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La newsletter settimanale di Tuttoscuola

Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. https://www.tuttoscuola.com **************...

01/12/2003
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Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

https://www.tuttoscuola.com

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N. 128, 1 dicembre 2003

SOMMARIO

1. Riforma degli organi collegiali territoriali/1: il no dei sindacati
2. Riforma degli organi collegiali territoriali/2: anche Berlinguer.
3. Dal "Punto e a capo" del ministro al "Punto e basta" del sindacato
4. Primo decreto attuativo/1: lo stallo continua
5. Primo decreto attuativo/2: i contenuti del contrasto

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le altre notizie di TuttoscuolaFOCUS n.32/128:

- Riforma degli organi collegiali territoriali/3: cosa cambia
- Primo decreto attuativo/3: al via il confronto parlamentare
- La via nostalgica dei Comunisti italiani
- "Cancelliamo la riforma che ha cancellato le nostra."
- Piu' pensionamenti del previsto nella scuola
- Sempre piu' difficile resistere fino a 65 anni nella scuola
- Il crocifisso in mano agli azzeccagarbugli

E poi tutte le scadenze aggiornate della scuola nella rubrica
TuttoscuolaMEMORANDUM

Per consultarle: https://www.tuttoscuola.com/focus
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1. Riforma degli organi collegiali territoriali/1: il no dei sindacati

Lo schema di decreto legislativo per la riforma degli organi
collegiali territoriali approvato in prima lettura dal Consiglio dei
ministri, su proposta del ministro Moratti, non si e' limitato a un
maquillage dei vecchi organismi. Li ricostruisce dalle fondamenta, e
non tutti sono d'accordo. Dal fronte sindacale in particolare e'
partito un cannoneggiamento ad alzo zero verso il provvedimento, che
ora sara' sottoposto al parere della Conferenza unificata
Stato-Regioni, per essere poi definitivamente approvato (con eventuali
modifiche) dal Consiglio stesso ed emanato, nelle intenzioni del
Governo, entro la fine del prossimo mese di gennaio.
Cosa non e' piaciuto ai sindacati? In primo luogo il metodo seguito
dal vertice politico che in una materia che investe la rappresentanza
di tutti gli operatori scolastici, ha riconosciuto alle organizzazioni
rappresentative un coinvolgimento marginale.
In secondo luogo, che ai docenti non e' attribuito nei nuovi organi
territoriali "un ruolo corrispondente alle responsabilita' che essi
esprimono" (Ricciato, Snals); "il pesante ridimensionamento della
presenza della componente dirigente, docente ed ATA, che garantita nei
consigli di istituto rischia di scomparire negli altri organi"
(Colturani, Cisl-scuola); "l'assoluta mancanza di democrazia" (Panini,
Cgil-scuola).

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2. Riforma degli organi collegiali territoriali/2: anche Berlinguer.

Del resto i sindacati nei precedenti organi collegiali, istituiti nel
1974, avevano un ruolo primario grazie alla massiccia rappresentanza
della categoria.
Ad esempio, nel CNPI, il massimo organismo collegiale scolastico,
composto da 74 membri, ben 64 componenti erano eletti in
rappresentanza del personale, su liste sindacali o di associazione, 4
erano di nomina ministeriale e 5 designati da Enti. Non per niente
quel Consiglio era ritenuto una specie di parlamentino sindacale
grazie ad una rappresentanza che sfiorava il 90% dell'intero
consiglio.
I nuovi organi territoriali riconoscono maggiore spazio alle famiglie
e agli studenti nei processi decisionali che investono il loro futuro.
Una manovra della Moratti per indebolire l'influenza del sindacato?
L'organismo nazionale era gia' stato riformato dal ministro
Berlinguer, che lo aveva ridimensionato portandolo da 74 a 36 membri,
contenendo al 50% la rappresentanza della categoria e prevedendo il
restante 50% di nomina ministeriale. Ma il decreto di Berlinguer (n.
233/1999) era stato bloccato dall'attuale ministro che si accinge ora
a sostituirlo definitivamente, confermandolo a 36 componenti, ma
eliminando completamente la rappresentanza elettiva della categoria
per lasciar posto ai 19 rappresentanti dei consigli scolastici
regionali (di diritto), a 7 membri designati e a 10 membri di nomina
ministeriale.

3. Dal "Punto e a capo" del ministro al "Punto e basta" del sindacato

Quando il ministro Moratti lancio' le linee della riforma del sistema
di istruzione agli Stati Generali di due anni fa, uso' un titolo
eloquente: "Punto e a capo", uno slogan che suono' come volonta' di
azzeramento dei progetti riformatori precedenti e di cambiamento
radicale del sistema vigente.
I sindacati della scuola ebbero da subito un atteggiamento diffidente,
che andava dalla posizione piu' radicale della Cgil-scuola a quella
prudentemente critica degli altri sindacati.
Mentre sul metodo della riforma per delega, e' sempre stata unanime la
contrarieta' del fronte sindacale, nel merito dei contenuti della
riforma qualche piccolo spiraglio di attenzione c'e' stato da parte
del sindacato piu' rappresentativo del settore, la Cisl-scuola, e
dallo Snals.
Ne e' stata prova anche la recente vicenda estiva del Consiglio
nazionale (CNPI) dove e' stato concesso dal sindacato (contraria la
Cgil-scuola) una tregua e un timido lasciapassare per il progetto
nazionale di innovazione per la generalizzazione dell'inglese e
dell'informatica, e per alcuni aspetti dei piani di studio
individualizzati, nelle prime classi della primaria.
Ma la tregua e' finita e il ministro Moratti sembra ora aver perso
qualsiasi appoggio, anche se indiretto, del mondo sindacale.
Proprio il segretario generale della Cisl-scuola, intervenendo nella
manifestazione di sabato 29 novembre a Roma, ha affermato: "Questa
riforma non ci piace. Ma ci piace ancor meno il primo decreto
attuativo. Per questo ne chiediamo il ritiro immediato". E ha
aggiunto "Due anni sono bastati per farci capire che questo governo
sulla scuola e' capace solo di cose perniciose. Per questo diciamo:
punto e basta!".

4. Primo decreto attuativo/1: lo stallo continua

L'iter del primo decreto attuativo della legge di delega di riforma
della scuola, approvato in prima lettura dal Governo il 12 settembre,
segna il passo.
Uno snodo importante per l'approvazione e' il parere della Conferenza
Unificata Stato-Regioni-citta' e autonomie locali, che pero' continua
a slittare. Nella riunione del 26 novembre e' stato deciso di
esaminare solo 12 dei 25 punti all'ordine dei giorno. Tra questi non
e' stato compreso, nonostante le insistenze del sottosegretario Aprea,
il decreto sulla scuola dell'infanzia, elementare e media.
I motivi del rinvio della discussione sarebbero due: in primo luogo la
richiesta di Regioni, Province e Comuni di un approfondimento della
istruttoria sulla copertura finanziaria del provvedimento; in secondo
luogo la mancata formalizzazione ufficiale degli orientamenti espressi
dai rappresentanti del MIUR il 20 novembre sulle 8 proposte emendative
presentate dall'ANCI durante la seduta tecnica preparatoria della
Conferenza Unificata.
Il ministro per i rapporti con le Regioni La Loggia, facendosi
interprete dell'urgenza di definire il parere nel tempo piu' breve ha
chiesto e ottenuto che la riunione della Conferenza, gia' prevista per
il 18 dicembre, fosse anticipata al 10 dicembre.

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5. Primo decreto attuativo/2: i contenuti del contrasto

Quali gli ostacoli per un parere positivo? Le Regioni contestano, come
anticipato da TuttoscuolaNEWS (v. n. 127 del 24 novembre), il mancato
passaggio in Conferenza del piano finanziario, le indicazioni
nazionali per i piani personalizzati (allegati da A a D) che
invaderebbero le competenze delle Regioni, la figura del tutor e la
blindatura del numero delle ore che avrebbe a disposizione che
comprimerebbe l'autonomia delle istituzioni scolastiche.
I Comuni denunciano invece l'intero impianto finanziario della legge
e, in particolare, la mancata previsione delle risorse per finanziare
i costi aggiuntivi che graveranno sugli enti locali. Hanno chiesto di
mantenere e di ampliare l'esperienza, giudicata positiva, degli
istituti comprensivi e di assicurare la dotazione organica necessaria
per garantire la presenza degli insegnanti durante la mensa ed un
tempo scuola di 40 ore settimanali.
Su questo il ministero non dovrebbe faticare ad accogliere la
richiesta, visto che coincide con quanto affermato dal ministro alle
commissioni parlamentari e puntualizzato nel commento allo schema di
decreto apparso sul sito del ministero.
A questo punto i soggetti in campo, il MIUR da una parte, le Regioni
egli enti locali dall'altra, hanno tempo fino al 10 per individuare
soluzioni condivise.

Ed ecco le altre notizie di TuttoscuolaFOCUS n.31/127:

Riforma degli organi collegiali territoriali/3: cosa cambia

Composizione, dimensione e rappresentanze: passa da li' la riforma
degli organi collegiali scolastici territoriali proposta dal ministro
Moratti (.) https://www.tuttoscuola.com/focus

Primo decreto attuativo/3: al via il confronto parlamentare

Per accelerare i tempi la settimana scorsa e' iniziato l'esame del
decreto in Commissione istruzione del Senato. Come si svolgera' il
lavoro delle commissioni? Quale la posizione del ministro
dell'Economia in presenza di modifiche? (.)
https://www.tuttoscuola.com/focus

La via nostalgica dei Comunisti italiani

"questa legge sulla scuola, se e quando torneremo al governo, dovra'
essere abrogata: e' inemendabile". La riforma insomma, in caso di
ritorno al governo, va semplicemente "cancellata".
Per fare cosa? In sostanza (.) https://www.tuttoscuola.com/focus

"Cancelliamo la riforma che ha cancellato le nostra."

Il proposito di abrogare, in caso di cambio di maggioranza, la legge
Moratti non e' solo dei Comunisti italiani. Secondo (.)
https://www.tuttoscuola.com/focus

Piu' pensionamenti del previsto nella scuola

Erano stati previsti per quest'anno 9-10 mila pensionamenti di docenti
statali, ma al 1° settembre scorso se ne sono andati (.)
https://www.tuttoscuola.com/focus

Sempre piu' difficile resistere fino a 65 anni nella scuola

Su 100 docenti che vanno in pensione, solamente 16 lo fanno per
raggiunti limiti di eta' (65 anni): gli altri lasciano il servizio
anzitempo per dimissioni o altre cause.
Tra gli insegnanti resistono di piu' quelli (.)
https://www.tuttoscuola.com/focus

Il crocifisso in mano agli azzeccagarbugli

La presenza del crocifisso nelle aule delle scuole statali italiane
non e' un problema giuridico, sul quale rassegnarsi ad assistere alle
sottili controversie degli azzeccagarbugli. Il problema e' prima di
tutto politico-culturale, e riguarda il valore che si vuol assegnare a
quel simbolo: (.) https://www.tuttoscuola.com/focus

E poi tutte le scadenze del prossimo mese, commentate e spiegate. Ecco
gli argomenti di TuttoscuolaMEMORANDUM di questa settimana:

- ammissione dei candidati esterni agli esami di Stato
- affissione liste elezioni RSU
- Inizio votazioni per elezioni RSU
- scadenze amministrative relative al mese di dicembre
- affissione risultati elezioni RSU
- Borse di studio INPDAP
- Predisposizione programma annuale 2004
18 dicembre - PON Scuola 2000-2006

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