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L'esame di maturità sarà in classe ma alla nuova scuola servono più prof

La ministra Azzolina: “Saremo rapidi”. Banchi singoli (in cerchio per garantire le distanze) e mascherine solo per i maestri. Lezione anche in giardino e al museo

27/04/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA - "Sarà una scuola nuova", assicura Lucia Azzolina. La ministra attende per giovedì la prima relazione del Comitato di esperti insediato per la ripartenza dell'istruzione a settembre, ripartenza confermata ieri a Repubblica dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La task force si è già vista (in remoto) due volte, oggi un nuovo appuntamento detterà tempi e modalità d'azione e da domani riunioni senza soluzione di continuità fino al 31 luglio. "Saremo rapidi", dice ancora la ministra, che immagina come, usciti dall'emergenza clinica, si potrà gradualmente approdare a un insieme di esperienze che spingerà in avanti la didattica del sistema scolastico.

Per fare questo serve un piano largo e flessibile, "un mosaico", lo definisce il professor Alberto Melloni, ordinario di Storia del cristianesimo all'Università di Modena-Reggio, uno dei diciotto membri del comitato per la riapertura. "Dobbiamo ricostruire sulle macerie della più grave catastrofe non bellica degli ultimi quattro secoli".

Settembre, ecco, ripartirà con gli "insufficienti", decine di migliaia di studenti portatori di debiti ("4" e "5" in pagella) richiamati in classe per i corsi di recupero: sarà il primo test del distanziamento a scuola, il più difficile di tutti. Il comitato lavora per il ritorno in classe graduale e differenziato, a metà settembre, di otto milioni e mezzo di studenti. Come ha potuto apprendere Repubblica, il piano che sta prendendo forma prevede di affrontare prima la collocazione della fascia di alunni 3-14 anni, dall'infanzia alle scuole medie, trattata come un blocco generazionale unico per la mancanza di un'autonomia sufficiente sia per muoversi verso il proprio edificio scolastico che per gestire eventuali lezioni a distanza. "La scuola a quest'età si incontra e scontra con il lavoro dei genitori". Si partirà da qui.

Per il ciclo dell'infanzia e le elementari non si ipotizzano mascherine per i bambini, si prevedono invece per gli insegnanti e tutti gli amministrativi. La questione centrale è quella degli spazi e le certezze oggi sono: non ci saranno più due studenti per banco, un appoggio-un alunno, e in molti casi si metterà mano all'architettura interna delle classi: si possono immaginare banchi circolari esterni e muri da abbattere per liberare metri quadrati. Il lavoro sui volumi degli istituti è già partito e da oggi possono riaprire i cantieri di edilizia scolastica avviati (e fermati per due mesi). In particolare, l'Osservatorio dedicato proverà a virare i lavori già appaltati sulle nuove necessità e a dirigere i prossimi su "un'edilizia leggera" - il termine è questo - che consentirà con alcune migliaia di euro e tre-quattro mesi di cantiere di recuperare aule, piani, ali di edificio oggi inutilizzati (per la presenza di eternit, per esempio). Sull'edilizia scolastica ci sono altri 320 milioni di euro per le Regioni dopo i 510 milioni assegnati lo scorso 10 marzo. Le Regioni avranno tempo fino al prossimo 29 maggio per inviare gli elenchi degli interventi da finanziare e si stanno muovendo in autonomia spostando risorse dei Fondi regionali europei sulla scuola: "Serve più spazio, dobbiamo usare questi mesi senza perdere un'ora, ma settembre sarà durissimo", dice l'assessora all'Istruzione della Regione Toscana Cristina Grieco.

Il rinnovamento dell'urbanistica interna è finalizzato a una rivoluzione delle classi: non solo dovranno essere spezzate in due per garantire le distanze, ma potranno essere mischiate per consentire lezioni diversificate. La linea indicata dal maestro di strada Marco Rossi Doria è un elemento importante anche per la task force ministeriale: nei mesi di settembre-ottobre si potranno immaginare ore di Geografia, Scienze e Arte non solo in giardini (interni ed esterni all'istituto) e piazze delle nostre città, ma anche in musei e teatri non utilizzati la mattina. Questo comporterà un utilizzo più ricco di docenti abituati alla lezione frontale che si trasformerà, giocoforza, in un ampliamento del monte orario (oggi a 18 ore per le superiori) che andrà pagato meglio (con una chiusura generosa del contratto, a cui stanno lavorando i sindacati). Una rete di dirigenti scolastici di Busto Arsizio, Asiago, Sarzana sta lavorando a questa possibilità di lezioni dentro-fuori a classi miste. La qualità dei presidi, in questa fase d'emergenza, farà la differenza.

Il ministero è convinto che un'aliquota degli ingenti fondi attesi dall'Unione europea saranno riservati - in surplus - all'istruzione: l'ultima riunione dei ministri dell'Istruzione del continente ha chiesto la rimodulazione del bilancio di Bruxelles in favore delle scuole (tutte in difficoltà). E ieri il premier Conte ha confermato: "L'esame di maturità si farà in presenza e dai concorsi arriveranno 60 mila nuovi docenti".