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L'anno scolastico breve ipotesi del ministero: partenza il 14 settembre

Dopo un anno durissimo, in cui a mettere in crisi le lezioni è stato il Covid, si passa ad un anno in cui saranno le urne elettorali a togliere ore di lezione

14/06/2020
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Il Messaggero

Altro che recupero delle lezioni perse per il Covid, il prossimo anno scolastico rischia di essere il più corto di sempre: a rischio ci sono i 200 giorni di lezione previsti e la preparazione degli studenti. Tutte le insufficienze che ora saranno inevitabilmente in pagella (per il 2019-20 le bocciature non sono previste ma i voti sotto al 6 rimangono) dovranno essere recuperate l'anno prossimo per evitare che, a giugno 2021, il livello dei bocciati possa raggiungere percentuali da record. Ma il rischio è che non ci sarà il tempo per farlo. L'anno potrebbe essere davvero molto breve visto che sarà segnato da ben due periodi elettorali che, prevedendo entrambi un turno di ballottaggio, diventeranno 4 tornate. Con relative chiusure degli istituti, sedi di seggio elettorale. E le giornate perse, per la scuola, saranno tante. Dopo un anno durissimo, in cui a mettere in crisi le lezioni è stato il Covid, si passa ad un anno in cui saranno le urne elettorali a togliere ore di lezione. Sperando sempre che non ci sia anche bisogno di nuove chiusure per colpa dei contagi. 
LE DATEPrimo turno elettorale subito con l'election day di settembre: sarà probabilmente il 20 settembre e vedrà andare al voto le regioni Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d'Aosta, oltre alle elezioni comunali e, probabilmente, al referendum sul taglio dei parlamentari. Si tratta di elezioni che si sarebbero dovute svolgere in primavera ma che, causa Covid, sono slittate a settembre. E a loro volta potrebbero far rinviare l'avvio dell'anno scolastico, previsto in teoria per il 15 settembre. L'ipotesi è di far suonare la prima campanella direttamente il 23 settembre, lasciando solo l'ultima settimana del mese per avviare le lezioni. E poi, da lì a 10 giorni, si richiuderebbe per il turno di ballottaggio che arriverebbe il 4 ottobre.
Un apri e chiudi che farebbe perdere la concentrazione a chiunque, senza contare la spesa per le continue sanificazioni nei passaggi tra gli studenti in aula e gli elettori nelle urne. Lo stesso andirivieni si presenterebbe qualora la scuola decidesse di aprire il 15 settembre, senza far slittare l'avvio delle lezioni, o il 14 come richiesto dal ministero dell'istruzione alle Regioni. In questo modo peraltro si guadagnerebbero appena tre o quattro giorni, dal 14 al 18, visto che gli istituti dovranno chiudere il venerdì prima del voto per allestire i seggi. Praticamente la scuola potrebbe partire a tutti gli effetti solo dopo il 7 ottobre.
I PROBLEMIUn ritardo enorme, ancora più pesante se si pensa che gli alunni non entrano in classe dai primi di marzo. Oltre a quelli che, nelle prime zone rosse, sono rimasti senza scuola già a febbraio. La didattica è andata avanti sulle piattaforme e sui registri elettronici ma i problemi non sono mancati e le lezioni da recuperare sono tante. Per quest'anno i docenti chiuderanno un occhio, ammettendo alla classe successiva tutti gli studenti anche in presenza di voti sotto alla sufficienza, ma il prossimo anno?
I piani del ministero dell'Istruzione prevedono un anno da avviare con i recuperi, ma potrebbe non esserci poi il tempo per completare il nuovo anno. Anche perché, all'orizzonte, incombono nuove elezioni. Nuove chiusure, quindi, e ulteriori turni di ballottaggio. A cominciare da Roma: il 2021 vedrà la Capitale tornare al voto per le comunali dove la seconda tornata, quella del ballottaggio tra i primi due, è un appuntamento fisso. Le scuole potrebbero dover chiudere di nuovo in primavera, quando le vacanze di Pasqua, che cadrà il 4 aprile, terranno comunque gli istituti chiusi dal 1 al 7 aprile. Non ci saranno ponti per il 25 aprile e il 1° maggio ma potrebbe essercene uno lungo per il 2 giugno, che cade di mercoledì. Calendario alla mano, le giornate di lezione perse per le elezioni saranno circa 16, oltre due settimane di giorni di scuola, domeniche escluse. I conti non tornano, almeno non sui registri scolastici dove le ore di didattica perdute saranno troppe. Soprattutto considerando la possibilità che le lezioni in aula nel nuovo anno possano durare 45 minuti, per consentire i turni delle classi con il distanziamento. 
Lorena Loiacono


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