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«La fisica non è per le donne» Bufera sul ricercatore italiano dopo la conferenza sessista

La frase choc: «Gli uomini sono discriminati». Il Cern non lo ospiterà più

02/10/2018
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Corriere della sera

Stefano Montefiori

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

PARIGI Con grafici, tabelle, affermazioni perentorie e una vicenda personale, il fisico dell’università di Pisa Alessandro Strumia è intervenuto venerdì scorso a una conferenza al Cern su «Fisica delle alte energie e gender», durante la quale veniva affrontata la questione delle pari opportunità nella fisica e più in generale nell’area STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).

L’intervento ha fatto scandalo perché Strumia ha cercato di dimostrare che, se una discriminazione esiste, è a danno degli uomini. «La fisica è stata inventata e costruita dagli uomini, l’ingresso non è su invito».

In sostanza, secondo lui, nelle discipline scientifiche sarebbe in vigore una meritocrazia assoluta e trasparente: chi è capace entra, chi non lo è resta fuori. E secondo lui le donne restano fuori perché meno brillanti degli uomini. «Madame Curie e altre sono state accolte, dopo che hanno mostrato che cosa sapevano fare». L’eterno esempio di Madame Curie, il caso eccezionale evocato da decenni per eludere il problema delle pari opportunità tra uomo e donna.

Di fronte a una platea di giovani ricercatrici attonite, Strumia ha presentato 26 slide sostenendo che gli uomini si interessano di più alle «cose» e le donne alle «persone», e per questo i primi sono più numerosi nelle professioni a sfondo scientifico e le seconde in quelle umanistiche, dove il confine vero/falso giusto/sbagliato è più sfumato.

Secondo Strumia, è possibile che esistano differenze tra il cervello degli uomini (più portati a «sistematizzare») e delle donne (più dotate nell’«empatia»), diversità a suo avviso influenzate dai livelli di testosterone prenatale. Tesi ardita, ma il test di verifica lo è ancora di più. Il fisico italiano propone di misurare il «digit ratio» nelle scienziate: se il dito indice è più breve dell’anulare, questo indicherebbe un’elevata esposizione al testosterone (ormone androgeno) nell’utero materno. E spiegherebbe il successo delle poche scienziate che ce la fanno: assomigliano agli uomini. «All’opposto, sostenere che i cervelli siano identici è ideologia», sentenzia Strumia.

Proprio in un intervento al rinomato Cern, dove ha un ufficio e lavora regolarmente, il professore 49enne sembra abbandonare il rigore del metodo scientifico. Alterna studi sul quoziente intellettivo e considerazioni biologiche a una vicenda personale: all’Istituto nazionale di fisica nucleare è stata assunta una donna, Anna Ceresole, citata 3.231 volte, e non lui, che ha all’attivo 30 mila 785 citazioni.

Dal 2016 il Cern di Ginevra è guidato da una donna, la direttrice generale Fabiola Gianotti, e da ieri il Cern ha anche una presidente donna, la fisica francese Ursula Bassler. Strumia è stato sospeso con effetto immediato dalla sua collaborazione con il Cern, in attesa dei risultati dell’inchiesta interna. «Il Cern considera la presentazione come altamente offensiva — si legge in un comunicato — e si schiera a fianco di molti membri della comunità che hanno espresso la loro indignazione per le dichiarazioni inaccettabili».

Nel 2005, citato dallo stesso Strumia, il caso di Lawrence Summers, il presidente di Harvard che perse il posto dopo avere affermato che le donne hanno minore successo nella carriere scientifiche per differenze innate legate al sesso. Anche l’università di Pisa sta prendendo provvedimenti, il rettore Paolo Mancarella ha deciso di deferire Strumia alla Commissione etica dell’Ateneo.


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