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La maturità con il 5

Dal 2018 basterà la media del 6 e conterà la condotta. Per il voto, più peso alla carrieraLe otto deleghe salvate, ovvero la Buona scuola bis, approdano alle due commissioni parlamentari. E alla Camera diventa pubblico il primo “schema” (perfettibile, modificabile) sugli otto argomenti su cui nasceranno — nei prossimi due mesi — i nuovi decreti legge. Il tema più seguito è quello delle valutazioni degli studenti e presenta diverse novità. Morbide per gli studenti. Nell’articolato numero 384 si introduce in tre passaggi chiave il concetto di “media scolastica”. Per essere ammessi alla Maturità, a partire dal giugno 2018 non sarà necessario avere tutte le sufficienze, ma basterà una media matematica del 6. Significa che si potrà fare l’Esame di Stato anche con un 5 (o un 4) su una o due materie purché ci siano 7 e 8 a compensare su altre discipline. Non è importante — seguendo il testo — che le insufficienze siano presenti in materie fondamentali: anche educazione motoria, religione e, ovviamente, condotta concorrono alla media finale. Su questo allentamento del rigore si legge l’impronta di parlamentari del Pd che, di fronte a un esame di Maturità a cui accede oltre il 95 per cento degli studenti, hanno provato a togliere al passaggio scolastico l’aura di prova della vita. Il concetto della “media del 6”, d’altro canto, è entrato con questo testo anche nell’accesso all’Esame di terza media e persino nelle decisioni di promozione o bocciatura nelle otto classi del primo ciclo (le cinque elementari e le tre medie): di fronte a un “6 di media” lo scolaro non ripeterà l’anno anche se ci sono insufficienze nelle singole materie. Se per la bocciatura diventerà decisivo il voto di religione, il fatto dovrà essere messo a verbale. La bocciatura nella primaria, comunque, dovrà fondarsi «su motivazioni eccezionali ». Il nuovo schema sulla Maturità — che non è un testo finale, ma l’inizio di una discussione che durerà sessanta giorni — prevede che per l’ammissione all’esame serviranno la partecipazione alle prove Invalsi di quinta (si terranno in aprile su italiano, matematica e, novità, inglese), la prova dello svolgimento dell’alternanza scuola-lavoro in terza e quarta superiore e, si ribadisce, una frequenza scolastica pari a tre quarti del monte ore annuale. Il decreto prevede, sempre per l’Esame di Stato superiore, la scomparsa della terza prova (il quizzone) e della “tesina” portata dal candidato (era nata con il ministro Fioroni nel 2007). Si dovrà portare, invece, un resoconto del periodo di “alternanza lavoro” realizzato nelle due stagioni precedenti. La composizione delle commissioni d’esame resta mista (tre interni, tre esterni) con il presidente di commissione (esterno) scelto da un Albo e preparato per condurre l’esame. La prova di italiano si trasformerà nella redazione di un testo argomentativo con la possibilità di strutturare la prova in più parti. La seconda prova (matematica, per esempio) avrà all’interno quesiti anche su altre discipline (nel caso specifico, Fisica). Nel colloquio orale sarà la commissione a dettare il punto di partenza della riflessione. Per il voto finale peserà di più il percorso degli anni precedenti: si potrà ottenere un massimo di 12 punti in terza, 13 in quarta e 15 in quinta. Quaranta (su cento) in totale contro i 25 precedenti. Altri quaranta punti arriveranno, equamente divisi, dalle prime due prove scritte. Venti dal colloquio. Il bonus di cinque punti scatta da un voto minimo di 80. La lode che segue il cento dovrà essere votata all’unanimità. L’esame di Terza media si snellisce: sarà composto di tre prove (italiano, matematica e lingue straniere). Il Test Invalsi sarà anticipato.

18/01/2017
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la Repubblica

Corrado Zunino

Le otto deleghe salvate, ovvero la Buona scuola bis, approdano alle due commissioni parlamentari. E alla Camera diventa pubblico il primo “schema” (perfettibile, modificabile) sugli otto argomenti su cui nasceranno — nei prossimi due mesi — i nuovi decreti legge. Il tema più seguito è quello delle valutazioni degli studenti e presenta diverse novità. Morbide per gli studenti.

Nell’articolato numero 384 si introduce in tre passaggi chiave il concetto di “media scolastica”. Per essere ammessi alla Maturità, a partire dal giugno 2018 non sarà necessario avere tutte le sufficienze, ma basterà una media matematica del 6. Significa che si potrà fare l’Esame di Stato anche con un 5 (o un 4) su una o due materie purché ci siano 7 e 8 a compensare su altre discipline. Non è importante — seguendo il testo — che le insufficienze siano presenti in materie fondamentali: anche educazione motoria, religione e, ovviamente, condotta concorrono alla media finale.

Su questo allentamento del rigore si legge l’impronta di parlamentari del Pd che, di fronte a un esame di Maturità a cui accede oltre il 95 per cento degli studenti, hanno provato a togliere al passaggio scolastico l’aura di prova della vita. Il concetto della “media del 6”, d’altro canto, è entrato con questo testo anche nell’accesso all’Esame di terza media e persino nelle decisioni di promozione o bocciatura nelle otto classi del primo ciclo (le cinque elementari e le tre medie): di fronte a un “6 di media” lo scolaro non ripeterà l’anno anche se ci sono insufficienze nelle singole materie. Se per la bocciatura diventerà decisivo il voto di religione, il fatto dovrà essere messo a verbale. La bocciatura nella primaria, comunque, dovrà fondarsi «su motivazioni eccezionali ».

Il nuovo schema sulla Maturità — che non è un testo finale, ma l’inizio di una discussione che durerà sessanta giorni — prevede che per l’ammissione all’esame serviranno la partecipazione alle prove Invalsi di quinta (si terranno in aprile su italiano, matematica e, novità, inglese), la prova dello svolgimento dell’alternanza scuola-lavoro in terza e quarta superiore e, si ribadisce, una frequenza scolastica pari a tre quarti del monte ore annuale.

Il decreto prevede, sempre per l’Esame di Stato superiore, la scomparsa della terza prova (il quizzone) e della “tesina” portata dal candidato (era nata con il ministro Fioroni nel 2007). Si dovrà portare, invece, un resoconto del periodo di “alternanza lavoro” realizzato nelle due stagioni precedenti. La composizione delle commissioni d’esame resta mista (tre interni, tre esterni) con il presidente di commissione (esterno) scelto da un Albo e preparato per condurre l’esame.

La prova di italiano si trasformerà nella redazione di un testo argomentativo con la possibilità di strutturare la prova in più parti. La seconda prova (matematica, per esempio) avrà all’interno quesiti anche su altre discipline (nel caso specifico, Fisica).

Nel colloquio orale sarà la commissione a dettare il punto di partenza della riflessione. Per il voto finale peserà di più il percorso degli anni precedenti: si potrà ottenere un massimo di 12 punti in terza, 13 in quarta e 15 in quinta. Quaranta (su cento) in totale contro i 25 precedenti. Altri quaranta punti arriveranno, equamente divisi, dalle prime due prove scritte. Venti dal colloquio. Il bonus di cinque punti scatta da un voto minimo di 80. La lode che segue il cento dovrà essere votata all’unanimità.

L’esame di Terza media si snellisce: sarà composto di tre prove (italiano, matematica e lingue straniere). Il Test Invalsi sarà anticipato.