirigente del Primo circolo didattico San Donato di Sassari - va a sfondare delle porte già aperte da molto tempo. L'unica novità è che, generalizzando l'insegnamento di queste discipline, le rende di fatto obbligatorie, agendo su un piano nel quale, in virtù dell'autonomia scolastica, abbiamo raggiunto livelli ben più elevati di quelli indicati nel decreto.
"A partire - continua Sanna - dal numero di ore di lezione: per la lingua inglese, il decreto Moratti ne impone una nel primo biennio e due nel triennio, mentre in moltissime scuole da anni se ne programmano due o tre. Addirittura in molti circoli l'insegnamento delle due discipline è stato ampiamente sperimentato anche nelle scuole dell'infanzia, come esperienza ponte per l'ingresso alla primaria".
Dello stesso avviso anche Angela Cherveddu, dirigente del Secondo circolo San Giuseppe: "Mi sembra che questa riforma sia un po' lontana dalla scuola reale - afferma -, perché la scuola reale è certamente più avanti. Quella dell'insegnamento dell'inglese e dell'informatica è una forma di sperimentazione molto diffusa, che ha coinvolto tutte le scuole che, pur in assenza di finanziamenti specifici e facendo i salti mortali per far quadrare i bilanci, sono riuscite a mettere insieme risorse professionali e strumentali adeguate. Probabilmente il decreto emanato servirà ad aprire queste possibilità anche alle pochissime scuole che ancora, per tante ragioni, non sono riuscite ad attuare questo tipo di sperimentazione, ma il rischio è che senza risorse finanziarie aggiuntive tutto rimanga soltanto sulla carta.
"Il discorso fondamentale - sottolinea infine Angela Cherveddu - è quello della disponibilità di denari, visto che la scuola è culturalmente pronta e, anzi, in qualche modo ha preceduto il provvedimento".
Un apparato scuola, dunque, complessivamente collaudato e capace, in realtà, di attuare in largo anticipo quanto poi è stato stabilito dal primo decreto di parziale attuazione della grande rivoluzione della scuola.
Mancano però i fondi indispensabili soprattutto per quelle scuole che iniziano da zero l'insegnamento delle due discipline di nuova introduzione.
"Questa è la riforma che non c'è - aggiunge il dirigente del terzo circolo Sacro Cuore, Marco Fumi -. Il ministro si è fermato perché non aveva soldi né mezzi. Ha così emanato questo'decretino', che arriva in clamoroso ritardo rispetto a quanto le scuole hanno già fatto, attrezzandosi anche in termini di professionalità, tra mille difficoltà finanziarie e conquistandosi il diritto a usufruire dei fondi messi a disposizione dalle leggi regionali e dai Por, che hanno permesso di realizzare, nell'ambito dell'autonomia scolastica, progetti didattici importantissimi insieme alla formazione e all'aggiornamento dei docenti".
Angela Recino


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